Studentesse, studenti battetevi in prima fila nelle lotte contro il massacro sociale, per difendere l'istruzione pubblica e per abbattere Berlusconi

Sono cominciati o stanno per cominciare in tutta Italia i nuovi anni scolastici e accademici all'interno di un quadro generale tutt'altro che roseo.
Gli oltre 4 miliardi di tagli a scuola e università previsti per il 2012 (nell'ambito del maxi-taglio da machete di 13 miliardi fino al 2014), la riduzione progressiva della già misera quota del prodotto interno lordo (PIL) dedicata all'istruzione, i bilanci universitari che colano a picco, il 36% degli edifici scolastici che sono fatiscenti mentre il governo non dà altro che briciole, l'aumento dei prezzi dei libri di testo e l'accorpamento indiscriminato degli istituti scolastici sono fra i problemi più gravi con cui studenti, docenti e precari dovranno giostrarsi. A queste mazzate vanno ad aggiungersi gli effetti della manovra economica, che avrà conseguenze disastrose sugli studenti provenienti dalle famiglie meno agiate che rischiano di non potersi nemmeno più permettere gli studi (lo dimostra il costante aumento della "dispersione scolastica", ossia dell'abbandono), con l'elevato rischio di finire nel lavoro nero o di andare a ingrossare le file della disoccupazione giovanile. Il tutto nel quadro di una politica classista borghese di scuola e università.
La manovra, cancellando senza pietà i diritti basilari dei lavoratori, fa sì che gli studenti di oggi rischiano di ritrovarsi domani a lavorare in condizioni ottocentesche, con paghe misere e senza alcun diritto, compreso quello alla pensione.
Insomma, siamo di fronte a un vero e proprio massacro sociale, il cui principale responsabile è il governo del neoduce Berlusconi, ma le cui radici affondano nel sistema economico capitalistico nel quale viviamo.
In queste condizioni non si può assolutamente stare a guardare. Le studentesse e gli studenti, che già cominciano a mobilitarsi, devono infiammare l'autunno e condurre fin da subito una lotta senza quartiere contro il massacro sociale, battendosi per la difesa della scuola e dell'università pubbliche (cominciando col rivendicare l'abrogazione delle "riforme" Gelmini, ma anche della precedente legislazione da Berlinguer in poi, il blocco dei tagli, il finanziamento dell'istruzione pubblica e l'abolizione di quello ai privati, e lo stanziamento di risorse per l'edilizia scolastica) e per buttare giù il massacratore sociale Berlusconi, partecipando in massa alle prossime mobilitazioni indette per il 7 e il 15 ottobre.
Gli effetti e gli scopi della manovra rendono assolutamente irrinunciabile legare le lotte studentesche alle lotte dei lavoratori, della FIOM, della CGIL, dei "sindacati di base", per il lavoro, il contratto nazionale, i diritti sindacali, contro i licenziamenti, i tagli delle pensioni e il precariato. Solo con l'unità di tutti i movimenti, dei partiti e delle masse antigovernative si può vincere questa cruciale e fondamentale battaglia. La partecipazione degli studenti allo sciopero generale del 6 settembre è stato un primo segnale positivo in questo senso, ne dovranno seguire altri per compattare al massimo le varie lotte d'autunno contro il nemico del popolo.
Per noi marxisti-leninisti un nuovo 25 Aprile è l'unica soluzione possibile per liberarsi del nuovo Mussolini. Memore delle esperienze dell'anno passato, il movimento studentesco deve perciò sbarazzarsi di ogni illusione legalitarista, costituzionalista, pacifista, governativa ed elettoralista e non rinunciare ad alcuna forma di lotta di massa, comprese quelle più dure e violente, prendendo esempio dallo storico assalto al parlamento del 14 dicembre 2010. Dobbiamo prendere esempio anche dai "sindacati di base" e dai movimenti che in questi giorni si sono battuti davanti alla Camera contro l'approvazione della manovra. Non bisogna riporre nessuna fiducia nelle istituzioni rappresentative borghesi, dove destra e "sinistra" borghese sono pappa e ciccia al servizio del capitalismo, di Confindustria, delle banche e delle politiche di austerity, né pensare di poter delegare la lotta alle rappresentanze studentesche negli organi collegiali, dove si trovano in minoranza e prive di qualsiasi potere decisionale. Invece le scuole e le università devono essere governate in maggioranza dalle studentesse e dagli studenti.
Le lotte d'autunno possono essere un'ottima occasione per tornare a discutere di come organizzare il movimento. La nostra proposta è di fondare il movimento sulla democrazia diretta, e quindi sul potere delle assemblee generali delle studentesse e degli studenti di ogni scuola, facoltà e ateneo, alle quali vanno riconosciute la definizione degli indirizzi politici, programmatici e organizzativi e l'elezione dei rappresentanti con diritto di revoca. Siamo convinti che così sarà possibile compattare al massimo il movimento e dargli una vita lunga, proficua e continuativa, assicurando la democrazia dal basso in cui possano esprimersi anche le organizzazioni studentesche, i collettivi, oltre ai singoli studenti. Allo stesso tempo le assemblee generali devono fungere da contraltare rispetto agli attuali organi collegiali.
Lo scempio dell'istruzione pubblica per salvare il capitalismo in crisi e la creazione di una scuola e un'università sempre più classiste e sempre più chiuse ai figli del popolo dimostrano ancora una volta che, nel regime capitalistico, esse sono asservite alla classe dominante, cioè alla borghesia e ai magnati dell'industria e della finanza, che non si fanno scrupoli a demolirle per preservare i loro interessi economici. Ecco perché, per conquistare vittorie realmente stabili e durature, il movimento studentesco deve riscoprire e impadronirsi dell'anticapitalismo e farne la propria bandiera.
Studentesse e studenti, battetevi in prima fila contro il massacro sociale, per difendere l'istruzione pubblica e per abbattere Berlusconi!
Diamo battaglia per la scuola e l'università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti!

21 dicembre 2011