OSSERVAZIONI DI STALIN SUI COMPENDI DEI MANUALI DI "STORIA MODERNA'' E DI "STORIA DELL'URSS''
Qui di seguito pubblichiamo le "Osservazioni sul compendio del manuale di `Storia moderna''' e le "Osservazioni sul compendio del manuale di `Storia dell'Urss''' scritte da Stalin rispettivamente il 9 e l'8 agosto 1934 e pubblicate in Italia solo dopo la sua morte.
Osservazioni sul compendio del manuale di "Storia moderna''
Dato che la storia moderna, la più ricca di contenuto, è oltremodo densa di avvenimenti, e dato anche che il fatto più importante della storia moderna dei paesi borghesi, se si considera il periodo precedente alla Rivoluzione d'Ottobre in Russia, è la vittoria della rivoluzione francese e l'instaurazione del capitalismo in Europa e in America, riteniamo che sarebbe meglio se il manuale di storia moderna si aprisse con un capitolo dedicato alla rivoluzione francese. Per legare con gli avvenimenti anteriori, si potrebbe permettere una piccola introduzione esponendo in breve gli avvenimenti principali delle rivoluzioni olandese e inglese, rinviando l'esposizione particolareggiata degli avvenimenti di queste due rivoluzioni alla fine del manuale di storia del Medio Evo.
Proponiamo quindi di eliminare dal compendio la prima parte (sei capitoli), vale a dire tutta la prima sezione, sostituendole una breve introduzione.
Riteniamo che la deficienza principale del compendio sia il fatto che esso non sottolinea con forza sufficiente in tutta la loro profondità la differenza e l'antitesi fra la rivoluzione francese (rivoluzione borghese) e la rivoluzione d'Ottobre in Russia (rivoluzione socialista). Filo conduttore di un manuale di storia moderna deve essere precisamente questa idea dell'antitesi tra la rivoluzione borghese e la rivoluzione socialista. Dimostrare che la rivoluzione borghese in Francia (e qualsiasi altra rivoluzione borghese), dopo aver liberato il popolo dalle catene del feudalesimo e dell'assolutismo, gli ha imposto nuove catene, le catene del capitalismo e della democrazia borghese, mentre la rivoluzione socialita in Russia ha infranto tutte le catene, senza eccezione, e ha liberato il popolo da tutte le forme di sfruttamento: questo deve essere il filo conduttore del manuale di storia moderna.
Perciò non è ammissibile che la rivoluzione francese venga chiamata semplicemente "grande'', ma la si deve chiamare e trattare come rivoluzione borghese.
Allo stesso modo non si può chiamare semplicemente Rivoluzione d'Ottobre la nostra rivoluzione socialista in Russia, ma la si deve chiamare e trattare come rivoluzione socialista, come rivoluzione sovietica.
In conformità con questa considerazione è necessario rivedere il compendio del manuale di storia moderna, scegliendo i termini e le definizioni corrispondenti.
Riteniamo che nel compendio la divisione della storia moderna in due parti sia scarsamente giustificata e arbitraria, rispondente a un criterio poco comprensibile. Riterremmo opportuno dividere la storia moderna in tre parti:
La prima parte va dalla rivoluzione borghese in Francia alla guerra franco-prussiana e alla Comune di Parigi (escluse). Questo sarà il periodo della vittoria e della instaurazione del capitalismo nei paesi avanzati.
La seconda parte va dalla guerra franco-prussiana e dalla Comune di Parigi alla vittoria della rivoluzione d'Ottobre in Russia e alla fine della guerra imperialistica (incluse). Questo sarà il periodo della decadenza iniziale del capitalismo, del primo colpo assestato dalla Comune di Parigi, della trasformazione del vecchio capitalismo "libero'' in imperialismo e dell'abbattimento del capitalismo nell'Urss sotto i colpi della Rivoluzione d'Ottobre, che ha schiuso una nuova era nella storia dell'umanità.
