Il sindaco De Rubeis (MPA) gli ha preparato servilmente il terreno
Show di Berlusconi in camicia nera a Lampedusa
Il nuovo Mussolini promette mari e monti per conquistare la fiducia degli isolani abbandonati dal governo

Dal nostro corrispondente della Sicilia
Esattamente come faceva Benito Mussolini, l'arrivo del neoduce il 30 marzo a Lampedusa è stato preceduto dal controllo preventivo e repressivo della contestazione.
È bastata l'esclamazione "Basta cu sti minchia di cartelli!", urlata dal neopodestà De Rubeis del MPA, indirizzata ai manifestanti, come mostrano alcuni video, perché scattasse la censura filogovernativa e venissero rimossi a forza i cartelli e gli striscioni di contestazione, tra cui uno con su scritto: "Governo Vergogna" e "Berlusconi fora de ball, nessuna accoglienza per il principale responsabile di questa indecenza", strappato a una dirigente di Legambiente. Non solo, nei video si sentono le minacce a chi non voleva applaudire il neoduce. In un filmato un uomo, probabilmente qualche prezzolato o fasci-mafioso che spera di far quattrini con la pioggia di soldi e agevolazioni promessi da Berlusconi, si avvicina ai contestatori e li minaccia: "Berlusconi è venuto a salvarvi il culo, portate via questi cartelli. Queste telecamere ve le facciamo mangiare, vi ammazziamo come i cani oggi, te lo giuro". Preceduto da questa accurata epurazione dei contestatori, il neoduce è atterrato all'aeroporto di Lampedusa il 30 marzo nelle prime ore del pomeriggio e, davanti al municipio, con il neopodestà con fascia tricolore a fianco si è esibito in un insopportabile show in camicia nera, mentre sull'isola gli abitanti sono allo stremo, migliaia di migranti sono alla fame e il 29 marzo sono mancati addirittura duemila pasti, evidenza questa negata da Berlusconi, che ha sostenuto: "Non mi risulta. C'è stata disinformazione. La situazione a Lampedusa non è quella descritta dai mass media".
Di fronte a questa tragedia di dimensioni enormi, ancorché incalcolabili, il neoduce promette mari e monti: soldi per un restyling completo dell'isola. Basta con quei muri senza intonaco che ha visto arrivando, un po' più di colore e di verde, la ristrutturazione della zona portuale in modo da renderla una specie di Portofino del profondo Sud, la creazione di un casinò, un campo da golf, oltre a una scuola, infrastrutture sanitarie e viarie, e ancora degli spot sulle reti televisive per "rimettere in moto" la macchina del turismo, una moratoria fiscale, bancaria e previdenziale di un anno, oltre alla dichiarazione della zona franca e alla riduzione del costo del gasolio per i pescatori. Un occhiolino strizzato alla mafia è il progetto "burocrazia zero", una sorta di permesso a priori per costruire case ovunque sull'isola "ricevendo solo a cose fatte l'ispezione delle autorità". Il ridicolo, davanti alle masse che ascoltavano scettiche, questo comizio, tocca il culmine quando il neoduce annuncia che pensa di proporre il Nobel per la pace agli isolani e che è diventato anche lui un lampedusano, avendo preparato l'acquisto di una villa da due milioni di euro sull'isola: "Direte - ordina rivolgendosi ai giornalisti - che così lieviteranno i prezzi degli immobili".
La demagogia del progetto neofascista emerge in pieno quando il neoduce parla del problema principale, che è quello di aiutare in questo preciso momento la popolazione e i migranti allo stremo. "Lampedusa sarà svuotata in 48-60 ore. Il piano di liberazione è scattato a mezzanotte". La promessa però si trasforma subito in una minaccia ai profughi quando Berlusconi dichiara che "i migranti che arriveranno sulle banchine del porto di Lampedusa saranno subito imbarcati sulle navi con destinazione Tunisia o altri centri", il tutto senza neanche verificare le motivazioni per le quali essi sono fuggiti. Poi, nella situazione già esplosiva di Lampedusa, lancia l'ipotesi di un collegamento tra profughi e criminali: ''tra i migranti tunisini arrivati a Lampedusa ci sono alcuni dei 13.600 evasi dalle carceri''. E in base a quella ipotesi, giustifica la politica dei campi di concentramento antimigranti del governo: ''abbiamo fatto in modo che queste persone non si immettessero nel tessuto sociale, mantenendo presidi che hanno evitato che ciò accadesse''.
Ovviamente a Lampedusa, dopo la partenza di Berlusconi, la situazione è rimasta pressoché identica, continuano gli sbarchi, la popolazione e i migranti sono tenuti sempre in condizioni di precarietà assoluta e la tensione sull'isola rimane alta. I migranti tunisini, proprio quelli che erano stati accusati di essere dei criminali, chiedono di lasciare l'isola subito, e temono la repressione se saranno rispediti in Tunisia. Un migliaio di nordafricani in corteo ha urlato di non poter tornare indietro.
Mentre il governo si gira i pollici, gettando tutto il peso della tragedia sulle masse popolari, continuano ad arrivare notizie di naufragi e si moltiplica il numero di cadaveri ripescati a largo delle coste siciliane e africane, mentre i "dispersi" di cui non rimane neanche il nome, si contano a centinaia, vittime ignote della nazista politica di chiusura antimigranti con cui il governo sta "affrontando" l'emergenza.

6 aprile 2011