La Serbia svende il criminale di guerra Karadzic alla Unione europea
Illegittimo il processo del tribunale dell'Aja al boia di Srebrenica

Ai primi di agosto è iniziato al tribunale dell'Aja il processo all'ex leader serbo bosniaco Radovan Karadzic accusato di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità. All'udienza il boia di Srebrenica ha sostenuto di aver stipulato un accordo con gli Usa "che mi garantiva la libertà in cambio dell'uscita dalla scena politica" e definiva il suo arresto e la sua estradizione un atto illegale.
Certo il "super ricercato" Karadzic è stato arrestato dopo 13 anni di latitanza che si può dire alquanto particolare. Sparito nel 1997 si era ricostruito una nuova identità, e operava come dottore specializzato in medicina alternativa, in una clinica privata di Nuova Belgrado col nome di Dragan Dabic. Una condizione impossibile senza coperture da parte del governo di Belgrado e l'avallo delle potenze imperialiste.
Sulle sue tracce finora invano, come su quelle del generale Mladic, si era posto il Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia, l'organo giuridico creato dalle Nazioni Unite a cui è affidato il compito di perseguire i crimini commessi nell'ex Jugoslavia negli anni successivi al 1991. Il tribunale si è insediato all'Aja il 25 maggio 1993, in applicazione della risoluzione 827 del Consiglio di sicurezza dell'Onu, e si occupa degli eventi dei conflitti in Croazia (1991-95), in Bosnia-Erzegovina (1992-95) e in Kosovo (1998-99) per completare il lavoro avviato dall'intervento imperialista guidato dalla Nato e dalla successiva "pace" imposta con l'occupazione militare che continua tuttora. Quello a Karadzic all'Aja è pertanto un processo illegittimo, compiuto da un organismo sovranazionale che opera al servizio dell'imperialismo.
Il boia di Srebrenica dovrebbe essere giudicato nel suo paese ma il governo serbo ha deciso di svenderlo, dopo Milosevic, per compiacere l'Unione europea e facilitare il suo ingresso nell'Europa dei 27.
"Ora l'Europa dia alla Serbia lo Status di candidato", ha affermato il ministro degli Esteri Vuk Jeremic, "l'arresto di Karadzic dimostra che prendiamo molto seriamente gli impegni internazionali, e il nostro piano è ottenere lo status di candidato Ue entro fine anno o metà 2009". Trovando una soluzione pure al problema dell'indipendenza del Kosovo che Belgrado non vuiol riconoscere.
La consegna di Karadzic è stata apprezzata dalla Merkel, che ha "sottolineato la vocazione europea della Serbia" sotto la guida del presidente Tadic, e dall'Italia col ministro Franco Frattini che ha sottolineato "la necessità di fare entrare immediatamente in vigore l'accordo commerciale Ue-Serbia". Meno entusiasti la Francia e la Gran Bretagna che chiedono la consegna dell'altro latitante Mladic.
Il ministero degli esteri russo ha liquidato la consegna di Karadzic all'Aja come un "affare interno serbo" lasciando al rappresentante russo alla Nato Rogozin di controbattere: "se Karadzic merita di essere giudicato all'Aja, allora accanto a lui sul banco degli imputati devono stare anche coloro che hanno preso la decisione di bombardare i pacifici cittadini morti a centinaia durante la cosiddetta democratizzazione dei Balcani da parte dell'Occidente". I primi segnali di una reazione della Russia che prenderanno corpo pochi giorni dopo con l'intervento in Georgia.

1 ottobre 2008