Firenze
Renzi vende l'Ataf alle ferrovie: 270 esuberi
Nella gara d'appalto non era stata inclusa la "clausola sociale" per garantire l'occupazione: via il 22% del personale
Il PMLI sostiene la RSU di Ataf che chiede le dimissioni immediate della giunta Renzi

Redazione di Firenze
Il 19 giugno scorso il neopodestà fiorentino Matteo Renzi (PD) ha portato a compimento il suo piano scellerato per privatizzare il trasporto pubblico cittadino e far pagare ai lavoratori dell'Ataf la loro combattiva opposizione ai suoi progetti.
Ataf Gestioni srl, ramo Trasporto pubblico locale di Ataf Spa, va al Gruppo FS, rappresentato da Ati, una cordata di imprese composta da BusItalia-Sita Nord (capofila), Cooperativa autotrasporti pratese (Cap Prato) e Autoguidovie Spa (Milano). Ati ha vinto la gara presentando un'offerta da 18 milioni e 900 mila euro (rispetto a una base d'asta di 12,4 milioni di euro); nel pacchetto venduto rientrano anche tutte le partecipazioni detenute da Ataf Spa, eccetto quelle in Tram di Firenze e Firenze Parcheggi.
Esclusa dall'asta la francese Ratp, che gestisce la tramvia, per mancanza di fidejussione.
Mentre si sono impegnate al rinnovo del parco mezzi, con l'acquisto di ben 135 vetture nei prossimi 3 anni, le Ferrovie hanno immediatamente dato una mazzata ai lavoratori annunciando 270 esuberi, il 22% di tutto il personale; un taglio reso possibile dal fatto che nel bando di gara non era stata inclusa la cosiddetta "clausola sociale" che doveva garantire il mantenimento dei posti di lavoro, così come non ci sono garanzie sul mantenimento delle retribuzioni.
Una "svista" grave, che appare voluta. Denuncia infatti in un comunicato la RSU di Ataf: "Leggendo Repubblica veniamo a sapere che, di fronte al rischio di veder persi quasi trecento posti di lavoro, il sindaco di Scandicci Gheri pare se ne sia uscito con questa perla di saggezza: 'Che ci fosse troppo personale si sapeva'. Dai piani alti di Palazzo Vecchio, qualcuno avrebbe chiosato: 'Si arrangino, non ci hanno ascoltato quando chiedevamo 10 minuti di lavoro in più (sapendo di mentire, ndr) e ora sono affari loro'.
Questa amministrazione comunale, o sarebbe meglio dire Matteo Renzi, va da tempo vantandosi di aver trasformato ATAF da un carrozzone mangia soldi, in un'Azienda sana e produttiva. Peccato che d'ora in avanti con questo progetto ATAF si sia trasformata in un'azienda immobiliare: il trasporto pubblico lo farà un privato.
Con la vendita di ATAF - si legge ancora nel comunicato - il futuro candidato premier ha dimostrato tutta la sua incapacità nel gestire problemi seri: fare politica per il trasporto pubblico avrebbe significato privilegiare il trasporto pubblico, rendendolo efficiente per l'utenza e redditizio per l'Azienda. L'aumento della velocità commerciale dei mezzi, il controllo della sosta e della rimozione, la costruzione di 'veri' parcheggi scambiatori, l'integrazione ferro-gomma, una progettazione delle linee adeguata alle esigenze della città: questi sono i problemi che Renzi avrebbe dovuto risolvere, altro che vendere il trasporto pubblico per lavarsene le mani. Non aver inserito la clausola sociale all'interno del bando di vendita è una gravissima responsabilità politica, che rischia di creare 270 disoccupati dall'oggi al domani, alla faccia dei vari consiglieri comunali che fino a pochi giorni fa hanno continuato a rassicurare tutti che non ci sarebbero stati esuberi. Avranno a suo tempo pensato alle conseguenze sociali di una simile scelta? Noi speriamo proprio di sì, augurandoci che gli illustri politici si siano attrezzati ad ospitare in casa loro per i pasti quasi trecento futuri disoccupati.
Come RSU chiediamo le dimissioni immediate di questi ameni amministratori; meno mettono le mani nella cosa pubblica, meno danni fanno".
Una richiesta che noi marxisti-leninisti sosteniamo in pieno.
Che la maggioranza di Renzi in Palazzo Vecchio abbia la coscienza sporca lo dimostra il fatto che, a buoi scappati, il Consiglio comunale del 2 luglio ha approvato un ordine del giorno per il mantenimento dell'occupazione in Ataf.

11 luglio 2012