Durante una parata militare
La Resistenza afghana attacca. A Kabul scampato alla morte il fantoccio Usa Karzai

Nel recente vertice Nato di Bucarest gli Usa hanno chiesto e ottenuto dagli altri membri dell'alleanza militare imperialista un rafforzamento del contingente di occupazione in Afghanistan per tenere in piedi il governo del presidente fantoccio Hamid Karzai. La resistenza all'occupazione è ancora forte e lo ha dimostrato il 27 aprile con un attacco nella capitale Kabul nel quale è scampato alla morte lo stesso presidente.
L'attacco è avvenuto nel corso della parata militare organizzata dal governo fantoccio per celebrare il 16º anniversario della proclamazione della Repubblica Islamica dell'Afghanistan, liberata dall'occupazione dell'allora socialimperialismo. Non appena Karzai raggiungeva la tribuna delle autorità, dove erano presenti membri del governo, del Parlamento e personalità straniere, fra le quali gli ambasciatori di Usa, Gran Bretagna e Italia, un rappresentante dell'Onu, il comandante delle Forze internazionali in Afghanistan e il generale americano Dan McNeill, cadevano a poca distanza due colpi di mortaio che causavano tre morti. Nello scontro a fuoco che seguiva i soldati governativi uccidevano tre membri della resistenza che avevano condotto l'attacco; una decina i feriti, tra i quali un parlamentare, alcuni soldati e diverse guardie del corpo.
L'attacco era rivendicato da un portavoce dei talebani, Zabihullah Muhjahid, che annunciava: "siamo noi che abbiamo compiuto l'attacco. Abbiamo lanciato razzi contro la sfilata. Avevamo sei dei nostri sul posto e tre di loro sono rimasti uccisi".
L'attacco della resistenza nel cuore della capitale e nel corso di una parata militare sottolinea la debolezza del regime fantoccio di Kabul che resta in piedi solo grazie alla massiccia presenza delle forze imperialiste di occupazione. Tra l'altro il fantoccio Karzai è in difficoltà con una parte dei suoi stessi protettori imperialisti che imputano al governo di Kabul di chiudere gli occhi sul traffico di droga e sulla corruzione nel suo governo e nell'amministrazione afgana.
A fianco del fantoccio Karzai c'è comunque l'imperialismo italiano come dimostra il messaggio che il presidente Giorgio Napolitano gli ha inviato: "signor presidente, un vile attentato ha cercato oggi di colpire, attraverso la sua persona, il simbolo di un Afghanistan incamminato verso istituzioni stabili e democratiche e libero dall'oppressione del fanatismo e del terrorismo. L'obiettivo dei terroristi è fallito, anche se ad un alto prezzo di vite umane". "Nell'esprimerle la mia solidarietà ed il forte incoraggiamento a proseguire l'opera al servizio del suo Paese - gli ha scritto Napolitano - le confermo l'impegno dell'Italia a contribuire, nell'ambito delle iniziative poste in essere dalla comunità internazionale, a favorire la crescita civile ed il progresso economico dell'Afghanistan".

30 aprile 2008