Berlusconi non vara misure adeguate e attacca i magistrati che intendono accertare le responsabilità politiche e tecniche delle distruzioni
Ricostruire tutto a carico dello Stato
La gestione alla popolazione
 
I provvedimenti del dopo-terremoto confermano, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che non può essere riposta alcuna fiducia nell'operato del governo, della regione Abruzzo e del capo della Protezione civile.
Le tendopoli sono ancora insufficienti e soprattutto condannano gli sfollati all'addiaccio, in molte di esse mancano ancora le cucine da campo, e in molti casi ci piove dentro ed anche i bagni sono insufficienti o senza acqua. Non occorreva poi uno scienziato per capire che tra le misure più urgenti che la Protezione civile avrebbe dovuto adottare c'è il piano per la costruzione dei prefabbricati per alloggiare provvisoriamente tutti gli sfollati in previsione del rigido inverno abruzzese. Nonostante gli accorati appelli dei diretti interessati e dello straordinario movimento di volontari che li assiste, nulla si vede ancora all'orizzonte. Pensano forse i governanti che la "deportazione" negli alberghi della costa, che la sistemazione nelle tendopoli, nelle auto o presso amici e parenti possa durare ad libitum? I prefabbricati per tutti i senza tetto servono subito, anche per far sì che le comunità locali possano restare unite e si organizzino in loco in Comitati di lotta per costringere le istituzioni a ricostruire rapidamente tutti gli edifici e le zone distrutte secondo rigidi criteri antisismici a carico dello Stato, ma anche per organizzare un movimento di massa per fermare lo sciacallaggio di chi ha evocato per i piccoli centri, e non solo, la volontà di fare "piazza pulita", per rilanciare i progetti delle "new town" che "hanno il vantaggio di non costare nulla allo Stato, perché sarebbero costruite in project-financing da Banche e costruttori", e che avranno ovviamente carta bianca.
Intanto c'è da segnalare: 1) è ancora in piedi il "piano casa" che prevede una totale deregulation nell'aumento delle cubature. 2) l'entrata in vigore a pieno regime della nuova disciplina anti-sismica rimane posposta al 30 giugno 2010 per cui allo stato attuale non sono previsti controlli certi e periodici sugli edifici di importanza strategica, per i quali le proroghe non dovrebbero valere. 3) il governo ha finora stanziato soltanto tra i 30 e 100 milioni di euro avendo a disposizione un fondo di 5 miliardi per le emergenze, quando solo la ricostruzione della Casa dello studente assorbirà 16 milioni, ci sono almeno 80 mila edifici ancora da monitorare, e quelli giudicati agibili andranno ricontrollati per una valutazione esaustiva quando termineranno le scosse e quando saranno rintracciati i proprietari degli immobili per le autorizzazioni. 4) persino il recupero dei dati catastali è in alto mare con gli archivi elettronici e cartacei che risultano inagibili.
Del resto con le scosse di assestamento che non si placano e che potrebbero proseguire per lungo tempo, con l'emergere dalle macerie dei crimini commessi dal governo, dagli enti locali e da imprenditori senza scrupoli, si può forse biasimare la popolazione abruzzese che non si fida più degli inviti delle istituzioni in camicia nera a rientrare nelle proprie case né delle prime certificazioni di agibilità secondo le quali "il 57% degli edifici è sicuro"? Dovrebbero forse fidarsi gli alunni e genitori delle rassicurazioni del ministro Gelmini che avrebbe dovuto realizzare un'anagrafe con cui accertare consistenza, funzionalità e sicurezza di tutto il patrimonio di edilizia scolastica e di cui ancora non c'è traccia, mentre è noto che la Finanziaria del governo ha ridotto di oltre 20 milioni di euro i fondi per la "sicurezza"?

