Introduzione del compagno Francesco Giovinazzo al dibattito elettorale del PMLI tenuto a Napoli
"Per capire perché astenersi votando per il PMLI bisogna riflettere sull'operato delle istituzioni rappresentative borghesi e sulle condizioni di vita, di lavoro, sociali e assistenziali delle masse popolari partenopee e campane"
"Le compagne, in prima linea nella conduzione della campagna astensionista del pmli, rappresentano un'importante svolta per lo sviluppo del partito a Napoli e in vista del V Congresso nazionale del PMLI"

Compagne e compagni, amiche e amici,
a nome della Cellula "Vesuvio Rosso" del PMLI, vi rivolgo sentiti ringraziamenti per la vostra partecipazione a questo dibattito pubblico, organizzato in occasione delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile.
Un particolare ringraziamento permettetemi di rivolgerlo a tutte le compagne e i compagni che hanno organizzato il dibattito e alla Squadra di propaganda partenopea dell'astensionismo che si sta facendo in quattro per diffondere le posizioni del PMLI, alla Cellula "25 Aprile 1945" di Melito e all'Organizzazione ischitana del PMLI, entrambe presenti.
Un primo doveroso elogio lo merita il compagno Luigi Prodromo, militante storico della nostra Cellula, che ha trovato la sala nella quale oggi svolgiamo la nostra iniziativa e che ha diretto magnificamente in più di un'occasione la Squadra di propaganda dell'astensionismo marxista-leninista.
Un secondo encomio lo riserviamo alle compagne che sono state in prima linea nella conduzione della campagna elettorale, partecipando attivamente alle diffusioni e ai banchini organizzati dal Partito e di cui abbiamo un esempio oggi con la presenza della compagna Valentina in presidenza. È un fatto nuovo e nello stesso tempo storico per la nostra Cellula, una vera e propria svolta per lo sviluppo locale del Partito a Napoli, un dono prezioso per tutto il Partito in vista del V Congresso nazionale del PMLI.
Un saluto va al nostro Responsabile regionale, compagno Franco Di Matteo, che è stato vicino alla Squadra di propaganda in diversi momenti per supportala ed è stato presente a qualche diffusione; per ragioni di forza maggiore non è qui oggi.
Ringrazio l'oratore inviato dal Comitato centrale del PMLI, che introdurrà il dibattito e che con il suo intervento spero possa spronarvi e creare spunti argomentativi affinché il dibattito seguente possa essere vivo e il confronto onesto e sincero.
Oggi vi chiederemo di votare per il PMLI, il suo simbolo: la falce e il martello con l'effige di Mao e dunque scegliere tra capitalismo, rappresentato da tutti i partiti e coalizioni di destra e di "sinistra" che si contendono il governo nazionale, ed il socialismo rappresentato oggi in Italia dal PMLI.
La nostra campagna elettorale priva di mezzi e di denaro è stata completamente oscurata dai mass-media, in barba alle più elementari regole democratiche o alla cosiddetta par condicio. Allo stesso tempo però è stato dato spazio a squadracce neofasciste come "Forza nuova" che ha potuto presidiare lo scorso 29 marzo piazza Carità. E non è la prima volta che la neopodestà di Napoli, la DC Iervolino, ha lasciato che la teppaglia fascista potesse scorrazzare liberamente per le vie di Napoli, dandogli piazze, teatri o strade per diffondere il loro nero materiale.
Diverso trattamento è stato riservato ai marxisti-leninisti. Eppure il PMLI è presente nelle piazze italiane da 31 anni più 10 se si considerano gli anni di preparazione: a Napoli siamo presenti da oltre 15 anni! È impossibile non sapere dell'esistenza del PMLI e ignorare sistematicamente il Partito con la storia più lunga d'Italia.
