Lo Stato di New York riconosce le nozze gay

Il Senato dello Stato di New York lo scorso 24 giugno ha approvato un provvedimento a favore delle unioni gay, tradotto in una legge che entrerà in vigore il 24 luglio dal governatore Andrew Cuomo. La norma è passata con 33 voti a favore, di cui quattro raccolti tra le file dell'opposizione repubblicana, e 29 contrari comprendenti anche il voto di un senatore democratico.
La legge appena varata consente anche ai non residenti di sposarsi nello Stato di New York e prevede un meccanismo di tutela, un percorso di modifica legislativa che non consentirà a un semplice referendum di cancellarne gli effetti, come avvenne in California dove per 5 mesi le nozze gay furono consentite fino allo stop della Corte Suprema. Contiene però una norma che ammette il diritto all'obiezione di coscienza: chi non vorrà celebrare il rito infatti non sarà soggetto a sanzioni legali.
Con questa decisione lo Stato di New York si aggiunge agli altri dove le nozze gay sono già legge: Massachusetts, Vermont, New Hampshire, Iowa, Connecticut, e il Distretto di Columbia (Washington).
Nel 2006 la Corte d'appello dello Stato aveva deliberato che il principio di uguaglianza non imponeva affatto il riconoscimento del diritto di sposarsi con una motivazione oscurantista sottoscritta dal Vaticano: il matrimonio omosessuale non è procreativo e quindi il legislatore può vietare alle coppie gay e lesbiche di sposarsi. Una presa di posizione che aveva portato a una bocciatura della legge nel 2009. Una decisione oltretutto ipocrita dato che non impediva ai giudici di riconoscere i matrimoni contratti all'estero tanto che l'amministrazione dello Stato aveva ordinato di trascrivere matrimoni conclusi in Canada, Massachusetts e altrove.
Piccato il commento della conferenza episcopale dello stato di New York: "trattiamo con rispetto i nostri fratelli e sorelle omosessuali ma affermiamo con forza che il matrimonio è l'unione tra un uomo e una donna". Rafforzato da un commento dell'Osservatore romano che ha sottolineato come "l'insegnamento della chiesa cattolica sul matrimonio non cambia. Le persone omosessuali meritano certamente rispetto e dignità. Ma il matrimonio resta l'unione tra un uomo e una donna per tutta la vita", salvo l'intervento della Sacra Rota. La nostra società, concludeva il commento, "deve recuperare ciò che sembra aver perso. E, quindi, una vera comprensione del significato e del ruolo del matrimonio, così come rivelato da dio, fondato nella natura e rispettato nei principi fondanti dell'America". Che in barba al rispetto e alla dignità dovrebbe essere imposto a laici, agnostici e credenti di altre religioni.

6 luglio 2011