La protesta dei comuni esclusi dagli aiuti statali
Nel frattempo il "solerte" Bertolaso ha emanato il 18 aprile una scandalosa ordinanza in cui i comuni censiti per accedere agli aiuti statali sono appena 49 su oltre 153 comuni effettivamente colpiti dal sisma, così distribuiti: 37 in provincia de L'Aquila, 5 Teramo e 7 Pescara. Le conseguenze di questa scelta non sono affatto di poco conto per le condizioni di sopravvivenza dei terremotati, visto che solo i comuni certificati come "danneggiati" dal capo della Protezione civile potranno godere dei già miserevoli benefici previsti dal governo, tra cui l'anticipo del pagamento della pensione, la sospensione del pagamento delle bollette e dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali, la sospensione delle rate dei mutui e del credito al consumo e dei premi per l'assicurazione obbligatoria incendi per le imprese. D'altro canto il 9 aprile scorso il consiglio dei ministri ha firmato un'ordinanza stando alla quale solo chi ha l'abitazione principale in uno dei comuni inseriti nella lista avrà diritto a un contributo di 400 euro mensili per trovarsi una sistemazione, e solo nel caso non fosse possibile la ricerca di un alloggio autonomo, ad avere una sistemazione abitativa da parte dello Stato.
Come era accaduto nelle ore precedenti il disastro è toccato al governatore regionale Gianni Chiodi rassicurare gli esclusi dall'ordinanza, e sono tanti visto che in poco più di 24 ore le agenzie di stampa hanno battuto i comunicati stampa di protesta di ben 17 comuni della provincia de L'Aquila: "Il decreto non chiude le porte agli altri. Certo non beneficeranno delle misure di sostegno socio economico, ma chi ha subito danni alla propria abitazione non sarà lasciato solo. I danni verranno accertati e successivamente si interverrà con un sostegno economico". C'è da credergli? "È una cosa inaccettabile - dice il sindaco di Pratola Peligna Antonio De Crescentiis - Come si fa a dire che non abbiamo subito danni materiali se ho un distretto sanitario chiuso perché inagibile?". Stesse parole dal sindaco di Raiano Ennio Mastrangioli: "Sono indignato per quello che è stato deciso. Ho firmato 40 ordinanze di sgombero, ci sono sfollati, case da demolire e le chiese sono totalmente inagibili".
Anche Sulmona, considerata a rischio sismico di primo livello e che necessita di un'attenta azione di prevenzione e controlli sulla sicurezza soprattutto dei palazzi ubicati in pieno centro storico, nonostante i danni subiti, è stata esclusa dalla lista. Barando come al solito? "Non si riesce a comprendere la natura e la logica con cui è stata elaborata la scala - afferma il geologo condotto del comune di Sulmona, Antonio Mancini - essendo la stessa lontana dalla Mcs (Mercalli Cancani Sieberg), o dalla Mcs modificata in quanto prevede valori decimali dei singoli step di misurazione. Una condizione che non permette una interpretazione né rigorosamente scientifica come la Richter né soggettiva e legata ai danni".
"La zonizzazione alla quale ci si è riferiti in questa fase è la stessa cosa del 37 del termometro - ha ribadito il capo della Protezione civile -, è un parametro acquisito a livello internazionale tra il terremoto che provoca danni e quello che non provoca danni. Lo abbiamo usato in Umbria e a San Giuliano di Puglia. Sappiamo in medicina che anche a 36,5 gradi si possono avere altre patologie, ma servono altri esami".
Per inciso, oltre alle dimissioni, rivendichiamo che la qualifica di medico di cui Bertolaso si fregia in ogni occasione con nauseante arroganza per intimidire gli ascoltatori, gli venga subito ritirata, e valgano a tale proposito due esempi: l'inaugurazione in pompa magna del mega-mostro dei tumori ad Acerra e i mancati controlli sull'inagibilità ed illegalità assoluta dell'ospedale de L'Aquila. Spettavano proprio a lui infatti in base all'articolo 2, comma 3 del decreto del 20 marzo 2003 sugli "edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile", varato dopo la strage di bambini nella scuola di S. Giuliano e del precedente terremoto in Umbria. Senza contare che le prime indagini stanno accertando che mancava il certificato di agibilità, che c'era una perizia geologica negativa e che nel 1996 il presidente della commissione sulle incompiute sanitarie aveva giudicato l'ospedale de L'Aquila "irrazionale e di scarsa qualità".

Berlusconi attacca la procura de L'Aquila
Il piduista Silvio Berlusconi, colui che partendo dai palazzi milanesi ha conquistato l'etere e poi il governo del Paese, si è lanciato all'attacco delle inchieste della magistratura che intendono accertare una per una le responsabilità politiche e tecniche, colpose e dolose, per la distruzione de L'Aquila, da quelle dei costruttori a quelle delle istituzioni, passando per il vertice della Protezione civile. "Per favore non perdiamo tempo, cerchiamo di impiegarlo sulla ricostruzione e non dietro a cose che ormai sono accadute", così ha bacchettato i giudici il nuovo Mussolini estendendo la sua censura preventiva, dopo l'aggressione a mezzo dirigenza Rai alla redazione di Anno zero, a quella parte della stampa recalcitrante alle veline del regime neofascista: "Se qualcuno è colpevole, le responsabilità emergeranno, ma per favore non riempiamo le pagine dei giornali di inchieste". Con tanto di una delle sue solite squallide ed arroganti battute: "Mio padre diceva una cosa: se uno nasce col piacere di fare del male ha tre scelte: può fare il delinquente, il pm o il dentista. I dentisti si sono emancipati e adesso esiste l'anestesia".
L'inchiesta sui crolli "non è una perdita di tempo'' gli ha replicato prontamente il procuratore del capoluogo abruzzese, Alfredo Rossini: "Non vedo che nesso possa esserci tra la ricostruzione e l'accertamento delle eventuali responsabilita''. Eppure il nesso ci potrebbe essere: difendere gli amici palazzinari e le grandi multinazionali, come Impregilo (ospedale) e l'Angelini farmaceutica (Casa dello studente) coinvolte nelle indagini, e garantire immunità e impunità speciali per gli speculatori edilizi che si preparano a sbarcare in Abruzzo. Chi può evere fretta di sfruttare questa manna dal cielo, o meglio dalla terra? Chi può essere preoccupato se il terremoto in Abruzzo sta scoperchiando quel pentolone fetido che è la vera causa di tanta morte, dolore e distruzione? Lentamente, ma inesorabilmente, comincia ad emergere negli occhi e nella mente dei sopravvissuti e dell'opinione pubblica, quali e quante responsabilità pesano sulle istituzioni borghesi in camicia nera a tutti i livelli e sul marcio sistema capitalistico basato unicamente sul massimo profitto.
Ora non più solo a Palermo o a Napoli, molte più persone di prima sanno che il settore dell'edilizia nel nostro Paese pullula di criminali cementificatori, speculatori ed amministratori corrotti, molte più persone di prima possono comprendere fino a che livello è arrivata la compenetrazione economica e politica della criminalità organizzata nel nostro Paese.

