Echi della riunione dell'ufficio politico del PMLI

Risoluzione della Cellula "1° Maggio-Portella 1947" di Palermo
Applichiamo con decisione e fermezza le parole di Scuderi e del 5° Ufficio politico del PMLI

Dallo studio del documento del compagno Giovanni Scuderi sul centralismo democratico e del Comunicato della 1ª Riunione del 5° Ufficio politico del PMLI è apparso chiaro ai compagni palermitani che il Partito conferma la sua compattezza e la capacità rivoluzionaria di superare le proprie contraddizioni, già dimostrate nei decenni passati ed oggi cariche di tutta l'esperienza accumulata nella lotta di classe. Il fatto che tali contraddizioni siano manifeste è assolutamente positivo perché segno della coerenza del PMLI con il processo di critica e autocritica, secondo quanto indicato dai cinque Maestri, e, soprattutto, da Mao nell'organizzazione partitica secondo il centralismo democratico, modello sul quale si fonda il PMLI. Come scrive Mao "i materialisti coerenti sono uomini senza paura. Ci auguriamo che tutti i nostri compagni di lotta si assumano coraggiosamente le loro responsabilità, superino le difficoltà, non temano rovesci o sarcasmi, né esitino a criticare noi comunisti e a darci i loro suggerimenti"[1]. Va dunque apprezzato anche il coraggio dei compagni che hanno posto le contraddizioni esponendosi così alla necessaria critica da parte del PMLI. "La pratica coscienziosa dell'autocritica è un'altra caratteristica che distingue il nostro da tutti i partiti politici" diceva Mao del suo PCC ed altrettanto noi possiamo dire del nostro amato Partito.
L'importanza, invece, delle contraddizioni rimaste ancora aperte risiede nella ricerca della loro origine, ma soprattutto nella necessità di analizzarne i contenuti e riaffermare l'unità del Partito sotto la sua guida e nel rispetto del centralismo democratico. La Cellula "1° Maggio-Portella 1947" ha ritenuto utile riflettere su queste contraddizioni ed elaborare il proprio parere.
L'Italia, a livello sia economico che sociale, sta attraversando un periodo di profonda crisi: le contraddizioni antagonistiche sviluppate dal capitalismo, nella sua nuova veste finanziaria e speculativa, hanno risvegliato a livello globale le masse che in numero crescente inneggiano alla fine del capitalismo stesso. Queste contraddizioni economiche si riflettono nella sovrastruttura sociale e si manifestano anche all'interno del Partito come "riflesso delle contraddizioni di classe che esistono nella società", come scrive il compagno Scuderi.
Nel contesto di assoluto caos che regna all'interno delle istituzioni borghesi, tra i partiti parlamentari della destra e della "sinistra" borghesi, quelli falsi comunisti e i demagoghi della cosiddetta "antipolitica", trovare un punto di riferimento nelle lotte di ogni giorno diventa problematico per le masse. Solo se vengono a conoscenza del PMLI possono trovare quella chiarezza politica che ricercano e una guida affidabile e sicura.
Il regime neofascista instauratosi è ben più subdolo, dunque non sotto forma di dittatura palese, perché esercitato in parlamento e con la complicità dei partiti borghesi, colpevoli parimenti dell'instaurazione di questo regime e del sostegno accordato. Ben pochi sono coloro che ne rimangono fuori e si rifanno ancora alla costituzione del '48 ormai calpestata dalle controriforme incostituzionali apportate, non ultima, la regola del pareggio di bilancio. Eppure, queste "frazioni", al momento delle elezioni si alleano o convogliano i loro voti verso i partiti della "sinistra" borghese. "Che fare?"
Per primo, bisogna capire "quali sono i nostri nemici e quali i nostri amici. Questa è una questione di primaria importanza per la rivoluzione. Se nel passato tutte le lotte rivoluzionarie in Cina hanno avuto scarso successo, ciò si deve soprattutto all'incapacità dei rivoluzionari di unire attorno a sé i veri amici per attaccare i veri nemici. ... E per distinguere i veri amici dai veri nemici, dobbiamo compiere un'analisi generale della condizione economica delle diverse classi della società cinese e del loro rispettivo atteggiamento verso la rivoluzione"[2].