Per capire perché oggi occorre astenersi, votando per il PMLI e non per chi imbroglia e non rappresenta le masse, vorrei chiedervi di riflettere sull'operato delle giunte di "centro-sinistra" che occupano da 15 anni le poltrone delle giunte locali e regionali; vorrei farvi riflettere sulle condizioni di vita, di lavoro, sociali e assistenziali delle masse popolari partenopee e campane.
In particolare queste giunte, contestualmente alla nefasta e scellerata politica sui rifiuti, si sono distinte per la politica ultraliberista delle privatizzazioni, figlia del peggior capitalismo, con la quasi totale deindustrializzazione di Napoli e provincia e una disoccupazione che sfiora in Campania 1 milione di unità. Per non parlare delle famiglie povere o nullatenenti per le quali non c'è statistica che tenga: basta inoltrarsi nei quartieri popolari (e sono tanti!) per vedere le condizioni disagiate, pessime, in cui vive il popolo napoletano. Per questo motivo la Cellula e il PMLI si collocano al fianco della lotta dei disoccupati di Napoli per il lavoro stabile e a salario pieno, auspicando che tutti si uniscano in un grande movimento di lotta per raggiungere questo obiettivo, ridando vita alla grande stagione di lotta di fine anni '90 a Napoli.
La furia delle privatizzazioni ultraliberiste fu avviata dal piccolo duce della Campania, Antonio Bassolino, quando era neopodestà di Napoli, con la svendita dell'aeroporto di Capodichino al capitalismo inglese. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, si dice. Infatti Bassolino, insieme alle altre istituzioni locali in camicia nera e con l'avallo della Casa del fascio, infischiandosene delle più elementari regole democratiche, ha varato l'infame delibera dell'ATO2 con l'obbiettivo di svendere un bene comune come l'acqua alle grandi multinazionali: un'azione scellerata che è stata una vera e propria pugnalata alle spalle del popolo.
Stessa politica è stata utilizzata con i rifiuti. Mentre le campagne elettorali imbastite da questi imbroglioni del "centro-sinistra", con alla testa il plurinquisito, plurindagato e plurimputato Bassolino, ingannavano le masse parlando di raccolta differenziata, nei fatti, una volta attaccati alle poltrone si sono concretizzate nella politica di incenerimento dei rifiuti che si è sostanziata nel dare appalti ad imprese multinazionali quali la Fibe dell'ex pescecane Fiat Cesare Romiti e la Impregilo e nella privatizzazione dell'intero ciclo rifiuti scialacquando interi patrimoni pubblici per pagare inutili commissariamenti, che hanno arricchito i singoli senza risolvere di un "h" il problema della munnezza a Napoli.
Ci stringiamo attorno ai Comitati di lotta che si vennero a formare prima contro la privatizzazione dell'acqua e che hanno vinto momentaneamente la propria battaglia e oggi abbracciamo con forza la lotta dei Comitati per la difesa della salute e dell'ambiente e leviamo alta la bandiera di tutte le popolazioni con alla testa quelle di Pianura, che si stanno battendo non solo per liberare subito le strade dall'immondizia e prevenire il disastro igienico-sanitario con il caldo alle porte, ma anche per affossare il nuovo ciclo di profitto derivante dai rifiuti che è in contraddizione, almeno quanto il vecchio, con la riduzione, la raccolta differenziata, il riciclaggio. Nessun territorio, come afferma il documento dell'Ufficio politico del PMLI sui rifiuti, sia pur asfissiato dai rifiuti e dai veleni, si è lasciato ingannare e ricattare dalla propaganda per aprire subito gli inceneritori. Le popolazioni di Acerra, di Santa Maria la Fossa, di Salerno, non vogliono gli inceneritori, nonostante siano accerchiate dalla crociata mediatica imbastita dalle istituzioni borghesi per aizzarle contro le altre popolazioni sommerse dai rifiuti. In una delle ultime grandi manifestazioni a Napoli hanno sfilato gli uni accanto agli altri gli abitanti di Pianura, di Giugliano e di Acerra. Il progetto del commissario De Gennaro, capo delle mattanze di Napoli e di Genova 2001, è totalmente non condivisibile e da rigettare; il controllo sui rifiuti spetta alla popolazione locale, tenendo in prima posizione la raccolta differenziata e rigettata nella maniera più assoluta della logica dell'inceneritore.
