Nei giorni dall'11 al 15 novembre
Sciopero generale di CGIL, CISL e UIL
Una risposta insufficiente di fronte alla gravità della politica economica del governo Letta
Occorre lo sciopero generale di 8 ore

Nella settimana lavorativa che va dall'11 al 15 novembre si è svolto lo sciopero generale contro la finanziaria del governo Letta-Alfano indetto da Cgil, Cisl e Uil con modalità diverse da regione a regione ma sempre di 4 ore, ad esclusione del Friuli-Venezia Giulia dove erano previste 8 ore, hanno incrociato le braccia anche i lavoratori della scuola. La protesta è iniziata lunedì 11 in Calabria con la manifestazione di Rossano, in provincia di Cosenza.

Il 12 è stata la volta della Basilicata mentre il 13 è toccato a Lazio e Toscana. In queste due regioni si sono tenute manifestazioni in ogni capoluogo di provincia. Per quella di Livorno l'iniziativa si è svolta a Piombino, a sostegno dei lavoratori della Lucchini, l'acciaieria che rischia di chiudere per l'esaurimento del vecchio altoforno mettendo a rischio 3.000 posti di lavoro. Il giorno successivo è toccato a Liguria e ad alcune provincie del Veneto.

Il 15 novembre ha visto scioperare tutte le altre regioni. Tantissimi i cortei, nella sola Lombardia ce ne sono stati 14, a Milano è intervenuta il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. Lo stesso giorno si è svolto anche lo sciopero degli studenti con manifestazioni molto combattive in tutta Italia contro la "legge di stabilità" del governo e per maggiori finanziamenti a scuola e università pubbliche.

L' iniziativa di Cgil, Cisl e Uil ha avuto generalmente una buona adesione, dal 50 al 100% nelle aziende medio-grandi, nonostante la pesantissima crisi e le tante fabbriche chiuse o con i lavoratori in Cig. Certo l'astensione di sole 4 ore, i giorni diversi per ogni regione e in certi casi da una provincia all'altra della stessa regione ne hanno scoraggiato la partecipazione. Oltretutto lo svolgimento diluito in 5 giorni ne ha ridimensionato l'impatto mediatico sui mezzi d'informazione.

Il PMLI è stato in prima fila nelle piazze e nei cortei in diverse città d'Italia, (come documentato nei resoconti locali), con spirito unitario e cercando di alzare il livello della protesta contro il governo Letta-Alfano. Questo però non ci impedisce di criticare in modo netto Camusso, Bonanni e Angeletti perché questo sciopero di 4 ore è stato uno sciopericchio, del tutto inadeguato di fronte alla gravità della politica economica del governo.

E'
una risposta debole e compiacente al governo, chiaramente nell'ottica collaborazionista di non aumentare l'instabilità politica, accettare la logica delle "compatibilità" con i vincoli europei e ottenere solo qualche modifica "migliorativa" che non cambierà la sostanza antipopolare, antisindacale e stangatrice del provvedimento che si colloca in perfetta continuità con quelli dei governi precedenti: misure che impoveriscono lavoratori, pensionati, giovani facendo pagare loro la crisi economica causata dal capitalismo, lasciando ancora una volta intatte le rendite e i grandi patrimoni.

Cgil, Cisl e Uil per giustificare questa mobilitazione sottotono hanno tirato in ballo la crisi che fiaccherebbe la combattività dei lavoratori mentre invece nelle piazze si sono viste migliaia di operai, lavoratori, pensionati, donne, studenti arrabbiati e vogliosi di lottare. Tutti i dati statistici confermano che le masse popolari hanno subito in questi 5 anni di crisi un drastico impoverimento e le condizioni sociali ed economiche sono oramai insostenibili.

Cosa occorre ancora a Cgil, Cisl Uil per convincerli a proclamare uno sciopero generale nazionale di 8 ore? La classe operaia italiana e i suoi alleati hanno dimostrato tante volte di essere in grado di bloccare il Paese e riunire centinaia di migliaia di persone in una grande manifestazione a Roma sfilando sotto i palazzi del potere borghese. Questo è ciò che occorre, questo è quello che richiede la gravità della situazione.

20 novembre 2013