La Russia invierà truppe nell'Artico entro il 2020
La Russia considera la regione dell'Artico una zona altamente strategica e per difendere i propri interessi imperialisti vuole schierarvi speciali unità dell'esercito e dei servizi segreti allo scopo di garantire la "sicurezza militare" nelle zone che ritiene cadano sotto il proprio controllo.
Recentemente il Consiglio di Sicurezza russo ha pubblicato sul suo sito il documento deniminato "Linee guida per la politica della Federazione russa nell'Artico sino al 2020" nel quale afferma che "è necessario creare unità militari nel-
la zona artica della Federazione russa in grado di garantire la sicurezza militare'', assieme a "un sistema funzionante di controllo delle coste, complementare allo sviluppo di infrastrutture di frontiera". "Non si tratta di militarizza-
zione" dell'Artico, ha tenuto a pre-
cisare un portavoce dell'organismo militare, ma poco ci manca.
La "strategia per l'Artico" è stata approvata nello scorso settembre dal presidente russo Dimitri Medvedev con l'obiettivo dichiarato di arrivare a poter "usare la zona artica come base strategica per le risorse naturali". In particolare idrocarburi al cui sfruttamento sono interessati anche altri paesi confinanti come  Canada, Stati Uniti, Norvegia e Danimarca.
Nel 2001 la Russia aveva presentato all'Onu una richiesta formale di riconoscere l'appartenenza alla Russia della dorsale montuosa sottomarina di Lomonosov, sostenendo che essa è la continuazione della sua piattaforma continentale e per questo parte del territorio russo. Un riconoscimento che i concorrenti imperialisti non hanno certo concesso a Mosca. Lo scorso settembre a margine di una seduta del Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla questione dello sfruttamento delle risorse dell'Artico il rappresentante di Mosca aveva manifestato l'intenzione della Russia di difendere in concreto i propri interessi nella regione, "così come fanno gli altri paesi''.
Il progetto del Consiglio di Sicurezza russo prevede il dispiegamento militare in tre tappe; la prima si concluderà entro il 2010 e prevede di determinare le frontiere russe nella regione artica "con metodi di studio geologici e geografici", la seconda si concluderà entro il 2015 col riconoscimento internazionale di queste frontiere dato per scontato da Mosca e infine la terza e ultima tappa, dal 2016 al 2020, che deve portare l'Artico ad essere "la base strategica delle risorse naturali" per la Russia. Risorse presidiate da esercito e servizi di Mosca.

8 luglio 2009