Alle comunali di Varese
Il fascio-leghista Fontana e la democristiana Oprandi al ballottaggio per la poltrona di neopodestà
L'astensionismo sale al 38,06% grazie anche all'ampia propaganda del PMLI

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Viggiù del PMLI
Sarà un testa a testa al secondo turno elettorale, la sfida tra i due principali candidati della borghesia alla poltrona di neopodestà di Varese.
Infatti il fascio-leghista Attilio Fontana, sindaco uscente e candidato della coalizione PDL-Lega, che per settimane ha dilagato, con affissioni e soprattutto sopraffissioni abusive per le strade della città e che si è visto chiudere la campagna elettorale dal suo caporione, il gerarca Umberto Bossi, non è riuscito come auspicato da molti suoi sostenitori, a vincere al primo turno, fermandosi alla soglia del 48,54% dei dei voti validi (26,13% dell'intero corpo elettorale) .
Mentre la sua rivale, la democristiana Luisa Oprandi candidata della "sinistra" borghese in coalizione con PD, SEL, IDV e la lista civica "Varese e Luisa" si è attestata al 30,74% dei voti validi (16,55% dell'intero corpo elettorale)
Con grande distacco dietro i due principali partiti di riferimento della borghesia troviamo la miriade di liste civiche e partiti che in queste elezioni comunali sono spuntati come funghi. Dal terzo polo formato dall'asse FLI-UDC-PRI che si ferma al 7,40% di voti validi (3,98% dell'intero corpo elettorale), al Movimento 5 stelle che sorpassa in numero di voti l'oramai moribonda "Federazione della sinistra" che arriva a malapena all'1,51% dei voti validi (0,81% dell'intero corpo elettorale) e così a seguire, il "Fronte indipendentista", l'"Alleanza di centro", ecc.
Insomma, tanti piccoli partiti che, anche se diversi tra loro, alla fine avevano un solo obbiettivo, sponsorizzato prima e durante la campagna elettorale a gran voce dai politici borghesi di entrambi gli schieramenti, sindaco Fontana in testa: portare più elettori possibili ai seggi e affossare l'astensionismo.
A questo appello le masse popolari hanno risposto "picche" e anche in questa tornata elettorale hanno dato una sonora batosta ai partiti e alle istituzioni borghesi, portando l'astensionismo dal 36,85% delle elezioni comunali del 2006 all'attuale 38,06%.
A incrementare il risultato dell'astensione ha dato il suo contributo il Partito marxista-leninista Italiano che per tutta la campagna elettorale ha dato tutto se stesso con il lavoro politico dei suoi militanti tra le masse popolari, sotto forma di banchini, affissioni e volantinaggi atti a propagandare un astensionismo non fine a se stesso, ma cosciente e organizzato nella lotta per il socialismo e nella creazione di istituzioni alternative a quelle borghesi, ossia, le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
Su questa scia positiva puntiamo ad aumentare la percentuale dell'astensionismo e il distacco delle masse dalle istituzioni nei ballottaggi.
Il 23 maggio, il presidente del Senato, il neofascista Renato Schifani, in visita presso la prefettura di Varese ha affermato che: "Con l'astensionismo si danneggia la democrazia che diventa meno rappresentativa". Ecco la dimostrazione che quello che diciamo noi marxisti-leninisti è vero: l'astensionismo duole al regime imperante perché lor signori ci vorrebbero proni e succubi lasciandoli liberi di spadroneggiare a destra e a manca! Egli ha parlato della campagna per le amministrative sottolineando la propria "terzietà perché è una prerogativa propria del presidente del Senato non intervenire in queste fasi e difendere il diritto di voto dei cittadini".
Eh no signor Schifani... qui non è in gioco il "diritto di voto dei cittadini", bensì il diritto del proletariato e delle masse popolari coscienti di non arrendersi e lottare per l'abbattimento di questo regime neofascista insopportabile!
Avanti, quindi, con l'astensionismo!
Ogni voto non dato ai partiti del regime neofascista, con l'astensionismo, è un voto dato al PMLI e al socialismo!
Il vero voto rosso e di sinistra è l'astensionismo!

25 maggio 2011