In visita a "Occupy Wall Street"
Saviano a New York esalta la non violenza e la deideologizzazione

Con la presunzione tipica dell'intellettuale borghese, lo scrittore Roberto Saviano, è voluto salire sul piedistallo e tenere una lezione agli "indignati" di "Occupy Wall Street".
"Sono venuto per ricordarvi - ha detto - che la vostra protesta non è contro la legge ma è per difendere la legge, non è contro l'economia ma per difendere l'economia". L'autore di Gomorra ha quindi snocciolato alcuni dati "sull'economia che non conosce crisi": "il Pil della criminalità organizzata globale - ha detto - ha toccato negli ultimi anni i 1.000 mi-liardi di dollari, cifra superiore ai bilanci di 150 paesi membri dell'Onu. Il 10% del Pil mondiale va in tasca alle mafie che guadagnano dalla crisi perché hanno a disposizione ingenti capitali da investire e riciclare... sbaragliando così la concorrenza legale".
Nelle conclusioni ha prevalso nuovamente il Saviano politico, quello che porta avanti da un po' di tempo una vergognosa opera di catechizzazione dei giovani: "qui a Zuccotti Park voi state chiedendo nuove regole e quindi state agendo per arginare il potere delle mafie sull'economia legale e soprattutto perché non impongano i loro codici di comportamento". Ma la domanda è: chi gli ha dato il diritto di interpretare la linea politica di un movimento? E se i giovani "indignati" avessero compreso che seguendo "la via della legalità" non si torce un capello né alla finanza né alla mafia? Se non bastasse loro più il termine "arginare", ma volessero sostituirlo con quello di "distruggere dalle fondamenta"? Se avessero capito che l'1% di parassiti e sanguisughe non lascerà mai il potere economico e politico in cambio di un mazzo di fiori? Se avessero scoperto che la mafia è inscindibilmente legata allo Stato ed all'economia capitalistica, che la alimenta e la riproduce? Se avessero compreso che per abbattere definitivamente il capitalismo mafioso occorre abbattere il capitalismo stesso? Se avessero afferrato che riformare il capitalismo, e umanizzarlo, è impresa impossibile?
In tal caso il discorso di Saviano suonerebbe come un discorso controrivoluzionario. Un discorso new-global alla Obama per intenderci. Quello stesso Obama che Saviano ha contribuito ad esaltare, ma che avendo sfoderato lo stesso manganello e gli stessi carriarmati e cacciabombardieri della destra Repubblicana, ora non incanta più il proletariato e le masse oppresse e affamate d'America, men che mai i popoli del mondo intero che si battono contro l'imperialismo americano.
A pompare la discutibile iniziativa di Saviano sono stati numerosi quotidiani, tra cui i filo-governativi "la Repubblica" e "la Stampa", a cui deve essere piaciuto il tono legalitarista, riformista, pacifista, l'apologia della meritocrazia, l'invito alla collaborazione tra riformisti e conservatori, ma soprattutto l'opera di deideologizzazione che intende inculcare nelle giovani generazioni aberrazioni del tipo "destra e sinistra sono categorie superate", "la lotta di classe è finita", "la rivoluzione socialista non sarà mia più l'orizzonte delle lotte di piazza".

30 novembre 2011