Per lo sciopero generale di 48 ore indetto dai sindacati
500 mila in piazza a Atene e nelle altre città contro il governo Papandreu
Il parlamento assediato approva nuove misure imposte dalla Ue

Almeno 500 mila manifestanti hanno dato vita a grandi cortei che hanno percorso le strade di Atene e delle principali città del paese il 19 ottobre, in occasione dello sciopero generale di 48 ore indetto unitariamente dai principali sindacati dei lavoratori privati e pubblici contro il nuovo pacchetto di misure che proprio nei due giorni il governo del socialista Papandreu metteva in votazione al parlamento; ottenuto il via libera al piano Papandreu si è presentato al vertice europeo del 23 ottobre a Bruxelles per riscuotere una nuova rata di aiuti.
Quella del 19 ottobre a Atene è stata una delle più grandi manifestazioni degli ultimi trent'anni, forse la più grande. E altrettanti manifestanti sono tornati in piazza il 20 ottobre in tutto il paese per chiedere le dimissioni del governo e dire di no a nuovi tagli a stipendi e pensioni, all'aumento delle tasse, alla sostanziale abrogazione della contrattazione sindacale nazionale, all'abolizione di sussidi e indennità, al licenziamento di 30 mila statali.
A poca distanza dal 5 ottobre, dallo sciopero generale di 24 ore dei lavoratori pubblici, quando almeno 100 mila manifestanti avevano sfilato a Atene fino a piazza Syntagma, di fronte al parlamento, tutto il paese è di nuovo rimasto paralizzato dal quinto sciopero generale dall'inizio dell'anno, e il secondo di 48 ore dalla fine di giugno.
Oltre alla grande manifestazione nella capitale e a quella di Salonicco sono statI molto partecipati anche i cortei a Hirakleio e Xania a Creta, Patrasso e Sparta in Peloponeso, nell'isola di Corfù e nella Grecia peninsulare, a Volos, Lamia, Kozani, Trikala, Agrinio; il no al piano governativo e la richiesta di dimissioni del governo sono rimbalzati in ogni angolo del paese.
La partecipazione allo sciopero generale, secondo le organizzazioni sindacali, ha toccato percentuali mai viste, non solo tra i lavoratori pubblici ma anche anche fra i piccoli commercianti, benzinai, farmacisti, avvocati, controllori di volo, dentisti, tassisti. I lavoratori dei trasporti hanno scioperato parzialmente per portare i manifestanti ai concentramenti.
Nonostante il paese in rivolta, il premier Papandreu ha portato a casa il voto favorevole della sua maggioranza in parlamento; il progetto di legge è stato approvato con il voto favorevole dei 154 deputati del Pasok, il partito socialista del premier, contro 141 no, su 295 deputati presenti.
Prima della votazione alcuni deputati socialisti, fra i quali alcuni ex ministri, avevano annunciato il loro voto contrario in particolare sull'articolo che prevede l'abolizione di fatto dei contratti collettivi di lavoro, come dettato da Unione europea (Ue) e Banca centrale europea (Bce). Che dopo il via libera del parlamento greco hanno sganciato la sesta tranche degli 8 miliardi di euro stanziati per evitare il fallimento del paese.

26 ottobre 2011