Il principale nemico politico è rappresentato dal governo in carica, qualunque sia la sua "bandiera", poiché nessun partito fino ad oggi, a differenza del PMLI, ha manifestato un carattere anticapitalista e per il socialismo. Attualmente, il governo del tecnocrate liberista borghese Monti, appoggiato trasversalmente dalla destra alla "sinistra" borghesi è il nemico su cui concentrare tutte le forze alleandoci con chi vuole realmente abbatterlo. Nella lotta, dunque nel lavoro di massa, nella pratica del fronte unito e delle alleanze, il Comunicato dell'Ufficio politico costituisce un importante strumento teorico da studiare a fondo ed applicare. Concretamente, la Cellula palermitana denuncia e denuncerà le malefatte del neopodestà Orlando che, al pari del suo collega partenopeo con cui condivide l'origine partitica, inneggia all'antimafia e al risanamento della città in ginocchio (senza alcun risvolto pratico) per conquistare al sistema borghese larghe fette dell'elettorato di "sinistra", compresi i falsi comunisti che benedicono il suo operato. È stata una campagna elettorale astensionista intensa e i compagni palermitani si prepareranno alla nuova campagna delle regionali tenendo ben in mente la distanza che separa i marxisti-leninisti dai falsi comunisti e dalla "sinistra" borghese, e trasmettendole ai suoi simpatizzanti su cui nutre grandi speranze per il futuro.
Noi marxisti-leninisti sappiamo bene che alla fonte di tutti i mali, della mafia, della disoccupazione, della criminalità, delle discriminazioni razziste e sessiste, della crisi, c'è il capitalismo. Se non si abbatte la struttura economica capitalistica e le istituzioni che la preservano a scapito delle masse, questi mali non potranno essere estirpati ma, anzi, si aggraveranno. È un passaggio quasi automatico, partendo da tali premesse, quello all'astensionismo tattico elettorale: le masse, come le ultime tornate elettorali per il rinnovo dei neopodestà hanno confermato, tendono ad astenersi dal voto in misura crescente. In secondo luogo, l'attuale legge elettorale e la situazione politica depongono a favore di una tattica astensionista unita alla creazione delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo.
La Cellula rinnova dunque il suo impegno, con l'intenzione di moltiplicarlo, nell'opera di proselitismo e di radicamento del PMLI attraverso la formazione di compagni capaci di esprimere con chiarezza e padronanza di concetti, la linea politica e di lotta del Partito a livello locale; capaci di riconoscere amici e nemici anche da soli, di rappresentare in maniera corretta il PMLI di cui ciascuno di noi è un portabandiera e un rappresentante. È con orgoglio rivoluzionario che i compagni palermitani si fanno carico di ciò.
Prima di morire, Stalin, cosciente della tempra dei suoi nemici, affermava che su di lui si sarebbe gettata tanta immondizia, ma che il vento della storia l'avrebbe spazzata via. Questa immondizia è il rapporto del rinnegato Krusciov che ha spianato la strada al revisionismo, all'opportunismo e alla fine del socialismo in Unione Sovietica. Di quelle bugie costruite ad arte per delegittimare la grandezza del pensiero e dell'opera di Stalin, nonché per offuscarne gli immensi successi e l'affetto che il popolo provava e prova ancora oggi nei suoi confronti, non dobbiamo farne passare nessuna. Non una sola parola negativa sia concessa ai nemici sul Maestro Stalin! È un dovere marxista-leninista irrinunciabile soprattutto perché, in relazione agli innumerevoli successi, gli errori sono di gran lunga inferiori e di poco conto, dovuti alle normali contraddizioni cui anche un sincero rivoluzionario può cedere, figuriamoci se ha sulle spalle compiti e impegni di governo in un paese sconfinato, e, come suggerisce l'Ufficio politico, bisogna concentrarsi sulla propaganda dei meriti. L'analisi sull'opera di Stalin è ben chiara e scritta da tempo da parte del PMLI. A questa noi aderiamo, consapevoli della giustezza delle analisi critiche operate dal Partito e del suo giudizio espresso sul Maestro del proletariato internazionale. Difendere Stalin significa lottare contro il revisionismo moderno, ancora oggi forte e determinato nel tentativo di nascondere la lotta di classe e riconvogliare verso il legalitarismo e il capitalismo le masse. Una tendenza che penetra anche all'interno del Partito e che negli anni ha ricevuto sempre la giusta terapia: critica e autocritica.