La terza parte va dalla fine del 1918 (anno della fine della guerra) alla fine del 1934. Questo sarà il periodo dell'imperialismo postbellico nei paesi capitalistici, della crisi economica e politica in questi paesi, il periodo del fascismo e della lotta intensificata per le colonie e per le sfere d'influenza, da un lato, e dall'altro lato il periodo della guerra civile e dell'intervento nell'Urss, il periodo del primo piano quinquennale e dell'inizio del secondo piano quinquennale nell'Urss, il periodo della edificazione vittoriosa del socialismo nel nostro paese, il periodo della vittoria dell'espansione dell'industria socialista nell'Urss, della vittoria del socialismo nelle campagne, della vittoria dei colcos e dei sovcos. Riteniamo che sia un grave errore interrompere l'esposizione storica al 1923, come fanno gli autori del compendio. Questo errore deve essere corretto, prolungando l'esposizione sino alla fine del 1934. Si dovrà conformemente rielaborare e ridistribuire il materiale nelle varie sezioni e nei capitoli.
Sarebbe bene eliminare dal compendio alcuni vecchi termini banali come "vecchio regime'', "nuovo regime'', ecc.. Sarebbe meglio sostituire loro i termini "regime precapitalistico'' o, meglio ancora, "regime dell'assolutismo feudale'', e, invece di "nuovo regime'', dire "regime del capitalismo e della democrazia borghese''. Con questa modifica il cosidetto "nuovo regime'', vale a dire il regime capitalistico, apparirà già come un regime vecchio rispetto al regime sovietico dell'Urss, che costituisce un tipo superiore di ordinamento della società umana.
Sarebbe anche bene liberare il compendio dall'eccessivo abbondare delle "epoche''. "L'epoca del consolato'', "l'epoca di Napoleone'', "l'epoca del Direttorio'': non sono troppe epoche?
Ci sembra anche sbagliato che nel compendio si dedichi un posto sproporzionatamente piccolo alla questione coloniale. Mentre ai Georges Sand, agli Spengler, ai Kipling, ecc., è stata dedicata un'attenzione abbastanza notevole, alla questione coloniale e alla situazione, poniamo, di uno Stato come la Cina, si è riservata scarsa attenzione.
Sarebbe anche bene sostituire alla formula "unificazione della Germania e dell'Italia'' la formula "unificazione della Germania e dell'Italia indipendenti''. Altrimenti può crearsi l'impressione che non si tratti della lotta per l'unificazione di Stati precedentemente frazionati, come la Germania e l'Italia, ma della unione di questi Stati per formare uno Stato unico.
In generale il compendio di storia moderna è stato compilato, a nostro avviso, più intelligentemente del compendio di Storia dell'Urss. Ma anche in esso la confusione è abbastanza notevole.
9 agosto 1934
Osservazioni sul compendio del manuale di "Storia dell'Urss''
Il gruppo Vanag non ha eseguito il compito affidatogli e non l'ha neppure capito. Esso ha compilato un compendio di storia russa, e non di storia dell'Urss, vale a dire di storia della Russia, ma senza la storia dei popoli che fanno parte dell'Urss (non si tiene conto dei dati relativi alla storia dell'Ucraina, della Bielorussia, della Finlandia e degli altri popoli del Baltico, dei popoli del Caucaso settentrionale e della Transcaucasia, dei popoli dell'Asia centrale e dell'Estremo Oriente, e anche dei popoli del Volga e del Settentrione, - tartari, basckiri, mordvi, ciuvasci, ecc.).
Il compendio non sottolinea la funzione annessionistica e colonialista assolta dallo zarismo russo con la complicità della borghesia russa e dei grandi proprietari fondiari ("lo zarismo prigione dei popoli'').
Il compendio non sottolinea la funzione controrivoluzionaria dello zarismo russo nella politica estera, dai tempi di Caterina II al decennio 1850-1860 e oltre ("lo zarismo come gendarme internazionale'').
Il compendio fa un solo fascio del feudalesimo e del periodo prefeudale, quando i contadini non erano ancora servi della gleba; del regime autocratico dello Stato e del regime feudale, quando la Russia era frazionata in una moltitudine di semi-Stati indipendenti.
