Squadrismo mediatico contro il giudice che ha condannato la Fininvest
I magistrati pronti allo sciopero contro le intimidazioni

Sul conto di Raimondo Mesiano (il giudice milanese che il 5 ottobre ha condannato il gruppo Fininvest a risarcire alla Cir di Carlo De Benedetti 750 milioni di euro, per lo "scippo" di Segrate: il lodo sul controllo del pacchetto azionario della Mondadori che si è risolto nel 1990 a favore del gruppo Fininvest in cambio di mazzette versate ad alcuni giudici romani) "ne vedrete e ne sentirete delle belle".
La minaccia, proferita l'11 ottobre dal neoduce Berlusconi durante un comizio a Benevento e che di fatto annunciava l'avvio di un vera e propria campagna mediatica contro il giudice Mesiano sulla scia di quanto accaduto con Dino Boffo (il direttore di Avvenire costretto alle dimissioni dopo la pubblicazione di una velina anonima sul suo conto), si è puntualmente concretizzata il 15 ottobre con la messa in onda di un video di pochi minuti sulla vita privata del magistrato ripreso di nascosto e dileggiato dai suoi scagnozzi dell'apparato disinformativo a cui si sono aggiunti nei giorni seguenti una serie di articoli pubblicati da "Il Giornale" diretto dal professionista del giornalismo sporco basato sulla menzogna, sulla calunnia e sulla demagogia populista, Vittorio Feltri.
Il "pestaggio mediatico" è andato in onda a "Mattino 5", lo spazio notizie di Canale 5 condotto da Claudio Brachino. Un servizio di 4 minuti che il conduttore introduce dicendo "guardate un po'cosa fa e chi è il giudice che ha condannato Fininvest". Parte il filmato e fuori campo la voce della giornalista Annalisa Spinoso (autrice del servizio, reclutata presso una Tv locale baipassando la redazione di Videonews che produce "Mattino 5" e assunta a tempo determinato), attacca: "Alle sue stravaganze in realtà siamo ormai abituati". Il filmato prosegue con il giudice davanti alla bottega del barbiere. Qui, sempre secondo la cronaca televisiva, "è impaziente e non riesce a stare fermo. Avanti e indietro...". Atteggiamento considerato anomalo, tanto da ribadire il concetto: "È impaziente, non riesce a stare fermo: avanti e indietro". E poi ancora, in maniera insistente: "Si ferma, aspira la sua sigaretta e poi ancora avanti e indietro".
Le immagini si soffermano sul giudice seduto sul seggiolone del barbiere, con la schiuma da barba sul viso. Il reporter commenta: "Forse non sa ancora che il Csm lo sta 'promuovendo' con un bel sette, che per un magistrato equivale a un 30 e lode universitario". Il riferimento è alla promozione ottenuta da Mesiano dal Csm. ignorando però che ciò è avvenuto una settimana prima della sentenza Mondatori.
Poi, poco prima di concludere il servizio, la scena cambia e si concentra su "un'altra stranezza: guardatelo seduto su una panchina. Camicia, pantalone blu, mocassino bianco e calzino turchese. Di quelli che in tribunale non è proprio il caso di sfoggiare".
La parola torna in studio con Brachino che commenta il filmato e con l'aiuto di un articolo de "Il Giornale" dedicato alla promozione del giudice da parte del Csm rincara la dose di calunnie sottolineando come dal video emerge chiaro che: "tra la stravaganza del personaggio e la promozione del Csm, c'è qualcosa che non funziona". Mentre il condirettore de "Il Giornale", Alessandro Sallusti, ospite in studio, chiarisce meglio il concetto: "non è soltanto una questione di stravaganza fisica". Si tratta anche "stravaganze professionali", rimarca Sallusti ricordando come, scavando nel passato di Mesiano, si sia scoperto che, in una causa tra vicini di casa per un tubo rotto in un appartamento, "questo giudice continui a rinviare il caso di anno e anno, fissando la prossima udienza nel 2011".
Insomma una non notizia, come l'hanno definita gli stessi giornalisti della redazione di Videonews che, al termine di un'infuocata assemblea, hanno sfiduciato il direttore Brachino e stilato un documento in cui si legge fra l'altro che: "I giornalisti di Videonews dissentono nettamente dall'iniziativa di mandare in onda le immagini di un magistrato ripreso nella sua vita privata, in un servizio che non conteneva alcuna notizia e violava la riservatezza dovuta ai gesti quotidiani di qualunque cittadino... rivendicano il diritto di esercitare la propria professione al di fuori di una logica di scontro politico, nel rispetto delle regole deontologiche fondamentali, ma rifiutano al contempo ogni strumentalizzazione del 'caso Mesiano'".
Un servizio da squadrismo mediatico alla Goebbels, basato sulla calunnia e la denigrazione della persona e confezionato a tavolino su espressa richiesta del premier col chiaro intento di mettere alla berlina il giudice Mesiano e lanciare un grave avvertimento intimidatorio a chiunque osa ostacolare i piani del nuovo Mussolini che ha restaurato il fascismo sotto nuove forme, nuovi metodi e nuovi vessilli applicando il "piano di rinascita democratica" della P2, e che ormai è a un passo dall'avere il controllo totale di tutti i mezzi di informazione e la sottomissione del potere giudiziario al potere politico proprio come prevedeva il piano di Gelli.
Immediata la reazione dell'Associazione nazionale magistrati (Anm) che nell'esprimere "solidarietà e vicinanza al collega Mesiano" proclamano "lo stato di agitazione, primo passo di un percorso di Protesta" per la proclamazione di un imminente sciopero contro le intimidazioni del governo.
Il presidente Palamara e il segretario Cascini parlano di "inedita opera di denigrazione mediatica di un magistrato ripreso abusivamente nelle sue occupazioni quotidiane e definendo stravaganti i suoi comportamenti" e denunciano "la preoccupazione per la grave tensione che coinvolge le istituzioni e rischia di alterare l'equilibrio tra i poteri dello Stato". In un'altra missiva Anm sollecita l'intervento del garante per la privacy. Mentre il Csm ha acquisito il video incriminato per avviare una pratica a tutela.
La tutela, spiegano al Csm, non riguarda, in questo caso, soltanto il singolo giudice, ma "l'intera magistratura civile" in quanto gli attacchi a Mesiano hanno avuto un grave "effetto intimidatorio" su tutta la categoria.

21 ottobre 2009