Prima manifestazione nazionale a Roma
Rom e Sinti in piazza contro il razzismo
In 10 mila sfilano con triangolo nero con sopra una "Z": zingari, il simbolo degli internati nei lager nazisti
Uniti dalla parola d'ordine: "basta razzismo non aspettiamo la Shoah per intervenire", oltre 10 mila rom e sinti sono sfilati per la prima volta in corteo l'8 giugno a Roma nell'ambito della manifestazione nazionale "contro ogni razzismo, xenofobia e discriminazione razziale e per la dignità di tutti i popoli" lanciata dal musicista e docente universitario Alexian Santino Spinelli, rom di origine abruzzese della European Roma Travellers Forum. È la prima volta che il popolo Rom si autofinanzia e si autorganizza, esce dai campi, dalle bidonville, dai lager in cui il governo del neoduce Berlusconi vorrebbe rinchiuderlo per dare finalmente voce ai propri diritti.
Il partecipato e combattivo corteo è partito verso le 16 dal luogo del raduno accanto al Colosseo e si è concluso senza incidenti al Villaggio Globale nell'ex Campo Boario teatro dell'ultimo sgombero in ordine di tempo imposto dal neopodestà di Roma, il fascista Alemanno.
Alla manifestazione hanno preso parte intere famiglie e comunità rom e sinti giunti a Roma da ogni parte d'Italia e d'Europa fra cui il capo della Union Romani spagnola Juan de Diòs Ramirez Heredia, i rom dei campi di via Salone, Casilino 900, Monte Mario, Salviati, Martora, Candona, Lombroso Ciampino, alcuni sinti emiliani.
Al loro fianco anche Pietro Terracina, ex deportato ebreo ad Auschwitz, perché, spiega, il razzismo che colpisce oggi gli "zingari" è come quello che portò ai campi di concentramento nazisti. Quelli in cui furono sterminati proprio ebrei e rom. E proprio in ricordo del genocidio perpetrato dai nazi-fascisti tutti i manifestanti sfilano con un triangolino nero con la lettera "Z": Zigeuner, zingari in tedesco, appuntata sul petto. "È il simbolo degli internati Rom - spiega Stoianovic Vojislau -. Lo rindossiamo oggi perché anche il governo italiano punta a differenziarci: vuole cacciarci via. E visto che non esiste lo Stato Rom-Zingaria, rischiamo proprio di essere marchiati di nuovo con quel triangolo nero". Durante il corteo le ragazze e le bambine si esibiscono in danze etniche sul camion musicale dell'organizzazione e sotto i bambini con le magliette in cui si legge: "Siamo rom-ani", battono le mani con la collaborazione di 50 associazioni tra cui l'Arci, Sant'Egidio e l'adesione della Comunità ebraica. Le donne sfilano vestite coi costumi tradizionali, indossano gonne lunghe cui si aggrappano figli divertiti che scambiano questa marcia di protesta con una bellissima festa. Mentre dai megafoni si leva sempre più alto il monito: "Alemanno stai sbagliando, i nostri bambini sono nati a Roma, vanno a scuola, non possono essere cacciati così!". E ancora: "No ai pogrom. Siamo qui - sottolinea Santino Spinelli - per stemperare il clima orrendo che si è creato". E come leader dell'associazione "Them romanò", detta la linea: "Smantellare i campi rom, liberare i rom. Ci sono falsi profeti (riferimento all'Opera Nomadi che ha tentato in tutti i modi di boicottare la manifestazione, ndr) che vogliono far passare il campo nomadi come espressione culturale, invece è una forma di segregazione razziale. I rom - continua Spinelli - non vogliono vivere in questo modo. Stop all'informazione razzista. Non è vero che l'integrazione pesa sulle tasche degli italiani: i progetti ricevono fondi Ue".
Insomma una bella giornata di lotta e di festa conclusa al "Villaggio Globale" dove i rappresentanti e associazioni di rom e sinti hanno deciso di dare il via alla prima Consulta romanì italiana per creare una rete informatica contro il razzismo a mezzo stampa. Vi potranno aderire i rappresentanti dei rom e le associazioni dei gagé (non-rom). Perché, spiega Graziano Halilovic, residente nel campo di Ciampino e membro del Comitato rom e sinti insieme: "Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità: se sbaglieremo, il danno l'avremo fatto noi. Se faremo bene, ci prenderemo il merito. Non ne possiamo più dell'assistenzialismo". Al termine della manifestazione le bande musicali del Kossovo e di Bucarest hanno dato il via al festival antirazzista esibendosi in canti e balli fino a notte.

11 giugno 2008