Costruita una "Holding Criminale di Famiglia" da 100 milioni di euro per finanziare le campagne elettorali e accrescere il loro potere politico ed economico a Roma
Arrestato Samuele Piccolo (PDL, ex AN) per associazione a delinquere, finanziamento illecito e appropriazione indebita
Il vicepresidente del Consiglio comunale, uomo di Alemanno, in manette insieme al padre e al fratello

Dal corrispondente della Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" di Roma
Samuele Piccolo, ora dimessosi da vicepresidente del Consiglio comunale di Roma, è da qualche giorno agli arresti domiciliari con le pesanti accuse di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, finanziamento illecito ai partiti e appropriazione indebita. Uno scandalo, l'ennesimo, che coinvolge direttamente, e al suo interno, la giunta comunale del neopodestà di Roma Gianni Alemanno.

L'accaduto
La ricostruzione dell'accusa parla della creazione di finti crediti IVA attraverso una serie di società riconducibili alla famiglia Piccolo. Infatti, insieme a Samuele Piccolo, sono stati arrestati con gli stessi capi d'accusa Raffaele Piccolo (il padre), ai domiciliari, e Massimiliano Piccolo, quest'ultimo detenuto a Rebibbia.
La famiglia Piccolo avrebbe costituito 60 società cooperative, amministrate da prestanome, molti dei quali reclutati nei centri anziani ai quali veniva promessa una corresponsione di 600 euro al mese. Nelle indagini è anche emerso come questi prestanome, adesso indagati per reati fiscali da migliaia di euro, non abbiano mai percepito altre quote oltre la prima "mensilità", ritrovandosi di fatto essi stessi truffati.
La procura ha definito questo giro di cooperative e consorzi come una "Holding Criminale di Famiglia" che con le proprie attività illecite avrebbero finanziato le attività politiche del giovanissimo Samuele Piccolo nelle campagne elettorali del 2006, del 2008 e del 2010. Ma non solo. Infatti sono stati sequestrati beni immobiliari della famiglia Piccolo, intestati al fratello Massimiliano, per un valore di oltre 2 milioni di euro, ed è sotto sequestro il 50% di una società immobiliare che avrebbe operato sul mercato utilizzando questi crediti IVA fittizi.
Il meccanismo della frode era basato sull'acquisizione da parte dei consorzi di appalti da dare in subappalto alle cooperative, caricando esse di fatture per prestazioni inesistenti. Le cooperative massimo in 1 anno venivano liquidate per "svuotarle" dei crediti IVA e per vanificare i controlli fiscali, per poi crearne di nuove e ricominciare il processo fraudolento. Venivano così creati rimborsi IVA ingenti incassati direttamente dai membri della famiglia Piccolo e avviato un ciclo di produzione di servizi a costo pressoché nullo, senza carichi tributari, favorevoli alle imprese dei Piccolo che potevano addirittura permettersi partecipazioni con offerte sottocosto nelle gare d'appalto, riproducendo, insieme alla frode fiscale, un regime di concorrenza falsata.
Questo sistema di fatture finte e società fantasma ha fruttato illegalmente alla famiglia Piccolo un'evasione fiscale di addirittura 100 milioni di euro, come risulta dall'ultima indagine degli esperti in materia fiscale, ovvero un giro d'affari di oltre 1 miliardo di euro.
A capo di tutto sembra essere Massimiliano, che nell'interrogatorio si è accollato tutte le responsabilità, dichiarando di aver agito da solo. Risulta contrariamente dalle indagini però che Samuele Piccolo avesse un ruolo centrale nel gruppo familiare, come dimostra il gip: "è stato titolare di cariche in alcune società; dispone verosimilmente di una postazione di lavoro nella sede della consortile Gs Generali al sesto piano di via Schiavonetti 290, come si evince da una scrivania con affianco una bandiera italiana e uno dell'Unione europea; secondo quanto rinvenuto dal 'budget stipendi' è 'direttore commerciale' della Gruppo Servizi Generali; è indicato quale soggetto stipendiato con 5 mila euro al mese quale personale direttivo della Consulti; è beneficiario di risorse economiche provenienti dalla gestione finanziaria, anche illegale di società del gruppo, risorse dirottate dalle casse dei consorzi e di svariate cooperative utilizzate per il sostegno alla propria attività politica".
Naturalmente all'interrogatorio Samuele Piccolo ha negato qualsiasi legame con le società del fratello, confermando solo di ricevere uno stipendio mensile di 5 mila euro, cadendo dalle nuvole a proposito dei fondi incassati da destinare alle attività politiche, affermando senza nessuna vergogna: "non so assolutamente chi abbia finanziato la mia campagna elettorale. Non so da dove siano arrivati i soldi, io mi limitavo a fare attività politica".

