Repressione e arresti nei cortei del 1º Maggio in Turchia

È di 2800 fermati e centinaia di feriti tra i lavoratori il bilancio della feroce repressione scatenata dal governo turco per impedire le manifestazioni sindacali in occasione del 1º Maggio a Istanbul. Il parlamento aveva appena approvato la "Giornata del lavoro e della solidarietà" per il 1º Maggio, pur senza dichiararla festa nazionale, e ripristinato la legalità della giornata cancellata per decreto nel 1977. Il premier Erdogan aveva però fatto sapere che sarebbe stata tollerata al massimo "una deposizione di fiori a Taksim", la piazza centrale di Istanbul. Le organizzazioni sindacali invece avevano indetto una manifestazione.
La polizia ha attaccato la sede del sindacato Disk a Sisli, dove era stato fissato il concentramento, non appena sono cominciati a affluire i lavoratori. Gli agenti hanno tirato i lacrimogeni all'interno dell'edificio e costretto a uscire i sindacalisti e i lavoratori che si trovavano all'interno e nelle strade adiacenti la sede hanno scatenato una caccia all'uomo per disperdere i gruppi di lavoratori. Nella mattinata più volte gli agenti hanno attaccato la sede sindacale e finanche l'ospedale dove si erano recati diversi lavoratori feriti dai lacrimogeni e dalle manganellate.
Migliaia di poliziotti bloccavano tutte le vie di accesso alla piazza Taksim che era stata blidata con un'alta cancellata. Gruppi di lavoratori hanno provato comunque ad avvicinarsi alla piazza cantando slogan e canzoni del Primo Maggio e srotolando striscioni in ricordo delle vittime sul lavoro ma sono stati attaccati e dispersi dagli agenti.
A fronte della pesante repressione poliziesca i sindacati decidevano di sospendere le manifestazioni ma gruppi di lavoratori davano vita a piccoli cortei e si scontravano con gli agenti che cercavano di disperderli.
I lavoratori volevano entrare in piazza Taksim per ricordare i 35 caduti nella piazza, colpiti da cecchini appostati sui tetti, durante la prima grande manifestazione sindacale cui parteciparono centinaia di migliaia di persone nel 1977. In seguito all'eccidio il regime turco vietò le manifestazioni del 1º Maggio e la giornata internazionale dei lavoratori fu cancellata dai militari golpisti nel 1980.
Lo scorso anno migliaia di lavoratori scesero in piazza e affrontarono in duri scontri la polizia. Il governo si è visto costretto a ripristinare la "giornata del lavoro" ma aveva vietato la manifestazione nella simbolica Piazza Taksim. Un divieto fatto rispettare dalla polizia a colpi di lacrimogeni e manganelli.

9 maggio 2008