Grandi e combattivi cortei a Milano, Torino, Firenze e Napoli e altre città
Studenti medi e universitari in piazza contro il governo delle banche
Nel mirino anche il neoministro dell'Istruzione Profumo. A Milano gli studenti manganellati dalle "forze dell'ordine" della Cancellieri per proteggere la Bocconi
Assediato il Senato mentre parlava Monti e violato il divieto di cortei imposto da Alemanno

Il 17 novembre migliaia di studentesse e studenti hanno invaso le strade di 60 città d'Italia per la giornata internazionale del diritto allo studio, che commemora l'eccidio degli studenti cecoslovacchi ad opera dei nazisti nel 1939 e quello degli studenti greci da parte della dittatura fascista dei colonnelli nel 1973, un tema molto attuale specialmente ora che il diritto allo studio è sotto pesante attacco. Quest'anno però ha avuto una valenza ancor più significativa, in quanto ha rappresentato la prima e tempestiva mobilitazione di protesta contro il governo Monti, insediatosi appena il giorno precedente, a dimostrazione che il movimento studentesco non ha intenzione di lasciarsi ingannare dal governo delle banche, ma neanche dalla "sinistra" borghese che gli regge il sacco.
Un governo da cui non ci si può aspettare altro che ancora lacrime e sangue. Come hanno scritto i Collettivi romani: "Legati come ben presto saremo, mani e piedi, con questo enorme carrozzone liberista, l'unico scenario che possiamo immaginare è quello di una vera e propria macelleria sociale fatta sulla pelle e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, che siano dipendenti pubblici, a tempo indeterminato, precari, studenti".
In tutta Italia le studentesse e gli studenti, a cui si sono uniti anche lavoratori, precari e "sindacati di base", hanno fatto sentire la propria voce per "salvare le scuole e non le banche", contro lo scempio dell'istruzione pubblica per pagare i costi della crisi del capitalismo e prendendo di mira anche il degno erede della Gelmini al ministero di viale Trastevere, Francesco Profumo, acceso sostenitore dell'aziendalizzazione delle università pubbliche, vicino al PD. Ciò dimostra ulteriormente, come ha notato la Rete della Conoscenza, che "Monti ha costruito un governo di tecnici, ma questi tecnici sono in realtà docenti baroni di università pubbliche e private, membri o direttori dei Cda delle grandi banche italiane, avvocati e altri professionisti in grado di rappresentare perfettamente gli interessi dell'1% della popolazione mondiale, non di certo quel 99% di cui noi studenti facciamo parte".
A Roma, dopo occupazioni di facoltà e assemblee promosse nei giorni scorsi da "#occupysapienza", gli studenti, a cui si sono uniti i giovani precari occupanti dell'ex Cinema Palazzo e i precari del Teatro Valle Occupato, hanno sfidato il divieto liberticida e fascista dei cortei imposto da Alemanno, dichiarando coraggiosamente: "Opporremo i nostri book bloc ad ogni divieto". E hanno portato la protesta fin sotto il Senato, proprio mentre Monti pronunciava il suo discorso, sordo a quanto avveniva al di fuori dell'aula di palazzo Madama ma anche, più in generale, alle esigenze dell'istruzione pubblica ormai a pezzi grazie alle controriforme Gelmini da lui stesso osannate. A difesa dei palazzi del potere borghese c'era un imponente dispiegamento delle "forze dell'ordine" (senz'altro memori dell'assalto al Senato del novembre dell'anno scorso), contro cui sono state lanciate uova. Durante il percorso le sedi di Unipol, Cariparma ed altre banche sono state imbrattate con uova e vernice.
A Milano 10mila studenti medi e universitari hanno dato vita ad un grande corteo e tentato di raggiungere l'ufficio di Monti all'Università Bocconi, di cui il neopremier è presidente, subendo per questo le pesanti cariche delle "forze dell'ordine" del ministro Anna Maria Cancellieri, contro cui gli studenti hanno risposto con lanci di uova e fumogeni prima di ricompattarsi e confluire in piazza Fontana.
A Torino davanti all'Unione Industriali è stato appeso lo striscione: "Anche i Monti crolleranno". Studenti e aderenti ai sindacati non confederali sono stati caricati violentemente mentre tentavano di raggiungere la sede di Bankitalia; 4 manifestanti sono stati denunciati. A Firenze hanno manifestato oltre 2mila studenti e lavoratori che hanno portato la protesta fin sotto la sede di Bankitalia e denunciato l'accordo fra Confindustria e rettori che sottomette l'università alle imprese. A Napoli oltre 10mila studenti hanno marciato oltre i percorsi prestabiliti e violato la "zona rossa" nei pressi della sede della Regione; i "draghi ribelli" napoletani hanno inoltre inscenato un'irruzione nelle Poste per spedire una "lettera" alla BCE e rifiutare le politiche di "austerità". A Palermo le "forze dell'ordine" hanno manganellato gli studenti medi in piazza contro il "governo dei tagli, delle banche, della politica lacrime e sangue"; un senzatetto schieratosi in loro difesa è rimasto ferito.
Contro gli studenti si sono scagliati tanto la destra quanto la "sinistra" di regime. Basti pensare che al programma "Agorà" di Rai3 del 18 novembre, la senatrice del PD Roberta Pinotti e il direttore di Europa Stefano Menichini (ex de il manifesto) hanno stigmatizzato la protesta del giorno prima in quanto "antisistema", suscitando l'approvazione nientemeno che del direttore del Giornale di famiglia Berlusconi, Sallusti: "È bello vedere la sinistra contro gli studenti".
Invece il PMLI ha appoggiato con forza l'importante mobilitazione studentesca e ha partecipato attivamente alle manifestazioni di Milano, Napoli e Palermo.
È molto importante che gli studenti abbiano compreso fin da subito la natura di classe, le funzioni e gli scopi del governo Monti. Lo dimostra anche un sondaggio su "Skuola.net" da cui risulta che 3 studenti su 5 non vedono inversioni di tendenza nella politica scolastica e universitaria di Monti e Profumo. Adesso bisogna continuare ed estendere la lotta contro le già annunciate politiche di lacrime e sangue, respingendo le illusioni seminate dalla "sinistra" borghese, compreso il vertice riformista della CGIL. Perciò rilanciamo l'appello rivolto dall'Ufficio politico del PMLI "a tutte le forze politiche, sociali, sindacali, culturali e religiose democratiche e antifasciste" per "unirsi per liberare l'Italia dal governo della grande finanza, dell'UE e della macelleria sociale".
Ma proprio mentre si aggravano le conseguenze della crisi del capitalismo sulle masse lavoratrici e popolari, è urgente raccogliere anche l'altro appello del PMLI "alla classe operaia e alle ragazze e ai ragazzi che vogliono il cambiamento sociale perché abbandonino ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, costituzionale, riformista e pacifista e diano tutta loro forza intellettuale, politica, organizzativa e morale al PMLI per portare fino in fondo la lotta di classe contro il capitalismo e per l'instaurazione dell'Italia unita, rossa e socialista".

23 novembre 2011