I Comitati dei terremotati
È bene allora che i terremotati abbiano cominciato ad autorganizzarsi al di fuori delle istituzioni e dello sciacallaggio dei politicanti borghesi, che con l'approssimarsi delle elezioni amministrative ed europee andrà ad intensificarsi, per gestire la ricostruzione, ottenere tutti i beni e i servizi di prima necessità di cui hanno bisogno, per ottenere il controllo, la vigilanza e l'ultima parola sulla correttezza delle mappe dei danni e delle certificazioni di agibilità ed inagibilità, ma anche, in prospettiva per decidere loro e avere l'ultima parola sulla destinazione dei fondi statali per l'emergenza e la ricostruzione che dovranno essere rapidamente utilizzati per gli scopi cui sono destinati.
Sarà per questo che il gerarca La Russa è stato celerissimo nell'inviare nella zona del disastro 700 militari mentre il suo collega alle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli ci ha messo ben sei giorni, ossia quando la fuga dal disastro era già finita, a bloccare il pagamento del pedaggio per le autostrade A24 e A25?
Intanto, è stato già bocciato il maldestro tentativo del ministro della macelleria sociale Giulio Tremonti di inserire il terremoto in Abruzzo tra le causali del 5 per mille dell'Irpef, destinato al volontariato e alla ricerca. Marco Granelli, presidente del Csvnet (Coordinamento dei centri di servizio per il volontariato) ha spiegato che un provvedimento del genere rappresenta "una guerra tra poveri" e "penalizzerebbe le organizzazioni non profit che, tra l'altro, stanno partecipando ai soccorsi nelle zone colpite dal sisma. Se vogliamo fare di più per i terremotati, vanno destinate risorse aggiuntive, non pescare nel fondo già destinato per altre emergenze sociali". Anche i fondi raccolti grazie alla consueta e straordinaria solidarietà del popolo italiano e le donazioni per i beni culturali vanno messi sotto controllo della volontà popolare. I Comitati di lotta dei terremotati potrebbero mobilitarsi ad esempio per costringere il governo a cambiare le priorità sull'utilizzo dei 16 miliardi destinati dal Cipe alla costruzione di inutili e dannose "grandi opere", come il Ponte sullo Stretto, la Tav in Val di Susa, la nuova base Usa "Dal Molin" a Vicenza, le opere previste per il vertice dei "grandi" della Maddalena, ecc.
Per quanto riguarda il gerarca Sacconi, in attesa del piano del governo annunciato da giorni, si è limitato a dire che l'accesso alla cassa integrazione risulterà ipersemplificato e l'erogazione più tempestiva da parte dell'Inps, senza la necessità di ricorrere ad acconti e ha poi annunciato una misura per ingraziarsi la borghesia locale: una indennità di 800 euro mensili a tutti i titolari di rapporti di attività commerciali, produttive, agricole, artigianali e simili, che hanno dovuto sospendere l'attività per gli eventi sismici, e per i liberi professionisti iscritti agli albi.
Di fronte all'inettitudine, al menefreghismo e alla ridda di ipotesi strampalate lanciate dal governo come quelle di un nuovo scudo fiscale, di nuove accise, di attingere dai soldi destinati al Mezzogiorno, ecc., il capo del PD, Dario Franceschini, ha concentrato tutte le sue critiche sui "400 milioni che si sarebbero potuti risparmiare con l'Election day per dare alloggio a 8-10mila persone", invece di chiedere provvedimenti urgenti basati sull'incremento del prelievo fiscale sui redditi alti e sulla rendita finanziaria e patrimoniale, con una lotta senza quartiere all'evasione fiscale dei grandi pescecani capitalisti che, è pacifico, il magnate Silvio Berlusconi non asseconderà mai!
Per questo ribadiamo che il primo, il più importante provvedimento del dopo terremoto, auspicio o preludio della ricostruzione dei paesi terremotati in Abruzzo, consiste nelle dimissioni del governo!

22 aprile 2009