Spagna e Marocco trovano l'intesa per una tregua sulla disputa dell'isolotto conteso
I soldati spagnoli occupano e poi si ritirano da Leila (Perejil)
Rabat rivendica la sovranità sulle enclaves spagnole residuo della colonizzazione
Con un comunicato congiunto diffuso il 22 luglio da Rabat, Spagna e Marocco hanno annunciato di aver trovato l'accordo per il ripristino dello status quo sull'isola di Leila (Perejil per gli spagnoli). L'intesa sottoscritta dai ministri degli Esteri dei due paesi, il marocchino Mohammed Benaissa e la spagnola Ana de Palacio, concordata attraverso la mediazione del segretario di Stato americano Colin Powell prevede l'impegno a "ripristinare e mantenere la situazione dell'isola di Perejil che esisteva prima del mese di luglio del 2002'' e rimanda al mese di settembre per una nuova riunione dove si discuterà dei problemi delle relazioni tra i due paesi; relazioni che avevano raggiunto un punto critico lo scorso ottobre col rientro in patria "per consultazioni'' dell'ambasciatore marocchino a Madrid e da allora non più tornato. Quindi si parlerà non solo della questione della sovranità dell'isolotto; il governo di Rabat vuole aprire almeno anche il capitolo della sovranità di Madrid sulle enclaves spagnole in territorio marocchino residuo del dominio coloniale, le due città di Ceuta e Melilla, e delle perforazioni petrolifere spagnole nelle acque contese nei pressi delle isole Canarie. Altra questione che divide i due paesi è il controllo marocchino sul territorio della Repubblica Saharaui contestato da Madrid.
La ragione principale della contesa tra Rabat e Madrid è la sovranità delle due città di Ceuta e Melilla che il governo Aznar, come i precedenti vuol tenere ben strette. Ceuta e la dirimpettaia Gibilterra, controllata dalla Gran Bretagna e reclamata dalla Spagna, sono le porte che controllano il traffico nello strategico stretto di Gibilterra e l'accesso al Mediterraneo. Nel momento in cui si profila una soluzione alla vecchia disputa tra Spagna e Gran Bretagna sul possedimento inglese di Gibilterra il re del Marocco, Mohammed VI, e il suo governo tornano alla carica con Madrid per la restituzione della sovranità sulle due città costiere rilanciando la richiesta di restituzione già avanzata da Rabat nel 1975.
Il caso per riattizzare la vicenda è diventato l'isolotto disabitato di Leila che è situato a circa 300 metri dalle coste marocchine, nelle acque territoriali del paese africano, ma sotto sovranità spagnola.
Il governo di Rabat inviava a Leila una decina di soldati che il pomeriggio dell'11 luglio piantavano sul punto più alto la bandiera del regno alauita. Madrid rispondeva inviando navi della marina e della Guardia civile attorno all'isolotto e a presidio dell'arcipelago conteso delle Chafarinas.
Dalla parte della Spagna si schieravano Prodi e la presidenza di turno danese della Ue. Il premier danese Fogh Rasmussen dichiarava che "l'Unione europea esprime piena solidarietà alla Spagna e sollecita il Marocco a ritirare immediatamente le sue truppe''. Il ministro degli Esteri di Rabat invece denunciava che la reazione di Madrid era sproporzionata e invitava il governo spagnolo a "trovare una formula di collaborazione'' utilizzando i canali diplomatici. Gli rispondeva il 15 luglio il neocaudillo spagnolo Aznar con la dichiarazione che il suo governo non avrebbe accettato in alcun modo l'occupazione di Leila.
Mentre erano in corso trattative tra i ministri degli Esteri dei due paesi e si stava profilando una soluzione diplomatica Aznar decideva per l'azione dimostrativa, per la prova di forza. Il 17 luglio richiamava il suo ambasciatore da Rabat e contemporaneamente un gruppo di soldati dei corpi speciali spagnoli partito da Ceuta sbarcava a Leila e si prendeva l'isolotto arrestando i sei soldati marocchini presenti. La Spagna vuole "superare la crisi con il dialogo'' blaterava da Bruxelles Prodi mentre per il governo di Rabat l'intervento militare spagnola era "una dichiarazione di guerra''.
Il segretario dell'Onu, Kofi Annan, si proponeva il 18 luglio per una mediazione ma l'offerta veniva respinta da Madrid. Accettata invece quella americana tanto che il 20 luglio il segretario di Stato Powell può annunciare il compromesso raggiunto sul ripristino della situazione precedente l'11 luglio per l'isolotto conteso. I soldati spagnoli tornavano alle basi e i ministri degli Esteri dei due paesi si vedevano a Rabat per ratificare l'intesa.

24 luglio 2002