Lo denuncia il presidente dell'Anpi
Il sacrario a Graziani è una vergogna
Chiudere immediatamente quel monumento al generale fascista e repubblichino responsabile di agghiaccianti carneficine imperialiste in Africa

Lo scorso 8 settembre il presidente dell'ANPI Carlo Smuraglia ha condannato la sciagurata iniziativa del sindaco di Affile, in provincia di Frosinone, che ha fatto innalzare e inaugurato lo scorso agosto un sacrario finanziato anche dalla Regione Lazio della Polverini dedicato al generale Rodolfo Graziani che vi trascorse alcuni anni della sua vita dopo essere uscito dal carcere a seguito della condanna come criminale di guerra.
Per capire la gravità inaudita del monumento al boia Rodolfo Graziani bisogna comprendere chiaramente che si sta parlando di un criminale di guerra, condannato come tale da un tribunale italiano: responsabile dal 1924 al 1931 della riconquista della Libia, parzialmente sfuggita al controllo italiano a seguito dell'insurrezione araba che aveva approfittato dell'impegno italiano nella I guerra mondiale, si macchiò di crimini come la deportazione e l'internamento di centinaia di migliaia di civili libici in campi di concentramento che provocò almeno trentamila morti e gli valse il soprannome di 'macellaio del Fezzan', per poi distinguersi nella guerra d'Etiopia dove a cominciare dalla battaglia di Neghelli usò i gas asfissianti per poi passare alla micidiale iprite e al devastante fosgene, già allora proibiti dalla convenzione di Ginevra, nelle battaglie di Dolo, di Gorrahei e di Areri dove le testate mortali italiane bombardarono a tappeto interi villaggi sterminando oltre ai militari etiopici anche decine di migliaia di donne e di bambini inermi.
Nel 1937, dopo essere stato nominato Vicerè d'Etiopia, sfuggì a un attentato dove rimase ferito: ordinò una rappresaglia eseguita materialmente dai carabinieri per le strade di Addis Abeba dove furono brutalmente massacrati non meno di trentamila etiopici, e in seguito la durissima repressione si estese sempre per mano dei carabinieri - che costituivano la principale forza di polizia nel paese africano - al resto dell'Etiopia con l'uccisione indiscriminata anche di monaci, monache, preti e persino di ragazzi indifesi colpevoli solo di scherzare sull'attentato a Graziani.
Nella seconda guerra mondiale entrò più che mai convinto dell'alleanza con i nazisti - aveva firmato il manifesto fascista sulla razza - operando nel fronte libico e aderendo dopo l'8 settembre 1943 alla "repubblica sociale italiana" che servì fedelmente assumendo il ministero della difesa durante il quale emanò il bando di condanna a morte contro i renitenti alla leva ed i partigiani rendendosi responsabile di tutta l'attività militare repubblichina arrendendosi poi agli americani soltanto quando questi ultimi entrarono a Milano.
Reclamato come responsabile di crimini di guerra dal governo etiopico legittimamente ricostituito, fu alla fine processato in Italia nel 1948 e condannato a 19 anni di reclusione di cui 17 furono condonati e alla fine per cavilli vari scontò solo 4 mesi senza avere mai rinnegato né i suoi crimini né la sua piena adesione al fascismo e le sue simpatie naziste, tanto da essere proclamato nel 1953 segretario del Movimento Sociale Italiano, carica che tenne fino alla morte che lo colse l'anno successivo.
Non si sta parlando quindi di un semplice aderente al fascismo, ma di un criminale di guerra fascista, esattamente come in Germania si parla (o si dovrebbe parlare) di Himmler o di Goering, e quindi è mostruoso che sul territorio italiano trovi posto un tempio commemorativo per celebrare imprese militari di un uomo responsabile di decine e decine di migliaia di morti civili in Africa e tra gli stessi italiani che parteciparono alla Resistenza, e quindi è ancora più evidente che chi lo commemora come il sindaco di Affile e Renata Polverini sono puramente e semplicemente dei fascisti. Ecco perché ci uniamo all'ANPI nel chiedere l'immediata chiusura di questo abominevole sacrario eretto in mezzo ad un parco pubblico che infanga la memoria di decine e decine di migliaia di civili inermi libici, etiopici ed italiani fatti morire di fame e di stenti, fatti asfissiare, fucilare e massacrare da questo aguzzino.

17 ottobre 2012