Raid aereo uccide 150 civili
Strage della Nato in Afghanistan
Provati i brogli nelle elezioni presidenziali

L'8 settembre la Commissione elettorale indipendente incaricata di investigare sulla regolarità delle elezioni presidenziali in Afghanistan ha confermato di avere scoperto "prove chiare e convincenti di brogli" ed ha chiesto di ricontare i voti nei vari seggi incriminati. La Commissione elettorale afghana ne ha già annullati 200 mila dopo aver indagato in solo tre province su 34 (Ghazni, Paktika e Kandahar); considerando che nelle lentissime operazioni di scrutinio delle elezioni i voti di vantaggio sul secondo concorrente, finora attribuiti a Karzai, sono poco più di 700 mila risalta evidente la nulla credibilità delle elezioni farsa del 20 agosto.
Di certo nell'Afghanistan occupato ci sono le stragi di civili causate dagli occupanti imperialisti della Nato. Il 4 settembre aerei dell'Isaf, la Forza internazionale di assistenza per la sicurezza guidata dalla Nato, hanno bombardato alcune autocisterne che erano state sequestrate dalla resistenza lungo la strada per il villaggio di Angorbagh, nella provincia settentrionale di Kunduz. I razzi sparati dai caccia hanno colpito gli automezzi e l'esplosione ha ucciso anche molti civili che raccoglievano carburante dai rubinetti delle autocisterne. Secondo le autorità locali le vittime sarebbero almeno una novantina, in gran parte talebani; per la resistenza le vittime sono state 150, tutti abitanti del villaggio di Angorbagh, in massima parte bambini o ragazzi. Una cifra confermata da fonti anonime della sicurezza afgana.
Secondo le ricostruzioni ufficiali, il raid era stato richiesto dal comando del contingente di occupazione tedesco che nella regione di Kunduz ha schierato il grosso degli oltre 3.500 presenti in Afghanistan. Una zona considerata relativamente tranquilla ma che negli ultimi mesi aveva visto crescere gli attacchi della resistenza. In uno di questi, un gruppo di talebani aveva sequestrato due autocisterne cariche di carburante destinato ai Tornado tedeschi di base nella zona. Una della autocisterne si era impantanata nel fango e, secondo un portavoce della resistenza, era stata lasciata alla popolazione del vicino villaggio di Haji Aman accorsa con taniche e secchi a recuperare il carico per loro prezioso.
Il comando Nato poteva facilmente verificare la presenza dei civili attorno all'autocisterna, non gli mancano certo i satelliti spia e i droni per controllare il terreno, ma non lo ha fatto o ha deciso comunque di provocare una strage e colpire la popolazione.
Una strage condannata dal fantoccio Karzai e dai ministri degli Esteri della Ue, riuniti il 5 settembre a Stoccolma per discutere l'impegno per la "stabilizzazione" dell'Afghanistan. Condannata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel che solo l'8 settembre si dichiarerà "addolorata per ogni singola vittima. Ogni civile ucciso o ferito in Afghanistan, è un civile di troppo". Anche il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini affermava che "siamo lì per proteggere la sicurezza degli afgani, non per provocarne la morte". E tutti in coro ripetevano "i nostri soldati resteranno in Afghanistan", invece di ritirarli tutti e immediatamente.
Restano a sostegno dell'occupazione imperialista guidata dagli Usa di Obama che pure si è tanto speso nel volere una "nuova strategia" per l'Afghanistan nella quale siano minimizzate le vittime civili. Con la strage del 4 settembre le vittime civili in Afghanistan sono almeno 600 solo nel corso del 2009.

9 settembre 2009