Stalin: "I comunisti sono nemici implacabili e dichiarati dell'antisemitismo"

Quella che pubblichiamo qui di seguito è la risposta che Stalin diede a una domanda della "Jewish Nes Agency of the U.S.", 12 gennaio 1931. Pubblicata per la prima volta in Unione Sovietica nella "Pravda" n. 329, 30 novembre 1936. L'intervista è ora contenuta in J. V. Stalin, Socinenia (Opere complete), cit., vol. XIII, pag. 28.

Con ciò rispondo alla vostra domanda.
Lo sciovinismo nazionale e razziale è una sopravvivenza dei costumi disumani del periodo del cannibalismo. L'antisemitismo, forma estrema dello sciovinismo razziale, è la sopravvivenza più pericolosa del cannibalismo.
L'antisemitismo serve agli sfruttatori come parafulmine che deve deviare dal capitalismo i colpi dei lavoratori. L'antisemitismo è un pericolo per i lavoratori, esso è la strada sbagliata che li allontana dalla giusta via e li conduce nella giungla. Perciò i comunisti, in quanto internazionalisti conseguenti, sono nemici implacabili e dichiarati dell'antisemitismo.
Nell'Unione Sovietica l'antisemitismo è diventato un fenomeno estraneo fino in fondo al regime sovietico ed è rigorosamente punito dalle leggi. Gli antisemiti attivi vengono puniti con la morte dalle leggi dell'Unione Sovietica.