La Russia imperialista si riarma
Medvedev: "Prima di tutto le nostre forze nucleari strategiche"
Parlando il 18 marzo a una riunione con i vertici militari, il presidente russo Dmitri Medvedev ha sottolineato la necessità di aumentare le capacità di combattimento delle forze armate russe e in particolare delle forze strategiche nucleari e ha annunciato un "riarmo su vasta scala" e un radicale "ammodernamento" a partire dal 2011.
"L'obiettivo principale è l'innalzamento delle capacità di combattimento dell'Esercito, in primo luogo delle Forze nucleari strategiche", ha affermato Medvedev, e senza aspettare il 2011. Tanto che il giorno precedente il generale Nikolai Solovtsov, il comandante delle truppe strategiche, aveva già annunciato che nel dicembre 2009, subito dopo la scadenza del trattato Start1 con gli Usa per la riduzione delle armi nucleari, verrà installata una divisione di missili strategici intercontinentali di ultima generazione, gli Rs-24 a testate multiple mentre a breve inizieranno i collaudi di un sommergibile atomico di nuova generazione, lo Yurij Dolgorucki.
A quanto pare una delle effettive "misure anticrisi" del governo russo sarà il massiccio programma di riarmo delle forze armate, finanziato con almeno una quarantina di miliardi di dollari di investimenti entro i prossimi due anni nelle industrie militari del paese.
Il prossimo 1 aprile a Londra, a margine del G20, è in programma il primo incontro ufficiale tra Medvedev e il presidente americano Obama. Nell'ultima parte della presidenza Bush lo scontro tra i due paesi si è acuito su due questioni: l'installazione dello scudo antimissile americano in Polonia e Repubblica Ceca e i piani di allargamento a Est della Nato che sono arrivati a un passo dall'adesione all'Alleanza atlantica di Georgia e Ucraina. Due iniziative che la Russia ritiene non a torto una minaccia diretta nei suoi confronti del concorrente imperialista.
Dal suo insediamento alla Casa Bianca Barack Obama non ha ancora chiarito quali saranno le intenzioni della nuova amministrazione Usa e Medvedev senza attendere oltre ha voluto precisare che intanto la Russia si riarma. "L'analisi della situazione politico-militare nel mondo - ha sottolineato - dimostra che in una serie di regioni resta un potenziale serio di conflitti, restano le minacce legate alle crisi locali, resta il terrorismo internazionale, e non cessano i tentativi di allargamento dell'infrastruttura militare della Nato nelle vicinanze della Russia"; sono queste le ragioni che "richiedono un ammodernamento qualitativo delle nostre Forze armate".
Un ammodernamento ritenuto non più rinviabile dal Cremlino per poter mettere in grado l'imperialismo russo di rispondere alla pari alle sfide anche militari lanciate dal concorrente americano.
Come ha indirettamente affermato lo stesso Medvedev quando nel suo intervento ha tra l'altro sostenuto che il "successo" dell'intervento dell'agosto scorso in Georgia, leggi aggressione pur provocata al vicino paese, "ha evidenziato dei problemi che vanno affrontati e risolti". Confermando le analisi di alcuni osservatori militari che avevano notato le difficoltà logistiche delle truppe e dell'aviazione russe intervenute nel conflitto; la disparità di forze in campo era tale che le forze armate russe avrebbero dovuto "risolvere" il problema georgiano in minor tempo e con minori perdite. Probabilmente queste difficoltà della Russia erano conosciute dagli Usa che hanno spinto l'alleato georgiano all'attacco contro le forze indipendentiste nelle repubbliche dell'Abkazia e dell'Ossezia del nord pensando di chiudere rapidamente la partita e mettere Mosca di fronte al fatto compiuto.

25 marzo 2009