Manna per gli evasori e per gli esportatori illegali di denaro all'estero
Lo scudo della vergogna legalizza il falso in bilancio
Esclusa la punibilità a molti reati societari, amministrativi e tributari
I magistrati: "criminali impuniti"

Il 23 settembre, con un colpo di mano affidato all'emendamento di un oscuro peone del Pdl, tale Salvo Flores, il governo ha fatto approvare al Senato nero una norma che allarga ulteriormente le maglie del cosiddetto scudo fiscale per il rientro dei capitali dall'estero, che premia gli evasori fiscali, gli esportatori illegali di denaro e i mafiosi.
Lo scudo della vergogna, che consentirà a costoro di far rientrare legalmente in Italia i capitali esportati, o di riciclare facilmente quelli di provenienza illecita e finanche criminale, pagando solo un'irrisoria tassa del 5% diluita in 5 anni e con la garanzia di conservare l'anonimato, è contenuto nel decreto aggiuntivo emesso lo scorso 3 agosto dal governo in contemporanea con la conversione del decreto anticrisi, ed è per questo che il parlamento sta facendo le corse per convertirlo entro la scadenza del 3 ottobre.
Nel decreto aggiuntivo lo scudo era ristretto ai soli reati fiscali di omessa o infedele dichiarazione, perché Napolitano chiedeva che fossero tolti o attenuati almeno gli aspetti più scandalosi del provvedimento prima di firmarlo, visto che non poteva ignorare l'ondata di indignazione generale con cui era stato accolto. Dopo un certo tira e molla governo e Quirinale si erano accordati per lo stralcio dello scudo dal decreto anticrisi ed il suo inserimento, dopo le suddette modifiche che restringevano la casistica ai soli reati fiscali ed escludevano i processi in corso, in un nuovo decreto "aggiuntivo" che Napolitano firmava contemporaneamente alla legge di conversione del decreto anticrisi stesso.

Il condono assicura l'impunità agli evasori
Ma, come sempre accade, "fatta la grazia gabbato lo santo": quello che era uscito dalla porta è stato fatto rientrare dalla finestra, e con gli interessi. L'emendamento Flores passato nelle commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato nero riestende la casistica praticamente ad ogni genere di reato fiscale e penale, compreso il falso in bilancio: vale infatti anche per tutta una serie di reati di rilevanza penale come dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o di altri documenti per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di documenti contabili, falsità in registri e notificazioni, false comunicazioni sociali, false comunicazioni in danno della società, dei soci o dei creditori e falso in prospetto.
Il tutto con la più ampia garanzia di anonimato per chi si avvale dello scudo (dato che in pratica gli intermediari, banche, commercialisti, ecc., non sono più tenuti a segnalare la provenienza o l'uso sospetto dei capitali, perfino nei casi di mafia e terrorismo), e senza nessuna garanzia per lo Stato che i capitali "scudati" restino effettivamente in Italia e non riprendano invece la via dell'estero per essere investiti altrove. Insomma una vera e propria manna per evasori, speculatori, truffatori e delinquenti e una beffa per tutti i contribuenti onesti, in un momento in cui fra l'altro si ciancia tanto di "lotta ai paradisi fiscali" e alla finanza speculativa.
Vero è che mentre si sono allargate così a dismisura le maglie di questo vero e proprio condono tombale per gli evasori, nonché ghiottissima occasione per il riciclaggio dei denari sporchi delle organizzazioni criminali, è stato ristretto il periodo per farne richiesta, portando la scadenza al 15 dicembre prossimo anziché all'aprile 2010. Ma questo solo perché Tremonti ha già iscritto il gettito previsto dello scudo nella Finanziaria di quest'anno, per coprire tutta una serie di spese sociali lasciate volutamente senza finanziamenti per avere un argomento di ricatto. Gettito che a fronte di un rientro previsto di 100 miliardi di euro (su oltre 500 che si stima siano stati esportati illegalmente), ammonterebbe a soli 5 miliardi per il fisco, mentre le banche si calcola ne incasserebbero 10 per le intermediazioni.
E don Abbondio Napolitano? A domanda specifica se avrebbe firmato la nuova legge ha risposto: "Quando mi sarà trasmesso il testo da promulgare, approvato dal parlamento, valuterò le novità". Un film già visto, un finale scontato. Chi invece non ci sta a lasciar passare sotto silenzio un provvedimento così mostruoso, che perfino il Wall Street Journal ha definito "di gran lunga il più importante provvedimento a favore degli evasori fiscali in Europa, anche rispetto a scelte analoghe fatte da Regno Unito e Germania", sono i magistrati più coscienti e democratici: Esprimendo tutta la sua preoccupazione l'associazione nazionale dei magistrati (Anm) ha ammonito in un suo comunicato che "il diritto penale richiede certezza ed effettività della pena, e non può tollerare un così frequente ricorso ad amnistie o sanatorie, in particolare nel settore delicatissimo dei reati economici e fiscali. C'è il serio rischio di minare la fiducia di chi ha agito nel rispetto delle regole". Subito rimbeccata con strafottenza dal gerarca fascista alla Giustizia Angelino Alfano, con un secco: "Chi vuole che sia riconosciuta la sua autonomia deve accettare che è il parlamento sovrano che fa le leggi".

Favoriti i "poteri forti" e le mafie
Al ministro ha risposto coraggiosamente a tono il presidente dell'Anm Luca Palamara in un'intervista a la Repubblica, in cui pur esprimendo rispetto per la funzione del parlamento ha osservato che i magistrati "hanno il dovere di segnalare le ricadute delle norme sul sistema giudiziario". Inoltre "chi professionalmente gestisce una materia viene chiamato a partecipare almeno dialetticamente alla formazione di riforme che interessano questa materia. E non viene messo a tacere". Specie quando - ha sottolineato - "estendere lo scudo a fattispecie gravi e penalmente rilevanti come la frode fiscale o il falso in bilancio significa rendere di fatto non più punibili reati che sono realmente offensivi verso la comunità perché lesivi di norme importanti, significa equiparare chi ha commesso un atto illecito pesante a chi si è comportato correttamente". La verità è che "già con le riforme del 2001 il falso in bilancio è stato fortemente depotenziato e i termini della prescrizione accorciati fino al punto di non lasciarci il tempo per indagini complesse e laboriose. Tanti processi importanti hanno perso efficacia. Io potrei parlarle di quello sul doping finanziario nel calcio. Non c'era bisogno di quest'ulteriore aiuto ai truffatori e ai falsificatori di bilanci", ha concluso amaramente il magistrato.
I "poteri forti", quelli che secondo il gerarca Brunetta starebbero complottando per far cadere il governo, sostengono invece decisamente lo sconcio provvedimento. La Confindustria, col suo vicepresidente Bombassei, lo ha promosso perché "può aiutare il Paese a superare un momento difficile", e il suo foglio Il Sole 24 ore diretto dall'ex trotzkista de il manifesto, Gianni Riotta, si è messo subito alacremente al lavoro per fornire agli amici evasori ed esportatori illeciti di capitali consigli, consulenze e vademecum su come profittare al meglio della ghiotta occasione.
Ciò a ulteriore dimostrazione di quanto siano ormai indissolubilmente compenetrati il grande capitale industriale e finanziario "legale" con quello illegale e finanche criminale e mafioso. E come il nuovo Mussolini ne tragga appoggi e potere facendo leggi tese sempre a rafforzare tale mostruoso connubio e il regime neofascista e piduista che su di esso è radicato.

30 settembre 2009