Respingiamo il sondaggio truffa sul valore legale della laurea

È una truffa la "consultazione pubblica online sul valore legale del titolo di studio", già annunciata da Monti e Profumo il 27 gennaio scorso e recentemente avviata dal ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) per preparare il terreno all'abolizione del valore legale della laurea.
Come abbiamo già denunciato, questa norma (già contenuta nel "Piano di rinascita democratica" della P2 di Gelli e che trova ampio consenso fra i fautori dell'aziendalizzazione e privatizzazione dell'università, anche nel PD a partire da Pietro Ichino) imposterebbe la valutazione dei laureati nei concorsi pubblici unicamente in base al "prestigio" dell'ateneo di provenienza, "prestigio" che naturalmente sarebbe riconosciuto agli atenei più costosi ed esclusivi che sono riusciti a incanalare i maggiori fondi (privati) in una spietata concorrenza, rendendo inoltre ancora più arbitrari i già pilotati concorsi pubblici.
La cosiddetta "consultazione pubblica" è stata decisa a seguito delle forti proteste di studenti, ricercatori, precari e docenti, addirittura rettori degli atenei che sarebbero più penalizzati (specie al Sud), ufficialmente (come si legge sul sito del MIUR) per "ascoltare la voce dei destinatari delle decisioni", senza però che queste decisioni si possano mettere in discussione. Insomma è una farsa che cerca malamente di dare una facciata democratica e persino "partecipativa" al governo, ma che in realtà riprende pari pari il metodo della Marchionne del governo Monti, Fornero: o accettate di fare come diciamo noi e ci date una legittimazione di massa, o andiamo avanti comunque.
Oltre che una farsa, è una truffa vera e propria. Si articola infatti in quattro tematiche: "Accesso alle professioni regolamentate", "Pubblico impiego", "Valutazione dei titoli di studio" e "Questioni ulteriori", a loro volta suddivisi in domande cui è possibile dare tre risposte, due già scritte e una (il classico "Altro") alla quale è possibile scrivere un commento personale.
Tuttavia l'apparenza democratica e consultiva cade subito in quanto numerose domande, oltre che essere formulate prevedendo già per certa l'abolizione del valore legale della laurea, prevedono risposte molto elaborate e accattivanti quando favorevoli al progetto governativo, deboli e vaghe quando invece si tratta di opporvisi, nel palese tentativo di influenzare l'opinione dei partecipanti. Non è poi escluso che, quando il MIUR pubblicherà i risultati, l'unico margine che permette un'effettiva risposta non pilotata ("Altro") non sarà nemmeno preso in considerazione o cadrà sotto la categoria degli "incerti".
Tanto è palese l'inganno che le organizzazioni di studenti e ricercatori non ci sono proprio cascate. L'Unione degli Universitari parla di "operazione di mistificazione di massa", il coordinamento "Link" di "truffa" e "plebiscito finalizzato a legittimare una linea politica già stabilita a priori", mentre la Rete 29 aprile ne ha chiesto "l'immediato ritiro". Nell'assemblea "Università bene comune", tenutasi a Bologna il 24 marzo, si è discusso di avviare una consultazione alternativa, e comunque di boicottare quella del governo.
In ogni caso al sondaggio del MIUR non va dato alcun credito e non bisogna legittimarlo partecipandovi.
Questa è tra l'altro l'ennesima dimostrazione del fatto che il governo della grande finanza, dell'UE e della macelleria sociale non ha nessuna intenzione di fermare la distruzione dell'università pubblica. Ci vuole una grande mobilitazione degli studenti, dei ricercatori e dei docenti democratici, che gridino in coro con gli operai, i lavoratori di tutte le categorie, i precari, i pensionati, i disoccupati e le larghe masse popolari: Monti vattene!

28 marzo 2012