Stravolto l'articolo 138 della Costituzione
Il Senato dà via libera al disegno di legge golpista e piduista sulla controriforma costituzionale
Il Comitato dei 42 ha il compito di riscrivere la Costituzione del '48

L'11 luglio, complice il silenzio totale dei media, il Senato ha approvato alla chetichella e in una sola giornata il disegno di legge costituzionale golpista e piduista che istituisce la Commissione dei 42 deputati e senatori che ha il compito di controriformare da destra la Costituzione del 1948, puntando a trasformare l'attuale repubblica (ancora formalmente) parlamentare in repubblica presidenziale.
Un'approvazione condotta a passo di carica dal presidente dell'aula, il leghista e razzista conclamato Roberto Calderoli, respingendo nella mattinata tutti gli emendamenti di SEL e M5S e sbrigando rapidamente ben 110 votazioni prima della fine del pomeriggio. In ciò l'assemblea è stata ancor più fulminea della commissione Affari costituzionali da cui il testo del ddl della maggioranza PD-PDL-Scelta civica era uscito nella sua versione definitiva nel giro di un paio di giornate. E ciò la dice lunga su come la maggioranza intende arrivare a cambiare "democraticamente" la Costituzione. La maggioranza delle "larghe intese", allargata per l'occasione anche alla Lega Nord, ha infatti una fretta indiavolata per rispettare la stretta tabella di marcia che Letta e Napolitano hanno stabilito per arrivare a concludere l'intera operazione, 18 mesi in tutto. Secondo questo "cronoprogramma" (definizione di Napolitano) la prima lettura del ddl deve essere conclusa entro fine ottobre-inizio novembre. L'intenzione perciò sarebbe quella di approvarlo senza altre modifiche anche alla Camera prima delle ferie estive, perché l'articolo 138 della Costituzione che ancora regola le modifiche costituzionali prevede poi tre mesi di intervallo prima della seconda approvazione nei due rami del parlamento, e una maggioranza qualificata dei due terzi se si vuol evitare il referendum popolare confermativo.
Dunque tempi strettissimi, che Napolitano si è premurato di accelerare pretendendo subito il varo del ddl, invece di aspettare la fine di giugno come previsto dalla mozione della maggioranza del 29 maggio che ha aperto la stagione delle "riforme costituzionali" e stabilito la procedura per attuarle entro la fine del 2014. Lo stesso Calderoli, che di queste cose se ne intende essendo stato uno dei 4 "saggi" di Lorenzago che stilarono la controriforma neofascista, presidenzialista e federalista della Costituzione approvata dal "centro-destra" e successivamente bocciata dal referendum popolare, si è fatto interprete delle fregole presidenziali ammonendo così il ministro delle Riforme costituzionali Quagliariello: "Se tra 18 mesi non sarà cambiato niente verrò io stesso a prendere lei e il presidente Letta per le orecchie e portarvi in ginocchio sui ceci davanti a Napolitano a rassegnare le dimissioni. E non è una battuta, è una minaccia".
Da parte sua Letta si è molto compiaciuto della prima, rapida approvazione del provvedimento a cui ha legato la "missione" del suo governo, e che gli fa sperare di portarlo in porto nei tempi stabiliti, twittando che essa segna "un passo avanti per la necessaria riforma della politica. Rispettando i tempi".
Il ddl approvato al Senato istituisce una Commissione di 20 senatori e 20 deputati, scelti tra i componenti delle rispettive commissioni Affari costituzionali e presieduta dai loro attuali presidenti, che sono rispettivamente il PDL Sisto e la PD Finocchiaro. È una sorta di nuova Bicamerale golpista al cui interno si negozieranno tra i caporioni della maggioranza le modifiche alla Costituzione proposte dal governo con l'ausilio della commissione dei 35 "saggi". Basti pensare che delle due commissioni fanno parte fior di protagonisti delle "larghe intese" come, alla Camera, Bersani, Cuperlo, Fiano, per il PD, e La Russa, Gelmini, Ravetto e Romano per il PDL. E in quella del Senato Delrio (renziano), Minniti (dalemiano), e poi lo stesso Berlusconi con i suoi fedelissimi, come la Casellati, la Bernini e il suo avvocato Donato Bruno.
Così la Commissione dei 42 potrà presentarsi poi alle Camere con testi di legge già blindati solo da ratificare sbrigativamente in assemblea, grazie anche alla nuova procedura che entrerà in vigore quando sarà approvato definitivamente il ddl, che contiene appunto la modifica all'articolo 138 per accelerare l'approvazione dei cambiamenti alla Costituzione. In particolare dimezzando a 45 giorni i tre mesi di intervallo tra le due letture del parlamento. In tal modo la "riforma" della Costituzione avverrà non seguendo le regole giustamente restrittive previste e scritte nella Carta stessa dai costituenti, ma proprio attraverso e grazie la loro flagrante e illegittima violazione. Sollecitata e coperta dal nuovo Vittorio Emanuele III, il rinnegato Napolitano, il cui compito dovrebbe essere invece quello di vigilare sul rispetto delle regole costituzionali.
Ma il testo approvato dal Senato è perfino più golpista e piduista di quello varato dal governo, poiché in commissione Affari costituzionali è passato, con un vero e proprio colpo di mano del PDL, che invece di stoppare il PD ha fatto proprio e ulteriormente aggravato, un emendamento che estende le materie "riformabili" non solo alla Giustizia, come voleva fortemente il neoduce, ma a tutta la Costituzione, senza distinzione tra prima e seconda parte, purché le modifiche siano "strettamente connesse" al bicameralismo e al cambiamento della forma dello Stato e del governo.
Perciò ribadiamo che questa legge è solo un grimaldello che scardinando l'articolo 138 serve a spianare la strada a un nero progetto neofascista, che è il completamento della repubblica presidenziale già operante di fatto, come fu disegnata nel "piano di rinascita democratica" e nello "schema R" della P2 di Gelli, impostata da Craxi e rilanciata dopo di lui dal neoduce Berlusconi, che oggi la sta per completare grazie anche a Napolitano e al PD. Un disegno golpista che non può essere sconfitto con metodi istituzionali e con la difesa pura e semplice di una Costituzione borghese come quella del 1948, che oltretutto non esiste più di fatto. Né tanto meno attraverso un'illusoria "partecipazione democratica" al processo controriformista, che rappresenterebbe solo una legittimazione del golpe costituzionale in atto, ma con la lotta di massa nelle fabbriche, nelle scuole e nelle piazze per buttare giù il governo neofascista e presidenzialista Letta-Berlusconi prima che riesca a completarlo.

24 luglio 2013