Nello sciopero generale i manifestanti chiedono le dimissioni del premier di destra Karamanlis
Rivolta popolare in Grecia contro l'assassinio di stato di un giovane, la "riforma" universitaria e la politica economica del governo
Manifestazioni di solidarietà in Italia

Gli studenti greci hanno indetto manifestazioni quotidiane a partire dal 15 dicembre per continuare la protesta contro il governo di destra del premier Kostas Karamanlis, una protesta che ha toccato il culmine nella rivolta popolare in seguito all'assassinio di un giovane di 15 anni a Atene il 6 dicembre scorso da parte di un agente dei corpi speciali della polizia.
La rivolta ha avuto il suo epicentro nel Politecnico di Atene ma sia nella capitale che nelle altre principali città della Grecia sono stati protagonisti i giovani e giovanissimi dei licei che per un'intera settimana hanno dato vita ai cortei, assediato sedi istituzionali e tenuto testa all'intervento repressivo della polizia. Il 10 dicembre, con lo sciopero generale già indetto in precedenza dai sindacati, si è saldata la protesta degli studenti con quella dei lavoratori scesi in piazza contro il piano di privatizzazioni e la riforma del "mercato del lavoro" presentati dal governo; insieme chiedevano le dimissioni del premier Karamanlis.
Anche il movimento studentesco e dei docenti era già mobilitato contro la controriforma universitaria del governo che, lungi dal modificare un sistema che tra l'altro prevede il numero chiuso in tutte le facoltà e quindi l'impossibilità per molti studenti di seguire il corso prescelto, prevede drastici tagli ai finanziamenti della scuola pubblica e un'apertura all'istruzione privata.
Proteste e mobilitazioni cui il governo di destra rispondeva tirando dritto per la propria strada e mobilitando i reparti speciali della polizia per reprimere le proteste giovanili. L'uccisione del giovane Alexandros Grigoropoulos, a via Missolungi nel quartiere ateniese di Exarchia, da parte di un poliziotto la sera del 6 dicembre è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La domenica 7 dicembre la mobilitazione sudentesca si è estesa in tutte le scuole medie, quelle superiori e le università a Atene, Salonicco, Patrasso e via via in tutto il paese. Decine di migliaia di studenti sfilavano in corteo denunciando l'assassinio di Stato e si scontravano coi poliziotti.
L'8 dicembre giovani greci che vivono all'estero protestavano occupando le ambasciate elleniche a Londra e Berlino. Nella capitale tedesca una ventina di giovanissimi dimostranti esponevano dalla finestra uno striscione con scritto "Alexandros Grigoropoulos: ucciso dallo Stato". Le manifestazioni e gli scontri si moltiplicavano in Grecia dal Pireo a Xanthi, Patrasso, Giannina, Trikala, Karditsa nella Grecia settentrionale e Hania e Iraklion nell'isola di Creta.
Il 9 e il 10 dicembre si svolgevano manifestazioni di solidarietà con gli studenti greci da Roma a Milano, Napoli, Torino, Bologna e in altre città con presidi davanti le sedi consolari della Grecia.
Il 10 dicembre la Grecia si fermava per lo sciopero generale indetto dalla Confederazione generale dei lavoratori Gsee e della Federazione dei lavoratori del settore pubblico. Le manifestazioni contro il piano di privatizzazioni e la riforma del "mercato del lavoro" volute dal governo erano la prosecuzione della lotta già avviata con lo sciopero generale del 21 ottobre scorso ma per il momento in cui sono cadute hanno rappresentato un momento di unità tra lavoratori e studenti contro il governo Karamanlis ben più efficace delle manifestazioni promosse negli stessi giorni dai partiti dell'opposizione parlamentare che hanno cercato di inserirsi nell'onda della protesta antigovernativa. Il corteo dei lavoratori che sfilava per le strade di Atene è stato rafforzato da studenti universitari e delle scuole medie superiori usciti dalle scuole occupate. "È ora che Karamanlis se ne vada", il principale slogan gridato dai dimostranti mentre i responsabili dei sindacati ribadivano che "se non cambia la politica, il governo sarà rovesciato".
L'11 dicembre la lotta studentesca proseguiva a Atene con una manifestazione degli universitari al Politecnico mentre gli studenti medi prendevano d'assalto una quindicina di commissariati di polizia in vari quartieri della città. Anche a Salonicco i manifestanti assediavano la Questura. Manifestazioni e occupazioni si moltiplicavano in tutto il paese e proseguivano nei giorni successivi con oltre 700 scuole e sedi universitarie occupate.
Ad Atene il giudice che si occupava dell'assassinio del giovane Alexandros respingeva le tesi della polizia, sostenute a spada tratta dal ministro degli Interni, sulla dinamica dell'episodio, un colpo sparato per aria e disgraziatamente "rimbalzato" a terra. Tesi che contrastavano con la versione di testimoni, il poliziotto aveva sparato volontariamente a altezza d'uomo, e lo incriminava con l'imputazione di omicidio volontario. Mentre i dimostranti applicavano una targa sulla via Missolungi, ribattezzata "via Alexandros Grigoropulos".

17 dicembre 2008