La sinistra della Cgil critica la nota della segreteria sul "mercato del lavoro"
Pressioni per lo sciopero generale

Che la CGIL non avesse intenzione di dare battaglia fino in fondo né di indire lo sciopero generale nazionale contro la macelleria sociale del governo del tecnocrate liberista borghese Monti era già abbastanza chiaro ma a renderlo limpido ha contribuito la Segreteria della stessa CGIL che il 25 maggio scorso ha pubblicato sul proprio sito una nota che analizza punto per punto l'ultima versione del Ddl sul "mercato del lavoro" che è stato varato dalla commissione del Senato e sta per andare in questi giorni in Aula.
Nonostante che confermi "la propria intenzione di presidiare la discussione del Disegno di legge sia al Senato che successivamente alla Camera dei Deputati" per ottenere "miglioramenti al testo", la Segreteria titola tale nota con un giudizio che ha aperto un'aspra discussione all'interno della stessa segreteria. In essa si dice che il ddl contiene "diverse novità positive e alcuni peggioramenti", sciorinando in successione i sei punti su cui intende avanzare una richiesta di "cambiamento".
Non è un fulmine a ciel sereno per molte lavoratrici e molti lavoratori che hanno criticato la CGIL, guidata dalla riformista Camusso, proprio per l'atteggiamento troppo "morbido" nei confronti di un governo che sta annientando diritti fondamentali in cambio di vacue promesse di rinascita economica e sociale, invece di ascoltare le richieste di sciopero generale fatte dalle Rsu e dalle migliaia di lavoratori nelle piazze. Ma questo è stato veramente troppo anche per molti dirigenti nazionali, gli stessi della Segreteria che non sarebbero stati nemmeno coinvolti nella discussione. Il segretario confederale Nicola Nicolosi accusa: "Questo comunicato non è stato discusso", mentre la segretaria generale della Funzione pubblica Cgil Rossana Dettori denuncia, addirittura, di non esserne stata nemmeno informata. Domenico Pantaleo, della FLC (federazione dei lavoratori della conoscenza), spiega: "vedo più ombre che luci, quello del governo è un testo deludente e pericoloso", "ci sono tagli pesanti ai diritti, nessun vero allargamento degli ammortizzatori sociali, un'accentuazione della precarietà e sull'articolo 18 è stata fatta una mediazione inaccettabile, che rende una chimera la possibilità del reintegro". Rossana Dettori, aggiunge: "Bisogna mettere in campo inziative per cambiare il testo di legge, mettendo in conto, se nulla dovesse cambiare in Aula, anche lo sciopero generale". Gli fa eco Pantaleo che sostiene la necessità di una mobilitazione generale. Insomma, cresce nella sinistra della CGIL la richiesta dello sciopero generale con manifestazione a Roma.
La nota di Gianni Rinaldini, coordinatore dell'area "La Cgil che vogliamo", è più esplicita: "È l'impianto legislativo di Maroni del 2001, quello contro il quale la CGIL si è aspramente battuta, si riparte dal lavoro a termine senza causali e ritorna persino il lavoro a chiamata". Tra l'altro, sostiene Rinaldini "se questa è la posizione della Cgil, il sindacato sta avallando un'operazione che contiene tutti i nodi che nel passato erano stati contrastati, e non solo sull'articolo 18".
Non c'è riforma o cambiamento in questo ddl che possa soddisfare realmente le esigenze delle lavoratrici e lavoratori che rischiano il posto di lavoro, dei cassaintegrati o "esodati", dei disoccupati, dei giovani supersfruttati se non la richiesta di ritiro e per farla occorre mobilitare tutti i lavoratori con lo sciopero generale nazionale di otto ore e manifestazione a Roma.

30 maggio 2012