Non votate per Veltroni e Berlusconi! Non credete a questi due imbroglioni politici! Basta vedere i comizi di Napoli e Avellino di ieri nei quali non si parla di come combattere la camorra se non demagogicamente e per raccattare consensi che attualmente si trovano nel catino dell'astensione. La camorra è figlia di queste stesse istituzioni e soltanto il lavoro e l'industrializzazione, in special modo nel nostro martoriato Mezzogiorno, rappresentano l'alternativa, non certo la repressione e la militarizzazione del territorio tramite le "pattuglie di quartiere" nuovo slogan neofascista lanciato dal neoduce Berlusconi.
Sui candidati che si presentano come capolista o nelle liste elettorali, c'è poco da dire in quanto è praticamente esclusa la componente operaia, della larga massa dei lavoratori e delle lavoratrici, mentre abbondano i capitalisti, i banchieri e burocrati politici come il rinnegato D'Alema e il DC ultraottantenne De Mita. Stessa sorte per la Sinistra arcobaleno che non ha nulla di nuovo rispetto al passato, fuorché aver tolto la falce e martello. Il gruppo del leader trotzkista e arcimbroglione Bertinotti, candidato premier per la componente che raccoglie tra gli altri Verdi, PRC, PdCI e SD, ha tra gli altri candidato l'ex deputato ed ex leader dei rappresentanti degli studenti, il medico-chirurgo Tommaso Pellegrino, delfino di Pecoraro Scanio e Francesco Borrelli (assessore provinciale all'agricoltura), responsabili tutti e tre dello scempio ambientale che sta devastando Napoli e Campania.
Non parliamo poi di alcuni gruppi ultrasinistri e trotzkisti che millantano di fronte alla masse di essere rivoluzionari per poi invitare a votare loro stessi e (questo è il brutto!) laddove non sono presenti, dare preferenza alla Sinistra arcobaleno e finanche al PD. Nei confronti di questi falsi rivoluzionari, oggi completamente smascherati dinanzi al popolo, poniamo questa domanda: e se non ci dovesse essere il PD, inviteranno le masse a votare Berlusconi e il "Popolo delle libertà"?
Compagni e compagne, amici e amiche,
è necessario dare una svolta significativa all'astensionismo e qualificarlo come voto netto e chiaro nei confronti del PMLI e per delegittimare le istituzioni borghesi in camicia nera e dare spazio finalmente alla vera alternativa proposta dal PMLI ossia le Assemblee popolari e i Comitati Popolari, le vere istituzioni rappresentative delle masse popolari fautrici del socialismo.
Non esiste nella storia un unico sistema sociale, che si chiama capitalismo, come vogliono farci credere i prezzolati signori del palazzo che si chiamino Berlusconi, Veltroni o Bertinotti. La storia ha dimostrato più volte il contrario, indicando nel socialismo la risoluzione inevitabile, al pari del sorgere del sole, delle contrapposizioni, delle contraddizioni sociali, economiche e quindi politiche, attraverso le lotte della classe operaia e dei suoi alleati che sfociano, come una ruota inevitabile e indipendente dalla volontà dell'uomo, nella rivoluzione socialista.
Votate per il PMLI astenendovi! Votate la falce e martello e l'effige di Mao alle prossime elezioni politiche del 13 e 14 aprile!
Unitevi nella costruzione di un grande, forte e radicato PMLI per farlo diventare un Gigante Rosso proprio ora che sta per scoccare l'ora del V Congresso nazionale del PMLI!
Lascio la parola al compagno oratore che svilupperà i temi detti sinteticamente in questa introduzione.

9 Aprile 2008