Scuderi: "Il proletariato è l'attore principale della lotta di classe"

Per noi il proletariato è l'attore principale della lotta di classe, della rivoluzione socialista e dell'edificazione del socialismo. Le rivoluzioni tecnologiche non ne hanno cambiato la natura, la composizione, il carattere, le funzioni, il ruolo e i compiti.
Per la sua collocazione nella produzione e nella società, per la sua ideologia, per la sua esperienza produttiva e di lotta, per le sue capacità organizzative e mobilitatrici, che non hanno uguali riscontri nelle altre classi anticapitalistiche, il proletariato è la classe più progredita, più avanzata e più rivoluzionaria della storia, i cui compiti fondamentali rimangono immutati nel tempo e in ogni paese del mondo, la sola classe che ha la forza e la capacità di dirigere la rivoluzione socialista e l'edificazione del socialismo.
Avendola vista all'opera in Cina e nel mondo, Mao ha rilevato che "la classe operaia è la classe più lungimirante e più disinteressata, la classe dallo spirito rivoluzionario più coerente. Tutta la storia della rivoluzione dimostra che, senza la direzione della classe operaia, la rivoluzione fallisce, mentre con la direzione della classe operaia, essa trionfa. Nell'epoca dell'imperialismo nessun'altra classe in nessun paese può condurre una vera rivoluzione alla vittoria".
Il problema è che da lunghissimo tempo, a causa della devastazione e della corruzione ideologica che i dirigenti del PCI revisionista e i dirigenti di Rifondazione trotzkista e del PdCI revisionista hanno alimentato al suo interno, il proletariato italiano ha perso la coscienza di essere una classe per sé, e quindi attualmente è ben lontano dall'avere tale consapevolezza e dallo svolgere il suo ruolo rivoluzionario.
Infatti il proletariato italiano lotta oggettivamente, nei fatti, contro il capitalismo per migliorare le sue condizioni di vita e di lavoro, ma non si propone di abbatterlo e di sostituirlo col socialismo. Lotta oggettivamente contro la classe dominante borghese ma non mette in discussione il suo potere politico e non si propone di prenderne il posto.
In tal modo lotta come classe in sé, cioè come classe di fatto, non come una classe per sé, consapevole di essere indipendente e antagonista dalla borghesia e di avere una propria cultura; consapevole di essere portatrice di un progetto generale di una nuova società, e candidata a governarla e a costruirla; consapevole che spetta a essa riunire e dirigere tutte le classi e i gruppi sociali anticapitalisti; consapevole di dover porre fine una volta per tutte a ogni forma di sfruttamento dell'uomo sull'uomo e di disuguaglianza di sesso per poter arrivare all'emancipazione dell'intera umanità.
È come se il proletariato italiano fosse ritornato a una situazione pre-marxista, quando si muoveva come classe in sé, non avendo ancora potuto acquisire quella coscienza, quella mentalità, quella cultura che Marx ed Engels, per primi nella storia, seppero infondere al proletariato internazionale.
Spetta quindi ora al PMLI dare al proletariato italiano la coscienza di essere una classe per sé. Un compito assai difficile, e occorre molto tempo, una seria preparazione culturale e grandi capacità di persuasione, ma è assolutamente necessario per far compiere un salto di qualità alla lotta di classe e portarla su un terreno rivoluzionario.

(Estratto dal discorso di Giovanni Scuderi pronunciato a Firenze il 10 settembre 2006, per il 30° anniversario della scomparsa di Mao)


11 novembre 2009