Il compendio pone sullo stesso piano i concetti di reazione e controrivoluzione, la rivoluzione "in generale'', la rivoluzione borghese e la rivoluzione democratico-borghese.
Il compendio non enuncia le condizioni e le fonti del movimento di liberazione nazionale dei popoli della Russia soggiogati dallo zarismo e, in questo modo, resta senza spiegazione la Rivoluzione d'Ottobre, come rivoluzione che ha liberato questi popoli dall'oppressione nazionale, e resta ugualmente senza spiegazioni la creazione dell'Urss.
Il compendio abbonda di definizioni banali e stereotipate d'ogni genere, come "il terrorismo poliziesco di Nicola I'', "la rivolta di Razin'' e "la rivolta di Pugaciov'', "il subentrare della controrivoluzione dei grandi proprietari fondiari nel decennio 1870-1880'', "i primi passi della rivoluzione industriale'', "i primi passi dello zarismo e della borghesia nella lotta contro la rivoluzione 1905-1907'', ecc.. Gli autori del compendio copiano ciecamente ogni genere di definizioni banali e assolutamente prive di valore scientifico degli storici borghesi, dimenticando che essi devono dare ai nostri giovani definizioni marxiste, scientificamente fondate.
Il compendio non rispecchia la funzione e l'influenza dei movimenti rivoluzionari borghesi e socialisti dell'Europa occidentale per la formazione del movimento rivoluzionario borghese e del movimento proletario socialista in Russia. Gli autori del compendio evidentemente hanno dimenticato che i rivoluzionari russi si ritenevano allievi e seguaci dei più noti esponenti del pensiero rivoluzionario borghese e marxista dell'Occidente.
Nel compendio non vengono esaminate le radici della prima guerra imperialistica e la funzione dello zarismo in questa guerra, quale riserva delle potenze imperialistiche dell'Europa occidentale, come anche non si esamina la funzione subordinata, sia dello zarismo russo che del capitalismo russo, nei confronti del capitale dell'Europa occidentale, per cui rimane senza spiegazione il significato della Rivoluzione d'Ottobre come liberatrice della Russia dalla sua situazione semicoloniale.
Nel compendio non viene esaminata l'esistenza di una crisi politica generale in tutta l'Europa prima della guerra mondiale, crisi rispecchiata fra l'altro dalla decadenza della democrazia borghese e del parlamentarismo, per cui rimane senza spiegazione il significato dei Soviet dal punto di vista della storia mondiale, come veicoli della democrazia proletaria e come organi di liberazione degli operai e dei contadini dal capitalismo.
Nel compendio non viene esaminata la lotta delle tendenze nel partito comunista dirigente dell'Urss e la lotta contro il trotzkismo, come fenomeno controrivoluzionario piccolo-borghese.
E così di seguito.
In generale è necessario dire che il compendio è stato compilato con estrema negligenza e in modo non del tutto corretto dal punto di vista del marxismo.
Non parliamo poi dello stile impreciso del compendio e dei giochi di "parole'', come quando il falso Dimitri è chiamato il "sedicente'' Dimitri o quando si parla del "trionfo dei vecchi feudatari nel XVIII secolo'' (no si sa tuttavia, dove sono andati a finire i "nuovi'' feudatari e quale è stata la loro condotta, se pure essi esistevano in questo periodo), ecc..
Riteniamo indispensabile un radicale rifacimento del compendio nello spirito dei principi sin qui enunciati e inoltre si deve tenere presente che si tratta di compilare un manuale in cui ogni parola e ogni definizione deve essere ponderata e non di articoli irresponsabili da rivista, nei quali si può chiacchierare di tutto e come meglio piace, senza il minimo senso di responsabilità.
Ci occorre un manuale di storia dell'Urss in cui la storia della Grande Russia non sia staccata dalla storia degli altri popoli dell'Urss - questo in primo luogo, - e in cui la storia dei popoli dell'Urss non sia staccata dalla storia di tutta l'Europa e, in generale, dalla storia mondiale, - questo in secondo luogo.
8 agosto 1934