Nel 30° Anniversario, lettera del Segretario generale del PMLI, Giovanni Scuderi, alla Direzione e alla Redazione centrale
VIVA IL BOLSCEVICO, GLORIOSO ORGANO DEL PMLI

Alla Direzione e alla Redazione centrale de ``Il Bolscevico''

Care compagne e cari compagni,

per il Trentesimo Anniversario della fondazione de ``Il Bolscevico'', glorioso organo del PMLI, mi è gradito esprimervi gli auguri più affettuosi, l'applauso più forte, i ringraziamenti più profondi e la riconoscenza più grande da parte del Comitato centrale, dell'Ufficio politico e dell'intero Partito. Gli stessi apprezzamenti vanno alla Redazione e ai Corrispondenti locali e ai Corrispondenti di Cellula, nonché ai diffusori, agli attacchini, agli spedizionieri e a tutti i militanti e simpatizzanti del Partito che in qualsiasi modo collaborano con ``Il Bolscevico``.
La pubblicazione de ``Il Bolscevico'' sembrava un'impresa impossibile. Non sapevamo da che parte incominciare ed eravamo sprovvisti di tutto: di esperienza giornalistica, di soldi e mezzi, di giornalisti e intellettuali rivoluzionari. Per pagare il primo numero, uscito il 15 Dicembre 1969, un mensile a due pagine fitte fitte, con una tiratura di diecimila copie, ricorremmo a una colletta per raccogliere le centomila lire che ci occorrevano. Possedevamo solo una vecchia e antiquata macchina da scrivere, tre vecchi e traballanti tavolinetti, qualche sgangherata sedia e un po' di cancelleria.
Eppure ce la facemmo, tanto forte era la nostra determinazione a dare al Partito il suo organo di stampa e al proletariato un giornale che ne esprimesse fino in fondo la volontà, le rivendicazioni e gli interessi di classe.
La classe dominante borghese si è resa immediatamente conto della pericolosità de ``Il Bolscevico'' ed ha cercato di sopprimerlo fin dai suoi primi numeri. In un primo tempo attraverso l'allora pretore Francesco Fleury, oggi procuratore aggiunto della procura di Firenze, e successivamente ricorrendo agli allora sostituti procuratori, oggi magistrati di grido, Pierluigi Vigna e Carlo Casini. Ma ``Il Bolscevico'' non si è fatto mai intimidire, anzi ha continuato la sua opera con maggior forza e consapevolezza del suo ruolo politico e storico. Fino al punto di divenire rapidamente un giornale che non ha precedenti nella storia del movimento operaio italiano. Mai infatti nel nostro Paese c'è stato un giornale autenticamente proletario e marxista-leninista, anche se molti in passato, a cominciare da ``l'Unità'', e ancora oggi si definivano o si definiscono comunisti, quando in realtà sono revisionisti di destra o revisionisti di ``sinistra'', cioè trotzkisti.
Nel corso della sua prodigiosa vita, ``Il Bolscevico'' si è conquistato in campo politico e giornalistico dei grandi meriti storici in riferimento alla costruzione e allo sviluppo del PMLI e alla formazione dei suoi militanti, alla lotta contro l'imperialismo, il socialimperialismo, il colonialismo, il razzismo e l'apartheid, alla lotta contro la prima e la seconda repubblica capitalistiche e anticomuniste, il neofascismo, il presidenzialismo, il federalismo, il piduismo, la massoneria, la mafia e i diversi governi, compreso quello attuale del rinnegato, affamatore e guerrafondaio D'Alema, che fin qui hanno gestito gli affari della grande borghesia, del capitalismo e dell'imperialismo italiano. Con ciò esso ha fatto piena luce su avvenimenti e fatti inediti e complessi divenendo una fonte insostituibile per tutti coloro che vogliono ricostruire la storia di quest'ultimo trentennio del secolo XX.
Ma forse il merito maggiore de ``Il Bolscevico'' è quello di aver dato un contributo fondamentale allo smascheramento del revisionismo di destra, in particolare quello italiano e sovietico. Cosicché il proletariato e le larghe masse popolari, specialmente le nuove generazioni, sono state messe in condizioni di capire, sui piani ideologico, politico, organizzativo e pratico, il ruolo ingannevole e controrivoluzionario del PCI revisionista e dei partiti e gruppi che da esso provengono.
Una questione centrale della storia del movimento operaio italiano che spiega come mai ancora adesso il proletariato è subalterno alla classe dominante borghese e perché ha perso la coscienza di essere classe per sé il cui compito è quello di abbattere il capitalismo e conquistare il socialismo. Una questione centrale per l'avvenire della lotta di classe in Italia e del nostro Partito.
