Soldati Usa oltraggiano la Resistenza afghana

Le immagini di un video amatoriale che mostrano alcuni marines Usa che urinano sui cadaveri di tre ribelli afghani appena uccisi parlano da sole e hanno sollevato una giusta indignazione tanto che la Casa Bianca non ha potuto che condannare il gesto e promettere punizioni. Le immagini testimoniano un vergognoso oltraggio alla resistenza afghana, lo spregio con i quali quelli che portano "libertà e democrazia" nel mondo considerano i loro nemici.
Un portavoce dei talebani ha condannato il gesto e ricordato che non si tratta della prima "barbara azione" compiuta dagli americani in Afghanistan e verso i quali continueranno gli attacchi della resistenza.
Gli autori del gesto sono quattro cecchini di un battaglione dei marines, di stanza alla base di Camp Lejeune, in North Carolina. I quattro soldati e il cameraman che li ha filmati, erano recentemente tornati da una missione nel sud dell'Afghanistan, nella provincia di Helmand. Una volta alla base avevano orgogliosamente mostrato il video agli altri militari come fosse un trofeo di guerra. A qualcuno non è bastato e le immagini sono finite online, suscitando reazioni sdegnate in tutto il mondo.
Il corpo dei Marines ha tentato di prendere le distanze con una nota ufficiale nella quale si afferma che "le azioni ritratte non sono in linea con i nostri valori fondanti e non rappresentano l'atteggiamento dei marine e del nostro corpo", come se l'episodio fosse il primo che vede coinvolti i marines in Afghanistan come nel vicino Iraq. Stessa solfa da parte del comando di occupazione Isaf in Afghanistan e da parte dei vertici dell'esercito Usa che definivano l'ignobile azione come un crimine di guerra in violazione della Convenzione di Ginevra. Il filmato mostra anche uno dei soldati che si congeda augurando buona giornata al cadavere su cui aveva appena urinato.
Per placare le ire del presidente afghano Hamid Karzai sono dovuti intervenire il segretario di stato Hillary Clinton e il segretario alla Difesa Leon Panetta a promettere indagini rapide. Per quanto riguarda le punizioni è tutto da vedere. Una vicenda simile, quella delle immagini pubblicate nel 2004 e scattate a Baghdad, all'interno della prigione di Abu Ghraib, che documentavano le torture ai prigionieri iracheni è finita con la sostanziale impunità degli autori delle torture e soprattutto dei responsabili della prigione.
Un trattamento ben diverso da quello riservato al soldato Bradley Manning che rischia l'ergastolo per l'accusa di "collusione col nemico" e la "diffusione di informazioni militari" per aver passato centinaia di migliaia di documenti riservati del governo americano al sito internet Wikileaks.

18 gennaio 2012