Il presidenzialismo "pudico" del PD
Nel simbolo non c'è il nome di Bersani ma nei manifesti c'è la faccia

Dal PDL del neoduce Berlusconi al fascio-leghista Maroni; dalla "Scelta civica con Monti per l'Italia" a quella di SEL del trotzkista Vendola e dell'IDV di Pietro e poi ancora Fini e Casini, fino alle nuove trappole parlamentari borghesi di Ingroia e del qualunquista Grillo, in quasi tutti i simboli e i manifesti delle varie liste elettorali il presidenzialismo imperversa più che mai anche in questa campagna elettorale e domina sovrano.
Quasi tutti, perché il PD, come ha ribadito a più riprese Bersani, non ci metterà mai il suo nome perché "siamo una squadra e non un partito leaderista". Salvo poi tappezzare le città con le gigantografie in cui il suo faccione compare di tre quarti sotto la scritta "L'Italia giusta", affisse dappertutto e portate in giro perfino sugli autobus.
Insomma dal presidenzialismo ostentato di Berlusconi e Monti a quello "pudico" del PD la differenza è solo "nominale"; e visto che a Bersani piacciono tanto i detti popolari, noi gli suggeriamo il seguente: "se non è zuppa è pan bagnato". Che ben descrive le differenze politiche e programmatiche degli apparentemente diversi partiti concorrenti della destra e della "sinistra" borghese.

23 gennaio 2013