Chi è Samuele Piccolo
Samuele Piccolo entra in politica nel 2006 candidandosi con AN e ricevendo ben 8 mila voti. Si ricandida nel 2008 per le ultime elezioni comunali con il PDL dove ottiene 12 mila consensi, un numero così alto che porta il neoeletto sindaco Alemanno (testimone di nozze al matrimonio di Samuele Piccolo) a nominarlo vicepresidente del Consiglio comunale e responsabile della Sicurezza.
Dietro le faraoniche campagne elettorali c'è sempre lo zampino del fratello Massimiliano. I due investono ingenti somme di denaro per la propaganda e per zittire le "malelingue", portando avanti un'operazione meticolosa, al dettaglio, sito dopo sito, blog dopo blog, forum dopo forum. Apre persino un call center dove risponde "personalmente" a qualsiasi domanda. Riempie Roma di enormi manifesti e diffonde milioni di opuscoli con la sua biografia. Nel programma elettorale promette prima di tutto lo sgombero di tutti i campi rom irregolari, promette agevolazioni per le aziende che si trasferiscono nella periferia e si dice paladino delle famiglie con un occhio di riguardo particolare nei confronti dei nonni. È lui infatti l'inventore della festa dei nonni, che celebra ogni anno con l'aiuto del vicariato e la partecipazione dell'attore Lino Banfi.
Un piano politico ben finanziato e largamente populista.
Fino ad oggi porta con sé l'appellativo di "enfant prodige", di "mister preferenze", come protagonista di un'ascesa politica a Roma inverosimile. Ma con l'arresto vengono fuori alcuni retroscena sui finanziamenti illeciti utilizzati per le campagne elettorali e se ne confermano degli altri. Non è un caso forse che Samuele Piccolo fosse legato ad Alemanno fin da giovane, quando prima in AN e poi nel PDL (in quest'ultimo ha creato una corrente), s'aggirava come un'ombra, un personaggio sconosciuto, ma capace a suon di denaro sporco di coinvolgere centinaia di persone nel partito per le affissioni di manifesti tutte le notti. È noto però come Alemanno sia sempre stato vicino a un certo movimento cattolico romano. Ricordiamoci dell'ultima uscita di metà maggio scorso, dove Alemanno e Militia Christi camminavano fianco a fianco nella "Marcia nazionale per la Vita" voluta e istituzionalizzata proprio dal neopodestà fascista, una vigliacca pagliacciata contro l'aborto.
È nel caso delle assunzioni all'AMA dello scandalo Parentopoli che bisogna andare a cercare.
Alla fine del 2008 i rapporti tra Piccolo e Alemanno si incrinano e Piccolo perde la delega alla Sicurezza ma dopo pochi mesi rifanno pace e a Piccolo viene data la delega alla promozione economica delle periferie. La pace, come descrive Claudio Cerasa nel libro "La presa di Roma", coincide con un fatto ben preciso ovvero "l'assegnazione della selezione delle 544 persone che l'Ama avrebbe dovuto assumere a tempo indeterminato, a partire da metà maggio 2009, a una società di nome Centro Elis. L'associazione Centro Elis è famosa a Roma per la sua esperienza nel campo della formazione e della gestione delle risorse umane, ed è direttamente legata a un'istituzione fondata nel 1928 da san Josemaría Escrivá, alla quale Samuele Piccolo non ha mai smentito di essere vicino: l'Opus Dei".
Il legame di Piccolo con gli ambienti cattolici è chiaro ed evidente, anche se l'Opus Dei in questi giorni con un comunicato ufficiale ha disconosciuto qualsiasi legame con l'ex consigliere comunale.
Sospeso il 14 luglio dall'incarico di Consigliere comunale dal prefetto di Roma Pecoraro, Piccolo ha presentato la lettera di dimissioni solo il 24 luglio, nella più completa indifferenza del neopodestà Alemanno che aveva saputo solamente dichiarare di "avere fiducia nel lavoro della magistratura" su "una vicenda sicuramente molto, molto brutta".

Conclusioni
Questo nuovo scandalo in seno all'amministrazione Alemanno, dopo i vari Parentopoli, Fascistopoli, le sentenze del TAR contro l'assenza di donne tra gli assessori, deve far riflettere sull'inaffidabilità e la corruzione nelle istituzioni borghesi. In particolare a Roma, Alemanno ha saputo solo fare gli interessi della grande borghesia, della criminalità e dei fascisti. Ed è necessariamente coinvolto anche in questo scandalo.
Allo stesso tempo non stupisce che questo nuovo scandalo venga alla luce proprio in questo momento, dove nella capitale si è già in piena campagna elettorale per le comunali 2013. E non c'è dubbio che la "sinistra" borghese approfitterà di questo scandalo per provare con il suo noto opportunismo a "demolire" gli avversari politici tramite la propaganda e incastrare ancora una volta i lavoratori e le masse popolari nell'elettoralismo borghese, in nome di chissà quale nuova legalità e moralità.
Samuele Piccolo è l'esempio di come i politici borghesi non siano che degli arrivisti senza scrupoli, capaci di tutto pur di accaparrarsi la poltrona. È l'esempio di come le istituzioni borghesi siano sempre più distanti dai bisogni delle masse popolari, legate ai loro giochi di potere.
Alemanno è il responsabile di questa orribile svendita e distruzione di Roma e deve essere buttato giù dalla piazza.

25 luglio 2012