La Russia inizia la corsa alla conquista dell'Artico
Ottawa annuncia la costruzione di un porto e di una base militare. Copenaghen lancia la spedizione Lomrog
Il 2 agosto i due minisommergibili russi Mir1 e Mir2 con a bordo degli esploratori hanno raggiunto per la prima volta il fondale dell'Oceano artico esattamente al di sotto del Polo Nord geografico a una profondità di 4300 metri e hanno piantato la bandiera nazionale, incapsulata in un apposito contenitore in titanio. "È come la prima volta sulla Luna" ha dichiarato il portavoce dell'Istituto di ricerche artiche e antartiche russo Sergei Balyasnikov. Che ha illustrato gli obiettivi scientifici della spedizione: mappare i fondali del Polo Nord.
Ma l'aspetto principale della missione non è scientifico. Il gesto simbolico della deposizione della bandiera è l'affermazione della sovranità russa sul fondale oceanico sotto il Polo. La pretesa di tale sovranità è basata sul regolamento internazionale che consente a uno stato di estendere le proprie acque territoriali oltre il limite canonico delle 200 miglia marine se può dimostrare che la regione reclamata è un prolungamento della propria piattaforma continentale. E in questo modo ottenere i diritti di sfruttamento su circa 1,2 milioni di chilometri quadrati di banchisa polare che secondo varie stime conterrebbero ricchissimi giacimenti di gas e petrolio. A 4.300 metri di profondità il pilota di uno dei due Mir ha annunciato: "l'Artico è russo".
Già nel 2001 Mosca aveva sostenuto di fronte a una commissione delle Nazioni unite che la profondità nell'Artico fa parte del territorio russo, compreso il Polo Nord geografico del pianeta. Secondo il diritto internazionale il Polo Nord non appartiene a nessuna nazione: ognuno dei cinque Stati che si affacciano sull'Artico (Russia, Stati Uniti, Canada, Norvegia, Danimarca a cui appartiene la Groenlandia) può sfruttarne economicamente solo una zona fino a 320 chilometri dalla piattaforma continentale. Salvo dimostrare che la regione reclamata è un prolungamento della propria piattaforma continentale dato che la Convenzione Onu del 1982 afferma che il fondo marino collegato alla piattaforma continentale è parte del territorio nazionale.
Una spedizione di geologi russi che ha effettuato un viaggio nell'Artico su una nave rompighiaccio a propulsione nucleare ha recentemente dichiarato che la dorsale Lomonosov, la catena montuosa sottomarina che taglia l'Artico a metà e si estende sotto l'acqua per 1.700 chilometri dalla Siberia all'estremità nordoccidentale della Groenlandia, è unita direttamente al territorio della Federazione russa e quindi darebbe a Mosca il diritto di sfruttamento del territorio.
L'iniziativa russa ha lanciato la corsa alla conquista dell'Artico.
L'11 agosto il premier canadese Stephen Harper annunciava che il governo canadese costruirà una base di addestramento per l'esercito a Resolute Bay sull'isola di Cornwallis, a 600 chilometri dal Polo Nord, e un porto per il rifornimento per le navi da guerra, dopo aver stanziato un finanziamento per la costruzione di sei navi che presidieranno l'area artica. Harper ha definito la decisione del governo di Ottawa "un segnale al mondo che il Canada esercita una presenza reale, crescente e a lungo termine nell'Artico". Per sfruttarne i giacimenti e per controllare le nuove vie di comunicazione nel nord-ovest che si sono aperte per il disgelo polare che ha ridotto le dimensioni della banchisa.
Dietro il Canada si è mossa la Danimarca. Il 12 agosto una squadra di scienziati danesi si è imbarcata a Tromso sul rompighiaccio svedese Oden e si è diretta verso il nord della Groenlandia. La spedizione esplorerà la "Dorsale Lomonosov" per stabilire se essa conduca anche fino alla Groenlandia, che è provincia autonoma danese. La spedizione, si chiama Lomrog (acronimo inglese di "Lomonosov Ridge Off Greenland", Dorsale Lomonosov). Anche una nave rompighiaccio della Guardia costiera americana si è messa a metà agosto in viaggio verso l'Alaska da dove proseguirà in direzione nord per mappare il fondale della regione artica.

29 agosto 2007