Ora è la volta delle ronde nere razziste
Sulle divise l'aquila e il sole nero, simbolo nazista. Tra i capi il fascista Saya indagato per la "polizia parallela" Dssa
Le squadracce fasciste s'apprestano a scorrazzare liberamente nelle strade del Paese. A farle riemergere dalle fogne ci sta pensando il governo del neoduce Berlusconi con il famigerato disegno di legge sulla "sicurezza", in vigore a breve grazie anche all'opposizione di burro di PD e IdV. Il 13 giugno scorso a Milano l'MSI-Destra italiana ha presentato la Guardia nazionale italiana (GNI), braccio paramilitare del neonato Partito nazionalista italiano (PNI), emanazione dello stesso MSI e con un programma che reclama diritti di cittadinanza e accesso alle cariche pubbliche solo per chi ha sangue italiano, stop all'immigrazione ed espulsione di tutti gli immigrati in Italia da dopo il 31 dicembre 1977.
Evidenti fin dalla divisa i richiami al nazifascismo: l'aquila imperiale romana sul basco grigio e il sole nero, che adorna il pavimento del castello di Wewelsburg, quartiere generale delle SS, a fasciare il braccio.
L'ispiratore politico della GNI è il fascista Gaetano Saya, rinviato a giudizio nel 2004 per aver diffuso "idee fondate sulla superiorità e l'odio razziale" e indagato per "la polizia parallela" Dssa (Dipartimento studi strategici anti-terrorismo) composta da fascisti, massoni, ex gladiatori, poliziotti, carabinieri e finanzieri. Lungi dall'essere niente più che "un nazista di ritorno stile Blues Brothers", a cui lo riduce opportunisticamente il fogliaccio berlusconiano Il Giornale, in realtà Saya, ex agente Nato ed ex uomo dell'organizzazione anticomunista e golpista Gladio, legato al Sismi, vanta notoriamente relazioni con i vertici dei servizi segreti italiani, con Licio Gelli e con lo stesso Berlusconi.
Non a caso per la presentazione milanese della GNI si è scelta una sala di Palazzo Rapisarda di proprietà dell'ex craxiano e neo-missino Angelo Fiaccabrino. "Qui è nata Forza Italia, vogliamo testimoniare la nostra vicinanza a Berlusconi", ha spiegato Maria Antonietta Cannizzaro, presidente del partito e convivente di Saya, immortalata in alcune foto insieme al neoduce di Arcore sorridente. E sempre non a caso il comandante della GNI è il colonnello dei carabinieri in riserva, Augusto Calzetta, mentre il presidente è l'ex alpino Maurizio Correnti. Del resto il 30% degli appartenenti alla GNI sono ex agenti delle "forze dell'ordine". Tutto sembra, considerata la storia delle persone che hanno finora aderito alla GNI, tranne che una "pagliacciata" come non esclude neppure il manifesto.
Oltre che dai "soliti" comunisti e immigrati, per il PNI, pronto a presentarsi alle prossime elezioni in appoggio a Berlusconi, i pericoli per la Patria e per il forte potere centrale dello Stato arrivano anche dai secessionisti della Lega Nord. "È questa gente che dovrà fare i conti con la nostra Guardia - minaccia Saya -. Che la Lega stia attenta a dove va".
Un messaggio arrivato al destinatario, Maroni, che liquida però il caso ronde nere come "folklore". "Il nostro ddl - minimizza il ministro di polizia - impedisce le ronde fai da te. Si prevede infatti che sia il sindaco a decidere di avvalersi delle associazioni di volontari; queste ultime devono essere inoltre iscritte in un registro e passare al vaglio del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza". Un'affermazione tutt'altro che tranquillizzante dato che il via libera del sindaco non esclude affatto l'autorizzazione su base politica di una determinata ronda, semmai la conferma.
La verità è che la terza repubblica neofascista, razzista e xenofoba sorge su fondamenta istituzionali marce, in un clima di "resa dei conti" tra le diverse fazioni della borghesia, ognuna con la sua banda a pagamento, sia essa la Guardia nazionale italiana o la Guardia nazionale padana e altre similari.
Nel frattempo il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, che ha formalizzato nei confronti dei promotori della GNI l'accusa di violazione della legge Scelba contestando i reati di apologia di fascismo e ricostituzione del partito fascista, si è già beccato l'accusa di "comunista eversore" da Saya, fedele al neoduce Berlusconi persino nei toni contro la magistratura.
Sta alle masse popolari, agli antifascisti, ai sinceri democratici e progressisti, buttare giù il neoduce Berlusconi con tutto il suo contorno in camicia nera. Ci possono riuscire solo lottando per il socialismo in un fronte unito con il PMLI, il partito del proletariato, l'unico a denunciare con chiarezza e da tempi non sospetti il carattere neofascista della terza repubblica capitalista, neofascista presidenzialista, federalista e interventista.

25 giugno 2009