Ad Alessandria
Il sindaco Pdl chiede alla Cgil 30mila euro per manifestare in piazza

Ad Alessandria il neopodestà Piercarlo Fabbio, degno rappresentante del partito del neoduce Berlusconi, sta sperimentando come mettere la mordacchia alla libertà di manifestare dei lavoratori e delle masse popolari. Tanto più quando a voler esercitare tale diritto è la Cgil.
Per negare l'autorizzazione alla Cgil di tenere gli Stati generali della crisi nella centralissima piazza della Lega Fabbio ne ha pensate di tutte. Prima li ha costretti ad una estenuante discussione di mesi, poi quando ha deciso di concederla ha escogitato la gabella fascista sul diritto di manifestare in piazza. La piazza ve la do, ma mi sottoscrivete una fideiussione di 30 mila euro per risarcire i danni. Insomma per permettere ai lavoratori e agli operai (molti in cassa integrazione o in mobilità a causa della crisi) di manifestare nella loro città Fabbio gli ha chiesto una sorta di assicurazione per la responsabilità civile. Beneficiario? Ovviamente lo stesso Comune.
Una decisione unica nel suo genere che giustamente ha suscitato l'indignazione generale: "Uno sfregio alla Cgil e a tutti i sindacati confederali: le nostre manifestazioni sono state un esempio di civiltà e di rispetto del bene pubblico", ha detto Silvana Tiberti, segretaria della Cgil di Alessandria. E aggiunge: "La richiesta di un'assicurazione è un precedente pericoloso: non tutti e non sempre si sarà in grado di pagare una fideiussione per manifestare, un diritto garantito dalla Costituzione". E poi si interroga la Tiberti, se passa la linea Fabbio che per un guscio di piazza come è quella richiesta ad Alessandria vuole 30 mila euro, cosa dovrebbero chiedere Milano o Roma per Piazza Duomo o Piazza del popolo?
Secca e dura la replica del segretario generale della Cgil Epifani. La decisione del Comune di Alessandria di chiedere alla Cgil un contributo di garanzia per manifestazione promossa in città ''si commenta da sé''. E definisce la presa di posizione dell'amministrazione del comune piemontese definendola ''una posizione illegittima, illegale, contro ogni buon senso''.
La Cgil ignori il sindaco, o al massimo dica "grazie per il consiglio", e faccia la sua manifestazione, ha affermato lapidario il presidente emerito della Consulta, Antonio Baldassarre. Né il sindaco di Alessandria né il questore possono chiedere una polizza assicurativa, spiega, in cambio della concessione di una piazza per manifestare: un atto del genere sarebbe "illegittimo".
Bontà loro, anche Cisl e Uil Piemonte hanno solidarizzato con la Cgil affermando che "la richiesta della polizza ha il sapore di un deterrente pericoloso" (Cisl).
Persino il fascista De Corato, vicesindaco di Milano, definisce la sortita del collega Fabbio "un poco naif", però confessa che anche a Palazzo Marino avevano pensato a qualcosa del genere, soprattutto per "i centri sociali", idea poi accantonata, fulminati forse da un po' di buonsenso, perché "bisogna tener conto del diritto a manifestare".
Il sindacato di Epifani ha dunque respinto al mittente la provocazione del neopodestà di Alessandria dichiarando che non sottoscriverà nessuna polizza, e come contromossa per evitare di rovinare con il calpestio degli operai il pregiato e costoso marmo che ricopre la centrale piazza della Lega, dalla Camera del Lavoro hanno ironizzato: "Entreremo con i pedalini per non sporcare - ironizzano alla Camera del Lavoro - così potremmo anticipare una probabile ordinanza del sindaco Fabbio".
La manifestazione poi, il 23 ottobre si è comunque tenuta. Il tendone allestito in piazza della Lega non solo era gremito in ogni ordine di posti, ma in tanti lavoratori, militanti dei partiti della sinistra e semplici cittadini, sono rimasti fuori, radunati intorno alla struttura per ascoltare le proposte avanzate dagli Stati generali della Cgil alessandrina. E mentre Fabbio si preoccupa di salvaguardare i suoi preziosi marmi, nel più totale disinteresse dell'amministrazione comunale ben 400 precari sono stati "tagliati" nelle scuole della provincia, il Politecnico di Alessandria è a rischio e i 18 lavoratori della Texo Group, che da settembre occupano lo stabilimento per scongiurarne la chiusura, sono abbandonati a se stessi.

28 ottobre 2009