Altro punto fondamentale tra le contraddizioni ancora aperte è la posizione nei confronti del "fatto storico" del 14 dicembre 2010, quando le masse studentesche in protesta assaltarono il Senato in risposta della fiducia accordata all'allora neoduce Berlusconi dal Parlamento. Il Partito ha chiaramente e prontamente esposto la sua posizione che l'Ufficio politico oggi riconferma: niente terrorismo, avventurismo o complotto, solo una reazione legittimata dall'ennesimo beneplacito del Parlamento al governo neofascista e mafioso.
Qualunque critica legata alla predilezione per il riformismo, il pacifismo e il legalitarismo, proveniente dagli ambienti della "sinistra" borghese è solo l'ennesima prova della natura antirivoluzionaria e anticomunista propria del revisionismo moderno contro cui combattiamo: come scrive l'Ufficio politico, "bisogna utilizzare tutto ciò che ci possono dare gli esperti bianchi, ma al solo scopo di rafforzare la linea proletaria rivoluzionaria del PMLI, non per modificarla o rovesciarla. L'intento deve essere quello di raggiungere l'obiettivo comune per poi proseguire ognuno per la sua strada; loro alla ricerca di un nuovo "imperatore" e noi su quella per "disarcionarlo".
Mao scrisse "... 1) l'individuo è subordinato all'organizzazione; 2) la minoranza è subordinata alla maggioranza; 3) il grado inferiore è subordinato al grado superiore; 4) tutti i membri del Partito sono subordinati al Comitato centrale. Chiunque violi queste regole di disciplina, rompe l'unità del Partito"[3]. Appare chiaro che, in linea con questo principio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, che anche se certe contraddizioni non vengono superate, è necessario rimanere uniti e lavorare uniti rispettando il centralismo democratico e vincendo ogni possibile rigurgito d'orgoglio e protagonismo borghesi, retaggio della nostra origine di classe.
Critica e autocritica risultano quindi fondamentali e le contraddizioni sorte nel Partito sono la dimostrazione della sua evoluzione: fanno parte della normale evoluzione del PMLI e man mano che questo Gigante Rosso acquisterà un corpo sempre più grande, esse aumenteranno e la dialettica all'interno sarà l'unico modo per superarle. Quando non si riescono a superare immediatamente, è necessario subordinarsi alla maggioranza secondo il centralismo democratico, principio ineludibile del marxismo-leninismo-pensiero di Mao che assieme alla formula "unità-critica-unità" costituisce il nucleo rivoluzionario del Partito che va protetto ad ogni costo e a tutti i livelli per impedire l'instaurarsi di contraddizioni antagoniste e l'ingresso di elementi borghesi devianti nel PMLI.
La Cellula considera una priorità assoluta la protezione dei cardini del Partito e conferma la sua piena condivisione di ogni principio ribadito dall'Ufficio Politico e dal compagno Segretario generale Scuderi e l'impegno a uniformarsi agli stessi facendosi carico, secondo le proprie competenze, dello studio assieme ai simpatizzanti e della vigilanza sull'osservanza di tali principi.
Lavoriamo uniti per il trionfo del socialismo in Italia.
Uniti, coi Maestri e il PMLI vinceremo!
La Cellula "1° Maggio-Portella 1947" di Palermo del PMLI

Palermo, 24 luglio 2012

[1] "Discorso sulla Conferenza nazionale del Partito comunista cinese sul lavoro di propaganda" (12 marzo 1969)
[2] Mao Tse-Tung, "Analisi delle classi nella società cinese" (marzo 1926)
[3] "Il ruolo del Partito comunista cinese nella guerra nazionale" (ottobre 1938)