Sanzioni economiche imperialiste dell'unione europea contro l'Iran

I ministri degli esteri dei 27 paesi dell'Unione europea (Ue) riuniti il 15 ottobre a Bruxelles hanno espresso "serie e profonde preoccupazioni sulle attività nucleari" della Repubblica islamica dell'Iran e per convincere il governo di Teheran a "impegnarsi costruttivamente con negoziati seri e ad affrontare le preoccupazioni della comunità internazionale" riguardo il suo programma di sviluppo del nucleare hanno deciso di inasprire le sanzioni economiche già adottate nel luglio scorso col divieto di importazione del greggio allungando la lista col divieto di importare gas naturale e quello di esportare in Iran una serie di materiali, dalla grafite all'alluminio, che potrebbero essere impiegati nel programma nucleare.
Il pacchetto di sanzioni si completa con la proibizione di "tutte le transazioni tra le banche iraniane e quelle europee, a meno che non siano esplicitamente autorizzate in anticipo dalle autorità nazionali, sotto strette condizioni". Col divieto alle compagnie europee di usare navi per trasportare petrolio e prodotti petrolchimici iraniani. Con l'inserimento di altre 34 società iraniane nella lista di quelle a cui sono congelati i beni e bloccato ogni rapporto.
I ministri europei affermavano di voler colpire ogni possibile "fonte di finanziamento per il regime" iraniano per convincerlo a rinunciare al suo programma nucleare, che è bene ricordare, è pienamente legittimo. Nel contempo la rappresentante della politica estera europea, l'inglese Catherine Ashton, dichiarava la volontà dell'Unione europea di voler riprendere il dialogo con Teheran sul dossier nucleare. Una posizione ridicola, sbandierata solo per cercare di mascherare la politica anti iraniana della Ue, una politica che risponde agli interessi imperialisti della Ue schierata a fianco dell'imperialismo americano e dei sionisti di Tel Aviv.
L'ambasciatore dell'Iran a Roma, Seyed Mohamed Ali Hosseinì, denunciava che lo strumento dell'embargo è "assimilabile a una forma di terrorismo soft" perché "alcuni governi lo usano per imporre le proprie politiche talvolta illegittime ad altri paesi".
Il 19 ottobre il presidente della Repubblica Islamica dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad, durante la conferenza stampa tenutasi in Kuwait dove si trova in visita ufficiale, dichiarava che "le potenze arroganti cercano di vendicarsi della nazione iraniana attraverso l'imposizione di sanzioni ma falliranno certamente". E ha concluso affermando che "sono 5 anni che l'Europa applica sanzioni contro l'Iran ma la domanda che pongo è questa: l'economia di chi, oggi, è allo sfascio. La nostra o quella dell'Europa?".

7 novembre 2012