Si sta spengendo l'ultima lanterna della speranza comunista?

Questa è una lettera non di un ragazzo normale. Questa è la lettera di un ragazzo del 1989, che adesso si ritrova oramai maggiorenne in un mondo che non sente suo, che non lo attrae e che non lo rispetta. Questa è la lettera di un giovane che si è appassionato del comunismo. Non solo incuriosito, addirittura appassionato. Questa è la lettera di un ragazzo che prima di definirsi comunista ha studiato la letteratura comunista. Ha letto Marx, ha letto Engels e Lenin. Questa è la lettera di un ragazzo che studia quello in cui crede.
Io mi chiedo come sia possibile oggi vivere in un mondo che al giovane di tante belle speranze offra così poco.
Sono ormai alla fine dei miei studi superiori e sto per ottenere la maturità liceale scientifica. Scuola che, pur non apprezzando molto, paradossalmente, per la troppa attività scientifica, mi ha conferito una mentalità laica, materialistica e pragmatica. E di questo gliene sono grato.
Mi sono avvicinato alla filosofia assai in questo periodo, e penso di continuare su quella rotta. Avvicinamento causato anche delle elezioni, forse. Elezioni che, come tante cose, mi hanno deluso. La solita vittoria in pompa magna di Berlusconi a scapito di una sinistra, sia quella comunista che quella più moderata, mai così frammentata e frammentaria. Zero spirito di cooperazione, zero unità tra compagni: e questo per cosa? Per perdere - malamente e con vergogna - queste elezioni.
Io, comunista che non trovo nessun partito che mi rappresenti nel modo più assoluto. Nessuno e niente che sappia rispondere ai miei ideali, che sono poi quelli più genuini, derivati da Marx e da Lenin, che reputo persona straordinaria e unica.
Abbandonato. E questo perché la stragrande maggioranza di ragazzi non viaggia sulla medesima mia frequenza. Nessuno che la pensi così come me. E io come faccio a nutrire le mie speranze di sovvertire un ordine che, già di per sé, a volte sembra così forte, ma altre tremendamente fragile? Come può un uomo non sognare? Sognare di avverare i più reconditi suoi desideri, che probabilmente, tali resteranno per sempre? Come posso io pensare di non poter sognare? Di non immaginare un mondo migliore dove questo fottuto sistema capitalistico non domini su tutto e tutti? Saranno solo capricci di un adolescente? O sono riflessioni veritiere maturate dopo un'accorta analisi di ciò che ci può offrire davvero questa realtà?
Un poliziotto che arrestava Lenin dopo uno dei suoi primi tumulti in università, pare abbia detto: "Perché vi ribellate giovanotto? Avete davanti a voi un muro" e Lenin "Sì, un muro cadente, e basterà una spinta".
Io questa spinta la voglio dare. Da solo sono conscio che farò poco. Ma come faccio del resto a ritrovarmi con qualcuno che, forse, non esiste nemmeno più? Che ne è del giovane intellettuale che abbraccia la coscienza di essere comunista?
Probabilmente ho fatto troppo domande. Ma non esigo tante risposte. Ho solo bisogno di sentirmi dire che l'ultima lanterna della speranza non è spenta, e che mai si spegnerà.
A volte penso che il comunismo sia davvero un'utopia. Ma dopo due secondi rimangio l'eresia e torno convinto. Gli stati di smarrimento in cui mi ritrovo derivano da una paralisi della comunicazione tra uomini, e dunque anche tra compagni.
Io vorrei, anzi voglio, che tutti i comunisti si uniscano tra di loro, che mettano da parte i dissidi e si ricordino che sono tutti fratelli. Confido in una dialettica delle classi ancora oggi. Credo in una classe che possa organizzarsi e opporsi alle ingiustizie.
E se mi è concesso vorrei variare una celebre massima del maestro Marx: "Comunisti di tutto il mondo unitevi". Perché è l'unione che fa la forza.
Giacomo - provincia di Cuneo

Abbiamo letto con molta attenzione la tua accorata e-mail. Apprezziamo i tuoi nobili sentimenti comunisti e il tuo riferimento a Marx, Engels e Lenin. È vero che questo "mondo offre così poco ai giovani", ma perché tanto pessimismo verso i tuoi coetanei e le masse in genere? Come puoi ignorare che milioni in Italia e nel mondo lottano contro il capitalismo e l'imperialismo e che nel nostro Paese vi sono dei giovani e dei giovanissimi come te, a volte in uno o due in una sola città, che combattono la classe dominante borghese sotto le bandiere dei grandi maestri del proletariato internazionale e del PMLI?
In base all'esperienza della lotta di classe e della nostra stessa esperienza, noi siamo profondamente convinti che se non abbiamo fiducia nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in noi stessi, vediamo tutto buio e non combineremo mai nulla. Quella spinta proletaria rivoluzionaria di cui parlava Lenin non cadrà dal cielo, bisogna rimboccarsi le maniche e agire coerentemente.
Ti senti "abbandonato". Ma da chi? Da PRC e PdCI che secondo te sono comunisti? Ma sono proprio questi partiti, proseguendo lo scempio fatto dal PCI revisionista, che hanno decomunistizzato le masse e le nuove generazioni. Eppure tu invochi l'unità di "tutti i comunisti", compreso quindi i suddetti partiti.
Allo stesso tempo però tu affermi che come comunista "non ti senti rappresentato da nessun partito". E aggiungi: "nessuno e niente che sappia rispondere ai miei ideali, che sono quelli più genuini, derivati da Marx e Lenin". Se ti riferisci al PRC e al PdCI hai più che ragione. Ma il PMLI non ti dice proprio nulla? Basterebbe che tu lo mettessi a confronto con gli insegnamenti di Marx e Lenin per capire se è degno della tua fiducia. Potresti scoprire "che l'ultima lanterna della speranza non è spenta, e che mai si spegnerà". Dipende anche da te se aggiungerai in essa il tuo olio.
È vero: l'unione dei comunisti fa la forza. Ma solo se si tratta di veri comunisti, ossia dei marxisti-leninisti dello stampo di Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao.
Non si tratta quindi di sognare ma di lavorare concretamente per trasformare il mondo e se stessi alla luce degli insegnamenti del marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Non ti sembra?

11 giugno 2008