Sciopero nazionale indetto dalla Flc-Cgil
Scuola e università nelle piazze contro il governo Berlusconi
Contro la politica economica, sociale e sindacale e del lavoro del governo del neoduce Berlusconi, in difesa della scuola e università pubbliche. Gravi atti repressivi di stampo fascista contro gli studenti all'università di Roma e di Napoli. Molte le delegazioni di operaie e operai delle aziende in crisi
Il PMLI partecipa alle manifestazioni di Palermo, Catania, Bari, Napoli, Roma, Firenze, Milano
A migliaia si sono presentati nelle 100 piazze scelte dalla Flc-Cgil il 18 marzo per lo sciopero nazionale della scuola, università, ricerca e alta formazione artistica per rispondere compatti No alla tracotanza del governo del neoduce Berlusconi e alla sua politica privatizzatrice e di devastazione della scuola e università pubbliche. Hanno detto No ai tagli ripetuti delle risorse, ai tagli del personale docente e ata, alla legge 133 di Brunetta, contro il 5 in condotta e l'insegnante unico, contro il ddl Aprea che affossa definitivamente la scuola pubblica, abolisce le Rsu e tappa la bocca a lavoratori e studenti, al ddl Sacconi sulla cancellazione del diritto di sciopero e al nuovo modello contrattuale frutto dell'accordo separato.
Questi in sostanza i temi che di piazza in piazza sono emersi nella giornata di lotta.
Un appuntamento importante e necessario che la Cgil da sola (ha aderito successivamente la Gilda) ha mantenuto, nonostante le pressioni e i sabotaggi da parte dei sindacati collaborazionisti e del governo, rispondendo alla volontà delle lavoratrici e lavoratori di contrastare e fermare l'opera devastante sulla scuola e università pubbliche della macelleria sociale in atto.
Le adesioni parlano da sole: contro la ridicola e denigratoria cifra sparata da viale Trastevere, il 9,56%, la Cgil ha confermato una media del 45% con punte del 60/70% nella scuola di base e dell'80% fra il personale tecnico e amministrativo (ata). A Torino il 40%, a Novara e Brescia il 75%, a Pescara 60/70%, a Cremona il 66%. In Toscana, in media il 40% e fra gli ata a Grosseto l'89%, come in Emilia-Romagna il 50%, a Forlì-Cesena l'80%. Chiuso l'Istituto Pergolesi di Ancona, l'Accademia di belle arti di Urbino e Scienze della formazione a Bologna. Il 41% dei lavoratori dell'università di Genova ha scioperato come il 60% di Firenze, il 50% della Statale e del Politecnico di Torino e il 60/70% a Napoli.
Alle manifestazioni a carattere regionale hanno partecipato tutte le componenti della conoscenza, dagli insegnanti delle scuole dell'infanzia ai docenti universitari, dai ricercatori dei centri di ricerca ai precari, agli ata ai lavoratori delle cooperative in appalto dei servizi scolastici e biblioteche, ai genitori con bambini al seguito. Importante e significativa la presenza delle delegazioni operaie delle aziende in crisi in diversi cortei. Non sono mancati gli studenti medi e universitari dell'Onda che si sono uniti ai lavoratori con uno spirito di unità e di lotta. Da denunciare con forza per l'estrema gravità i fatti svoltosi alla Sapienza di Roma e alla Federico II di Napoli dove la protesta degli studenti è stata segnata dai soliti manganelli governativi e dalle vigliacche azioni squadristiche fasciste (vedi servizi a parte). Queste sono il frutto del regime neofascista della terza repubblica oramai instauratasi che contro ogni oppositore esercita la violenza squadristica in perfetto stile mussoliniano.
I cortei colorati e combattivi, con tanti cartelli, striscioni, caricature, hanno sfilato in tutt'Italia. Presi di mira il trio Gelmini-Brunetta-Tremonti con slogan canzoncine e rime contro i tre gerarchi privatizzatori, stangatori e moralizzatori dell'istruzione e dei lavoratori pubblici. Quelli più imponenti si sono svolti a Firenze, Bari, Cagliari, Milano, Roma e Torino.
A Firenze in 10mila hanno sfilato per le vie del centro (servizio a parte).
A Bari in piazza del Ferrarese si è svolto un importante presidio (servizio a parte).
A Cagliari una bella e imponente manifestazione regionale con 5mila lavoratori e studenti per richiedere un sistema scolastico e formativo di qualità e garanzie del diritto all'istruzione e alla formazione per tutti.
A Milano nei 20mila in corteo anche gli operai della Innse (servizio a parte).
A Roma in piazza SS. Apostoli oltre il migliaio, presenti le delegazioni di lavoratori di altre categorie (servizio a parte).
A Palermo in più di 15mila hanno assistito all'assemblea con il segretario nazionale della Cgil Epifani e il segretario nazionale della Flc-Cgil Domenico Pantaleo (servizio a parte).
A Catania fra i 400 in piazza molto combattivi gli studenti universitari (servizio a parte).
Nelle province della Calabria si sono svolti presidi davanti agli Uffici scolastici provinciali con la presenza numerosa di lavoratori, studenti e genitori.
A Napoli alla manifestazione anche gli operai di Pomigliano d'Arco (servizio a parte)
Ad Ascoli Piceno nella manifestazione con presidio davanti alla prefettura al fianco dei lavoratori della conoscenza un nutrito gruppo di lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione della storica azienda tessile Kiss.
Ad Ancona più di 200 lavoratori della scuola e università hanno manifestato insieme agli studenti dell'università Politecnica delle Marche e ai comitati genitori.
A Bologna si sono svolti dei presidi davanti alla prefettura e all'Ufficio scolastico regionale mentre numerose scuole e università sono completamente chiuse per la totale adesione allo sciopero dei lavoratori.
A Padova in 7mila hanno partecipato al corteo che, dopo aver percorso il centro, si è fermato per un presidio davanti all'Ufficio scolastico provinciale.
A La Spezia dopo il presidio i 300 lavoratori hanno deciso di occupare simbolicamente per una mezz'ora l'Ufficio scolastico provinciale.
A Udine si è svolta una manifestazione nel pomeriggio alla presenza di tantissimi giovani, pensionati e tanti lavoratori provenienti dalle scuole e dall'università, dalle fabbriche della regione e dagli uffici.
Mentre infuriava la protesta la gerarca Gelmini, imitando la sua predecessora Moratti, si è trincerata fra le mura dorate della Mediolanum Corporate University per l'inaugurazione del corso di manager finanziari. E da lì con la solita spocchiosa e sprezzante sicumera, imitando i più illustri maestri, con un "me ne frego della piazza" ha sentenziato che con un 5 in pagella non si verrà ammessi alla maturità!
Alle manifestazioni di Milano, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo e Catania era presente in vario modo il PMLI con militanti e simpatizzanti, le parole d'ordine, le bandiere e il volantino del Partito.

25 marzo 2009