Non si arresta la grandiosa mobilitazione studentesca in Cile
Sciopero di 48 ore contro il criminale governo di Santiago
Ucciso un sedicenne

Almeno 600 mila lavoratori e studenti hanno partecipato alle manifestazioni che si sono svolte in tutto il paese nel corso dello sciopero di 48 ore indetto dalla Centrale unitaria del lavoratori (Cut) per il 24 e 25 agosto scorsi. Allo sciopero hanno partecipato in massa i dipendenti pubblici, in particolare della scuola, molti i lavoratori delle imprese private, moltissimi gli studenti universitari e delle scuole superiori uniti nella richiesta di un'Assemblea costituente che porti a una nuova costituzione che elimini quella varata nell'80 dalla dittatura di Pinochet e rimasta sostanzialmente invariata anche durante i dieci anni di governo del "centrosinistra", dal 1999 al 2009, e del successivo governo di destra del presidente Sebastian Piñera. Lavoratori e studenti cileni chiedono la tutela dei diritti del lavoro e dell'ambiente, pensioni e sanità pubbliche, il potenziamento della scuola pubblica.
Chiedono la modifica di un testo costituzionale che criminalizza i movimenti sociali e li definisce "terroristi" e che permette al criminale governo di Santiago di proibire le manifestazioni. O di dare il via libera alla polizia per attaccarle come è accaduto in diverse manifestazioni durante lo sciopero, dove ci sono stati anche oltre 1.400 manifestanti arrestati. Fino alla sera del 25 agosto quando la polizia ha ucciso un giovane di 16 anni che partecipava alle proteste nel quartiere di Jaime Eyzaguirre, a Santiago.
La mobilitazione contro il regime di destra del presidente Sebastian Piñera era iniziata nella scorsa primavera con una manifestazione studentesca a Santiago cui avevano partecipato poche migliaia di studenti. La denuncia della "mercificazione dell'educazione" e la rivendicazione di "un'istruzione gratuita e di qualità" trovava spazio nelle scuole superiori, che venivano occupate dagli studenti in lotta, e nelle università dove molti giovani si indebitano per anni per pagare le rette. Il 16 giugno son in 200 mila gli studenti che manifestano nelle piazze, la più grande manifestazione dalla fine della dittatura, per chiedere al governo maggiori risorse da investire nell'istruzione, un abbassamento dei prezzi nel trasporto pubblico, agevolazioni economiche agli studenti e l'abbattimento delle disuguaglianze tra scuola pubblica e la privilegiata scuola privata.
Una lotta che costringe il presidente Sebastián Piñera a sostituire il 18 luglio il ministro dell'Istruzione e a avviare un dialogo con i rappresentanti degli studenti. Che respingono le proposte governative, che non mettono al centro la scuola pubblica, e promuovono nuove manifestazioni come quella a Santiago del 5 agosto, vietata dal governo e appoggiata dalla popolazione. La polizia attacca i cortei studenteschi nella capitale e nelle altre città con un bilancio di molti feriti e un migliaio di arrestati. Proteste e scontri che si ripetono il 10 agosto a Santiago, Valparaiso, Conception e in altri centri minori.
La protesta studentesca non si fa intimidire e si unisce a quella dei lavoraratori nello sciopero del 24 e 25 agosto. E prepara una nuova grande mobilitazione per l'11 settembre, nell'anniversario del colpo di stato del '73.

31 agosto 2011