Sofri e Piperno, da "rivoluzionari" del '68 a papisti

I coraggiosi studenti e 67 docenti della Sapienza, che con i loro documenti e la loro mobilitazione hanno vivacemente e lucidamente contestato la visita del papa nero Ratzinger e il suo discorso all'inaugurazione dell'anno accademico, sono stati vittime di una generalizzata e plebiscitaria aggressione da parte del governo Prodi e della casa del fascio, del presidente della Repubblica Napolitano e della Conferenza episcopale italiana, dei falsi laici e dei clericali più sfegatati, dei mass media di regime e dei crociati più oltranzisti e oscurantisti: colpevoli unicamente di aver finalmente detto un No senza timori reverenziali all'ennesima manifestazione delle ingerenze quotidiane e senza limiti della chiesa sullo Stato, sul sistema di istruzione pubblica, nella vita politica, sociale e culturale. Mai tuttavia avrebbero immaginato che le armate del papa nero sarebbero state capitanate non solo da rinnegati storici quali lo straripante chierico Giuliano Ferrara e il filosofo nietzschiano Massimo Cacciari ma persino da due nuovi capitani di ventura, gli ex "rivoluzionari" del '68 Adriano Sofri e Franco Piperno.
Da fiancheggiatori del "terrorismo brigatista" a fiancheggiatori del terrorismo oscurantista di Ratzinger il passo in realtà è breve, visto il ruolo controrivoluzionario ricoperto durante la Grande Rivolta del Sessantotto sia dal terrorismo sedicente "rosso" sia dalle organizzazioni da costoro dirette, "Lotta Continua e "Potere Operaio". Non hanno avuto difficoltà, il primo, a chiedere di "accogliere calorosamente o solo cortesemente Benedetto XVI" giacché "di fede e di ragione la cosa migliore è discutere" e i relativi dibattiti devono comunque "avvenire e non essere reciprocamente elusi o peggio interdetti"; il secondo, a spingersi più in là nell'"apprezzare in Ratzinger dal punto di vista intellettuale la sua statura di studioso... uno studioso da ammirare e che è fuori luogo non far intervenire in un'aula universitaria". Non hanno avuto difficoltà alcuna a confessare il loro papismo: il primo, al quotidiano portavoce del PD e del governo Prodi, "la Repubblica" del 15 gennaio; il secondo, al fogliaccio fascista il "Secolo d'Italia" del 16 gennaio.
Ambedue hanno attaccato gli studenti e i docenti contestatori con argomentazioni ridicole e pretestuose e persino sconcertanti, se non sapessimo di che sorta di imbroglioni sono il frutto. Lo Zichichi dell'Università di Calabria ha levato un osanna all'attuale erede di Pietro che la dice lunga sulla sua conversione papista. "Su Galileo Galilei ha ragione lui...trovo quanto detto dall'allora cardinale Ratzinger di grande raffinatezza intellettuale". Insomma la condotta della Chiesa, a suo dire, merita riconoscimenti degni di un Socci, "il laicismo sfrenato dei miei colleghi", il suo disprezzo.
È proprio vero che la ripida e viscida via del tradimento li ha piombati dritto dritto nel pantano. E che ci rimangano!

23 gennaio 2008