Renzi scavalca a destra Berlusconi. Vuole rivedere i "principi fondamentali" della Costituzione
Il nuovo "astro" del PD, candidato sindaco a Firenze, vuole "riformare" anche il sindacato e il Welfare ed è d'accordo per la pensione a 65 anni per le donne

Redazione di Firenze
Il megalomane arrivista Matteo Renzi, di formazione democristiana, cattolica e oscurantista, candidato a sindaco di Firenze per il PD, non ha perso tempo e ha approfittato dell'attenzione suscitata a livello nazionale e internazionale dalla sua vittoria alle primarie in cui ha battuto i candidati veltroniani e dalemiani per scagliare, con un'intervista al Magazine del Corriere della Sera in edicola il 12 marzo e ad Annozero in onda su Raidue lo stesso giorno, le sue picconate da destra alla Costituzione, al sindacato e al Welfare. Compiacendosi del suo atteggiamento da "Pierino la peste" che ha "il coraggio" di rompere le convenzioni, Renzi spara a zero, peraltro senza nemmeno degnarsi di argomentare le sue affermazioni in perfetto stile Berlusconi, che appare sempre più il suo modello politico e governativo.
Domanda del Magazine: "Franceschini ha giurato sulla Costituzione con il papà ex partigiano. Tu, nel tuo libro 'Da De Gasperi agli U2', teorizzavi di voler cambiare la Costituzione". Risposta: "Lo confermo. Con tutto il rispetto, andrebbe attualizzata sin dai principi fondamentali". Domanda: "Sacrilegio". Risposta: "Franceschini con quel giuramento ha fatto una mossa per rassicurare parte del nostro elettorato, che invece andrebbe scosso". Domanda: "Tu l'hai conosciuto il premier?" Risposta: "Sì. La prima volta che l'ho incontrato mi ha detto: 'Ma come fa uno come lei che viene dal marketing a vestirsi di marrone e a stare con questi comunisti? Venga con noi'". Domanda: "Ma che fai la sua voce? Lo imiti? Berlusconi ha provato a reclutarti?" Risposta: "... Tempo fa mi è stata fatta una proposta carina per fare il sindaco col Pdl". Domanda: "Non è un caso che dicano che sei di destra". Risposta: "Non faccio dell'anti-berlusconismo una bandiera. Chi lo attacca indiscriminatamente lo favorisce. Vorrei un Pd a-berlusconiano. Il premier va attaccato perché in tanti anni non ha fatto nulla di quel che poteva". Domanda: "L'età del pensionamento va alzata fino a 65 anni, anche per le donne?". Risposta: "Certo. Ci sono ottantenni che vanno in palestra". Domanda: "Farai arrabbiare i sindacati". Risposta: "Andrebbe riformata anche l'idea di sindacato". Domanda: "Franceschini ha proposto l'assegno di disoccupazione". Risposta: "Troppo poco. Io sarei per ribaltare il sistema del welfare".
In due o tre battute Renzi ha concesso a Berlusconi più di quanto chieda: la revisione della Costituzione nei suoi "principi fondamentali", quelli che nessuno finora ha messo direttamente in discussione; e in questo clima politico di costruzione della terza repubblica neofascista non si tratta certo di un'apertura al "rinnovamento" in senso democratico borghese, ma di un viatico per completare i piani della P2.
Lo stesso per quanto riguarda il ruolo dei sindacati, che, esclusa la Cgil e i sindacati non confederali, si sono trasformati in appendici del regime, sul modello delle corporazioni di fascista memoria. In perfetta linea col governo le battute sulla pensione a 65 anni per le donne e sul welfare. Un attacco frontale ai lavoratori che stanno lottando contro i devastanti effetti della crisi capitalistica.
Criminale e antidemocratico anche l'atteggiamento verso il neoduce Berlusconi, che Renzi tratta sostanzialmente da amico, rimproverandogli addirittura di "non aver fatto abbastanza". Si può ben dire che il "nuovo astro" del PD ha scavalcato a destra il nuovo Mussolini.
È evidente la smania di Renzi di spingere il PD a condividere in pieno e senza remore la terza repubblica neofascista, con un sindacato collaborazionista e corporativo, i lavoratori completamente azzittiti e succubi del capitalismo e della sua crisi. Un partito che può, ancor più tranquillamente che in passato, alternarsi al potere col Pdl e magari, lui, così giovane e promettente avanguardista, esserne il premier. Un'offensiva a 360 gradi; proprio in questi giorni il PD fiorentino si è spaccato sulla concessione della cittadinanza onoraria a Beppino Englaro decisa dal Consiglio comunale, dove i "renziani" hanno votato contro.
Le sortite di questo pericoloso politicante borghese non hanno mancato di sollevare un coro di proteste, che però non arrivano al cuore del problema: Renzi non è uno squinternato che non riflette su quello che dice e deve stare più attento, è un arrivista che vuol spingere ancora più a destra il PD, a cominciare da Firenze; sta mettendo la coalizione che dovrebbe sostenerlo davanti al fatto compiuto: lui è così, prendere o lasciare, e una volta preso niente mugugni e ripensamenti. Il messaggio è per le varie correnti del PD, per "La Sinistra" cittadina, che sostiene la sua candidatura, per il PdCI che comunque è nella sua giunta provinciale, per gli esponenti di quelle liste che si stanno formando a sinistra del PD e che potrebbero confluire a suo sostegno.
Renzi, odioso emblema del politicante da terza repubblica che usa la parola "sinistra" solo per carpire voti, va isolato da parte dei lavoratori, dei democratici e degli antifascisti, con la coscienza che per opporsi davvero al regime neofascista che si sta rafforzando occorre togliere ogni fiducia alle istituzioni borghesi in camicia nera, astenersi, lottare nelle piazze e costruire le Assemblee popolari e i Comitati popolari, ossia le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo basate sulla democrazia diretta.

18 marzo 2009