25enne muore intossicato dal gas
Ancora sangue operaio alla Saras
Due anni fa ne erano morti altri tre nella fabbrica dei Moratti a Cagliari
La Fiom denuncia: è un'azienda pericolosa

Non ce l'ha fatta Pierpaolo Pulvirenti, il giovane 25enne operaio siciliano colpito da un getto di idrogeno solforato la sera dell'11 aprile mentre eseguiva i lavori di manutenzione nella raffineria Saras di Sarroch (Cagliari) di proprietà dei padroni Moratti.
Pierpaolo è deceduto dopo una notte di straziante agonia presso l'ospedale Santissima Trinità.
Se la caveranno invece i suoi due compagni di lavoro: il ventitreenne Gabriele Serrano, di Augusta, anche lui intossicato dal gas ma in maniera più lieve, e il 42enne di Siracusa, Luigi Catania, che si è fratturato una gamba cadendo da una scala mentre tentava di soccorrere i due colleghi.
Si tratta di un omicidio annunciato; l'ennesimo, che drammaticamente riporta alla mente quello plurimo avvenuto poco meno di 2 anni fa, il 26 maggio 2009, quando altri tre giovani operai di una ditta appaltatrice esterna morirono alla Saras a causa dell'esalazione di gas.
Per quell'incidente, costato la vita a Bruno Muntoni, Daniele Melis e Pierluigi Solinas: i tre operai di Villa San Pietro addetti alla pulizia di una cisterna uccisi dalle esalazioni, sono stati rinviati a giudizio i vertici della società con l'accusa di omicidio colposo: il processo, con rito abbreviato, è iniziato il 18 aprile a Cagliari con i Pubblici ministeri che hanno chiesto due anni e otto mesi per il direttore generale della raffineria, Dario Scafardi e per Antioco Mario Gregu, direttore delle operazioni industriali; 2 anni e 4 mesi per il direttore dello stabilimento Guido Grosso, 2 anni e 2 mesi per Antonello Atzori, il responsabile area dove morirono gli operai e 1 anno per il legale rappresentante della Comesa, la ditta per cui lavoravano le vittime, Francesco Ledda più una multa di 800 mila euro per la Saras.
Mentre i colpevoli principali, ossia i fratelli Gianmarco e Massimo Moratti, che già due anni fa se la sono cavata con un indennizzo alle famiglie degli operai morti e che sprezzanti avevano aggiunto "tutto nella nostra fabbrica deve funzionare alla perfezione", c'è da giurarci che anche questa volta non saranno chiamati sul banco degli imputati e continueranno a moltiplicare i loro sporchi profitti sulla pelle dei lavoratori. Infatti il sostituto procuratore di Cagliari Alessandro Pili ha aperto un nuovo fascicolo contro ignoti per omicidio colposo, poi assegnato a Emanuele Secci, lo stesso Pubblico ministero che ha condotto le indagini sull'incidente di due anni fa.
La Starservice, l'azienda di Catania che aveva in appalto la manutenzione del reparto di raffinazione alla Saras, opera nelle principali raffinerie del paese. I suoi operai, in gergo chiamati "colonnari", sono specializzati negli interventi di manutenzione delle colonne degli impianti di combustione. I tre operai stavano lavorando sul Dea, un complesso sistema che consente di estrarre, con manovre delicate e pericolose, lo zolfo presente nei gas di raffinazione. La colonna dentro la quale i tre operai dovevano intervenire doveva essere libera dai gas. E invece al suo interno era rimasto evidentemente dell'idrogeno solforato, che ha investito i due operai facendoli cadere a terra, nel pianerottolo a cinque metri di altezza.
Durissima la condanna della Fiom che in una nota denuncia: "La Saras è un'azienda pericolosa perché non rispetta le norme di sicurezza e i lavoratori addetti alla manutenzione sono perennemente a rischio. La magistratura ha confermato la nostra valutazione rinviando a giudizio, per le morti del 2009, vari dirigenti dell'azienda, noi ci siamo costituiti come parte lesa e anche oggi, per questo nuovo omicidio, faremo altrettanto".
Appresa la notizia, i dipendenti dello stabilimento hanno effettuato uno sciopero di otto ore.
Mentre la società della famiglia Moratti, col solito pianto da coccodrillo, ha diffuso un laconico comunicato in cui esprime vicinanza alle famiglie.

20 aprile 2011