Contro la manovra di lacrime e sangue del governo socialista Papandreu
Rivolta sociale in Grecia
Assediato il parlamento

Le immagini della sede del parlamento in piazza Syntagma, a Atene, assediata da decine di migliaia di dimostranti respinti dalle cariche della polizia e degli scontri tra manifestanti e poliziotti in varie parti della città il 16 giugno sono esplicative della rivolta sociale in atto in Grecia contro le manovra di lacrime e sangue del governo diretto dal socialista Papandreu che cerca di "guadagnarsi" un nuovo prestito dall'Unione europea (Ue) e dal Fondo monetario internazionale (Fmi) a sostegno delle disastrate casse statali.
I lavoratori sono scesi di nuovo in piazza, il 16 giugno, per il decimo sciopero generale dall'inizio della crisi, uno sciopero che ha paralizzato il paese; trasporti e servizi pubblici, compresi i traghetti, fermi banche, scuole, uffici e servizi pubblici chiusi. La mobilitazione dei lavoratori indetta dai tre maggiori sindacati dei lavoratori pubblici e privati si è svolta con manifestazioni in tutte le principali città del paese per "condannare il programma economico delle misure ingiuste, ineguali e antisociali e chiedere il loro l'immediato ritiro".
Decine di migliaia di manifestanti, molti dei quali del movimento di protesta popolare degli indignati, occupavano fin dalle prime ore della mattina la centrale piazza Syntagma e di fronte al parlamento esponevano striscioni con le scritte "No Pasaran" e "Resistiamo", sventolando bandiere greche e spagnole. Gli indignati accampati in piazza Syntagma da tre settimane formavano una catena umana che circondava il parlamento. L'assemblea era convocata il 16 giugno per iniziare l'esame della proposta di legge di bilancio che comprende nuove misure di austerità, fra le quali la nuova manovra finanziaria di tagli per 28 miliardi di euro, comprese nel programma economico a medio termine per il periodo 2012-2015; una nuova superstangata che il governo si appresta a varare su sollecitazione di Ue e Fmi.
Una manovra che secondo le organizzazioni sindacali porterà tra le altre il tasso di disoccupazione, già salito al 15%, a oltre il 22% entro la fine dell'anno col licenziamento di almeno 150 mila dipendenti pubblici.
I manifestanti in piazza Syntagma avevano circondato la sede del parlamento, protetta da alte barriere e da un folto schieramento della polizia per impedire l'ingresso ai deputati e per non far svolgere così il dibattito sulla legge di bilancio. "Kleftes", ladri, gridavano ai parlamentari che entravano nel palazzo e lanciavano arance e confezioni di yogurt contro le loro auto; una accoglienza riservata anche all'auto del premier Papandreou.
Il primo ministro socialista di fronte alla marea montante della protesta popolare tentava la mossa della proposta della formazione di un governo di unità nazionale, sostenendo che "serve uno sforzo nazionale perché siamo in una fase storica cruciale e dobbiamo prendere decisioni cruciali". Si rivolgeva ai partiti di destra, quelli battuti due anni fa, proprio ai responsabili delle ruberie e della creazione di uno spaventosi buco di bilancio messo a nudo dall'esplosione della crisi. Che hanno risposto picche lasciandogli l'onere di risanare l'economia. Con una maggioranza parlamentare sempre più risicata, scesa a 155 deputati su 300, per la defezione di diversi parlamentari socialisti, e di un paio di ministri del suo governo, contrari alle nuove misure di lacrime e sangue.
A Papandreu non è rimasto che procedere a un rimpasto governativo con la cacciata o il ridimensionamento a ministeri di secondo piano dei principali artefici del piano di tagli e controriforme. Anche se cambiando gli attori più screditati agli occhi delle masse popolari la politica del governo resta la stessa; il nuovo ministro delle Finanze Venizelos alla riunione del 19 giugno in Lussemburgo dell'Eurogruppo ha promesso il varo della legge finanziaria entro il 28 giugno. E i partner europei gli hanno risposto che finché il governo greco non avrà dimostrato "in modo credibile" di saper mantenere gli impegni presi non daranno il via libera all'erogazione della quinta tranche di prestiti da 12 miliardi di euro da parte di Ue e Fmi.

22 giugno 2011