Non a caso ``Il Bolscevico'' non trascura di pubblicare gli scritti e i discorsi principali dei maestri del proletariato internazionale in modo che i militanti e i simpatizzanti del PMLI e i lettori coscienti e rivoluzionari abbiano in mano tutti gli elementi teorici per capire il revisionismo, il riformismo, l'elettoralismo, il parlamentarismo e il pacifismo e così prendere le dovute misure per evitarli e combatterli. In questo quadro esemplare è stata la pubblicazione integrale su ``Il Bolscevico'' delle cinque opere fondamentali marxiste-leniniste per trasformare il mondo e se stessi, che sono state poi edite dal PMLI nella collana ``Piccola biblioteca marxista-leninista''. L'ultima di queste opere, ma non la meno importante, ``Stato e rivoluzione'' di Lenin esce proprio in occasione del Trentennale de ``Il Bolscevico''.
Salutiamo con particolare calore questa iniziativa politica-editoriale, certi che essa apporterà dei grandi benefici a chiunque è, o sarà, disponibile a lavorare concretamente per rovesciare il vecchio mondo e costruire un mondo nuovo. Stando però ben attenti a ciò che Mao diceva ai marxisti-leninisti cinesi con queste parole: ``Sembra che molti compagni studino il marxismo-leninismo non per le esigenze della pratica rivoluzionaria, ma esclusivamente per amore dello studio in sé e per sé. Di conseguenza, non riescono ad assimilare ciò che hanno letto. Essi sono soltanto capaci di citare frasi isolate delle opere di Marx, Engels, Lenin e Stalin, ma non sanno adottare la loro posizione, il loro punto di vista e il loro metodo per studiare concretamente la situazione attuale e la storia della Cina, analizzare concretamente i problemi della rivoluzione cinese e risolvere questi problemi'' (da ``Riformiamo il nostro studio'', maggio 1942, opere scelte, vol. 3•, pag. 15).
Care compagne e cari compagni,
sotto l'esperta e sperimentata direzione del compagno Achille Zanieri, fedeli alla linea e alle indicazioni specifiche del Partito, impegnandovi con grande spirito di sacrificio e all'estremo delle vostre forze, ogni settimana che passa voi producete un Giornale sempre più bello, anche graficamente, più ricco, più vivo, più soddisfacente, più rispondente alla lotta di classe e alle esigenze politiche e organizzative del PMLI. Instancabilmente e ininterrottamente voi fornite ai militanti e ai simpatizzanti del Partito e ai lettori delle armi micidiali in grado, se sapute usare, di causare effetti devastanti nel campo nemico.
Se ``Il Bolscevico'' avesse più redattori, e a tempo pieno e retribuiti, mentre oggi può solo usufruire del tempo libero che i compagni redattori hanno dai doveri professionali, più pagine a disposizione e più mezzi tecnici ed economici, certamente potrebbe fare molto di più, essere più completo ed esauriente e soddisfare tutte le esigenze nei vari fronti di lotta.
Ma già quello che voi riuscite a fare ha dell'incredibile e del prodigioso. Voi avete fatto de ``Il Bolscevico'' un potente Faro rosso. Dal vostro esempio imparano i collaboratori interni ed esterni al Partito e si forgiano nuove Redazioni locali, come quella recentissima di Napoli. Voi costituite un esempio nell'applicazione delle grandi parole d'ordine del 4• Congresso nazionale del PMLI, ossia ``Costruiamo un grande, forte e radicato Partito marxista-leninista per combattere la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista e realizzare l'Italia unita, rossa e socialista''; ``Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare''.
Tramite il vostro esempio i marxisti-leninisti italiani hanno imparato a comprendere, come dice Lenin riferendosi a un'esperienza storica rivoluzionaria russa, che ``la devozione assoluta alla rivoluzione e la propaganda rivoluzionaria fatta tra il popolo non vanno perdute, anche quando interi decenni dividono il periodo della semina da quello del raccolto'' (da ``Alla memoria di Herzen'', 8 maggio (25 aprile) 1912, Opere complete, vol. 18, p. 23).
Care compagne e cari compagni,
non dimenticheremo mai la vostra opera di Penne Rosse de ``Il Bolscevico''. Qualunque cosa accada, tenete sempre ferma la rotta marxista-leninista. Non concedete nulla al nemico di classe e ai suoi servi. Non abbassate mai la vigilanza affinché ``Il Bolscevico'' sia sempre la voce marxista-leninista del proletariato e delle larghe masse popolari.
Come ci ha indicato recentemente l'Ufficio politico del Partito ``Dobbiamo duplicare le nostre attenzioni verso `Il Bolscevico' come lettori, diffusori, redattori e finanziatori. Dobbiamo rafforzare i legami de `Il Bolscevico' con i suoi lettori e collaboratori non membri del PMLI. Dobbiamo tendere a creare in ogni città dei gruppi o circoli di `amici de Il Bolscevico'''.
Questo è l'impegno che deve prendere tutto il Partito nello splendido giorno del Trentennale de ``Il Bolscevico''.
Viva le Penne Rosse de ``Il Bolscevico''!
Viva il Trentennale de ``Il Bolscevico''!
Viva ``Il Bolscevico'', glorioso organo del PMLI!
Coi maestri vinceremo!

Giovanni Scuderi

Firenze, 7 dicembre 1999