Selvagge cariche poliziesche contro i manifestanti che occupavano piazza Syntagma da 5 settimane
Lo sciopero generale di 48 ore blocca la Grecia
Il parlamento assediato dai manifestanti approva la stangata del governo socialdemocratico Papandreu

Il parlamento di Atene ha approvato il 29 giugno il piano di lacrime e sangue del governo Papandreu che per tamponare la voragine del debito pubblico e ottenere l'aiuto finanziario dell'Unione europea (Ue) e del Fondo monetario internazionale (Fmi) prevede entro il 2015 tagli alle spese per oltre 28 miliardi di euro e entrate provenienti dalle privatizzazioni per 50 miliardi di euro. Il piano è stato approvato con 155 voti favorevoli, 138 contrari e 5 astenuti mentre il paese era bloccato dallo sciopero generale e con decine di migliaia di manifestanti che in piazza Syntagma assediavano il parlamento.
I manifestanti si erano dati appuntamento nella piazza con l'obiettivo di impedire ai deputati di entrare. La polizia è intervenuta coi lacrimogeni e con pesanti cariche fin dentro la stazione della metropolitana di Syntagma, dove gli indignati avevano allestito un ambulatorio per assistere feriti e intossicati dai gas. Centinaia di giovani e giovanissimi fronteggiavano le cariche della polizia nella piazza, altre decine di migliaia di manifestanti si spostavano nelle strade adiacenti per continuare una protesta durata fino a notte fonda.
L'assedio al parlamento era mantenuto vivo da quasi cinque settimane dal movimento degli indignati e era rafforzato il 28 giugno dai lavoratori in sciopero per l'inizio della discussione del piano governativo.
Le principali organizzazioni sindacali avevano rilanciato la lotta contro tagli e privatizzazioni con lo sciopero generale di 48 ore, il primo nella storia del paese, per ribadire l'opposizione a una manovra che aumenta le tasse di oltre 5 miliardi di euro nei prossimi due anni, taglia i salari dei dipendenti statali per oltre 2,5 miliardi di euro fino al 2012, tagli i fondi alla scuola, ai sussidi e agli investimenti pubblici, svende ai privati le principali aziende statali e le società che gestiscono porti e aeroporti.
Partecipate anche le manifestazioni che si sono svolte in molte altre città a partire dal grande corteo sfilato per le vie di Salonicco contro la privatizzazione dell'acqua, dell'energia elettrica e del porto. A Creta gruppi di manifestanti hanno occupato e distrutto due sedi del partito socialista di Papandreu a Hiraklio e Xania; a Xania è stata occupata anche la sede del comune.
L'approvazione del piano governativo è stata salutata dai presidenti del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, e della Commissione Josè Manuel Barroso che incitavano il parlamento di Atene a votare a tambur battente anche i decreti attuativi della manovra per "spianare la strada" all'erogazione della rata di 12 miliardi del prestito Ue-Fmi concesso nel maggio 2010 e per accelerare la messa a punto del secondo piano di salvataggio per altri 110 miliardi di euro che Ue e Fmi dovrebbero varare entro l'11 luglio.
Presto fatto dal governo Papandreu che il 30 giugno incassava un nuovo voto favorevole dal parlamento, incamerando anche alcuni voti della destra su una metà degli articoli per le privatizzazioni e la svendita del patrimonio immobiliare dello Stato.

6 luglio 2011