Il Gip li scagiona: "Non hanno attaccato le forze dell'ordine né lanciato bombe-carta"
Scarcerati i 6 arrestati degli scontri a Roma

Dopo la splendida vittoria di piazza, i movimenti di lotta che il 19 ottobre sono scesi in piazza a Roma nell'ambito della giornata di lotta indetta dal coordinamento europeo per il diritto all'abitare e la lotta alla speculazione nelle città, hanno ottenuto un vittoria piena anche in tribunale.
Dopo ben quattro giorni di carcere, grazie alle inoppugnabili testimonianze e alle schiaccianti prove video-fotografiche fornite dagli avvocati difensori, il 23 ottobre il Giudice per le indagini preliminari (Gip) Riccardo Amoroso ha finalmente deciso di non convalidare il fermo per i sei manifestanti arrestati durante il corteo e accusati dal Pubblico ministero (Pm) Luca Palamara di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e danneggiamenti.
I sei manifestanti arrestati "Non hanno attaccato le forze dell'ordine né lanciato bombe-carta" ha sentenziato il Gip; e così: Massimo Forina, 23 anni, pugliese, Rafael Campagnolo, 30 anni di Pesaro, Giovanni Sacco, 24 anni, di Caserta, Sara Vertuccio, 24 anni di Sapri (Salerno), Annunziata Celeste, 22 di Napoli, e Raffaele Durno, 50enne di Genova hanno lasciato il carcere intorno alle 18 tra gli applausi e i pugni chiusi di centinaia di compagni lotta, amici e parenti che fuori dal penitenziario romano di Regina Coeli avevano organizzato un combattivo presidio di protesta e solidarietà rilanciando gli slogan della manifestazione e ostentando uno striscione con la scritta: "Chi devasta e saccheggia le nostre vite è lo Stato, liberi e libere tutti e tutte".
"Ci hanno fatto fare quattro giorni di carcere per nulla - ha dichiarato Rafael, lo studente pesarese, all'uscita dal carcere - le accuse si sono dimostrate un castello di carta... È stata una rappresaglia a fronte della buona riuscita della manifestazione. Altrimenti che senso avrebbe chiedere il convalido d'arresto a fronte di nessuna prova? Non penso comunque che abbiano spaventato nessuno, ci hanno fatto solo perdere tempo". Mentre i compagni del presidio aggiungono: "Siamo qui per mettere in chiaro prima di tutto che non ci sono buoni e cattivi tra di noi, che il corteo è stato unito dall'inizio alla fine. Non siamo cascati nel film già visto tante volte dei manifestanti divisi tra pacifici e violenti, delle spaccature provocate dalle rappresentazioni dei media. È stato importante ribaltare gli allarmismi e il racconto di molte tv e giornali dalle ore immediatamente successive alla manifestazione, restare uniti. Siamo tornati a Roma in tanti dopo sabato, non potevamo non esserci oggi e ora aspettiamo di vederli uscire per festeggiare. Abbiamo percepito il rischio della trappola di provvedimenti punitivi, ma alla fine siamo riusciti a ribaltare le teorie sui black block e un teorema costruito senza prove è cascato".
Soddisfatto anche l'avvocato Francesco Romeo, che da anni difende centinaia di manifestanti imputati di gravi reati contro l'ordine costituito borghese durante i cortei: "Il Pm aveva chiesto la convalida dell'arresto per il reato di resistenza pluriaggravata, i giudici a seguito degli interrogatori e dopo la presentazione di foto e video prodotti dalla difesa hanno deciso di scarcerare e prosciogliere tutti gli imputati.Insomma, ha aggiunto l'avvocato, questa volta ci è andata bene perché "Abbiamo incontrato un Gip ragionevole, ma il clima d'intimidazione e le richieste di pena e le condanne spropositate contro gli attivisti continuano a rappresentare la norma".
Dunque bisogna continuare a tenere alta la vigilanza perché la campagna di criminalizzazione dei movimenti di lotta lanciata dal governo Letta e sostenuta dai mass media del regime che temono come la peste l'inizio di un nuovo Autunno rovente non è certo battuta.

30 ottobre 2013