Hanno sfilato in 150 mila contro i tagli e la privatizzazione dell'istruzione
Gli studenti in 50 piazze da Catania a Milano
Occupati i rettorati di Bari e Torino e l'assessorato regionale all'istruzione a Palermo. A Firenze bloccati i binari della Stazione centrale. A Milano la polizia carica e arresta due liceali

Gli studenti non ci stanno e scendono in lotta. Prima i tagli indiscriminati, poi la controriforma della scuola che trasforma le scuole in Fondazioni, cancella i finanziamenti statali in nome dell'autonomia scolastica e del federalismo fiscale, abolisce le Rsu e riduce al minimo la contrattazione sindacale, sostituisce i consigli di circolo e di istituto con i Cda, esclude studenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) dagli organi di governo, introduce le assunzioni per chiamata diretta, gerarchizza e precarizza al massimo il corpo docenti, poi ancora la controriforma dell'Università meritocratica e manageriale che estromette i figli della classe operaia e delle masse, autorizza una larga presenza di privati nei Consigli di amministrazione (Cda), tiene i ricercatori sotto ricatto e a tempo determinato, relega "i rappresentanti" degli studenti in assoluta minoranza e privi di potere decisionale.
Quando è troppo è troppo. Martedì 17 novembre, in occasione della giornata di mobilitazione internazionale per il diritto allo studio "Education is not for sale" (l'istruzione non è in vendita), e in ricordo della sanguinosa repressione attuata dalle orde hitleriane per soffocare la rivolta degli studenti cecoslovacchi contro l'invasione nazista (17 novembre 1939) preludio dell'operazione Barbarossa, è riesplosa in tutta Italia la protesta studentesca e le piazze italiane si sono colorate dei combattivi cortei delle studentesse e degli studenti dell'Onda che si battono per affossare le controriforme della scuola, dell'università e della ricerca pubbliche imposte dal governo del nuovo Mussolini.
Ancora una volta, uniti da Milano a Palermo, le masse studentesche hanno dimostrato di avere le capacità, la forza e la determinazione necessaria per impedire al gerarca del regime Mariastella Gelmini di privatizzare e fascistizzare la scuola, l'università e ricerca. Secondo gli organizzatori l'adesione allo sciopero generale studentesco è stato un successo: nelle scuole le assenze sono arrivate fino al 70%, e accanto agli studenti medi massiccia è stata la presenza degli universitari e dei precari della ricerca.
A Milano la polizia del fascio-leghista Maroni è entrata in azione per manganellare gli studenti che protestavano contro lo sgombero del "liceo civico Gandhi", avvenuto il sabato precedente. Il corteo partito da largo Cairoli ha sfilato in largo Treves, dove si trova una sede degli uffici comunali, poi in piazza Mercanti a poche decine di metri dal Duomo ha trovato la strada sbarrata dagli agenti della polizia e dei carabinieri in assetto antisommossa che hanno caricato selvaggiamente i manifestanti per impedirgli di arrivare alla Statale, quattro studenti sono stati portati in questura. Per tutto il pomeriggio gli studenti si sono riuniti in piazza San Babila per ottenerne la liberazione.
A Torino la grande manifestazione si aperta con un lungo applauso per Vito Scafidi, lo studente morto un anno fa nel crollo del liceo Darwin di Rivoli, nella tarda mattinata un gruppo di studenti ha occupato il Rettorato dell'Università in via Po. Sono stati esposti numerosi striscioni nel cortile e sulla balconata del Rettorato: "Riforma Gelmini: nove mesi per attuarla non facciamola nascere", "Blocchiamo la riforma" e "Riprendiamoci il futuro". Su un finto preservativo pieno di palloncini è stato scritto "preserviamo l'Università pubblica".
Oltre agli universitari e agli studenti medi, tra i manifestanti ci sono anche i precari della ricerca e i bibliotecari dell'Università. Accanto alla protesta studentesca quella dei giovani dei centri sociali dopo l'ordinanza di sgombero di tutte le case occupate.
Manifestazione degli studenti medi e universitari fra le vie del centro di Firenze dietro lo striscione "Assemblea delle scuole in lotta", che ha portato all'occupazione per alcuni minuti dei binari della stazione centrale di Santa Maria Novella. Al corteo hanno partecipato anche i Centri sociali che nell'occasione hanno portato in piazza la protesta per l'arresto di un 26enne avvenuto nei giorni scorsi.
A Roma gli studenti delle prime scuole occupate, come i licei Cavour, Tasso e Avogadro, si sono dati appuntamento sotto il ministero dell'Istruzione, mentre un corteo di migliaia di studenti di scuole, università e accademia di belle arti, partiva da piazza Vittorio diretto alla Sapienza per sfilare all'interno della città universitaria. "Vogliamo riappropriarci del sapere e degli spazi dello studio e ostacolare in ogni modo l'ingresso dei privati in questi luoghi" dichiarano gli studenti, alcuni dei quali hanno manifestato con delle banane in mano per "chiedere l'annessione all'Africa dal momento che il nostro paese non investe nei saperi, anzi si tagliano solo fondi e risorse".
A Palermo con lo slogan "Riprendiamoci il futuro" le manifestazioni studentesche hanno paralizzato il traffico, universitari e medi dell'Onda hanno sfilato da Piazza Politeama a Piazza Indipendenza per poi occupare l'assessorato regionale alla pubblica istruzione, occupata anche la succursale dell'istituto Magistrale Regina Margherita in piazza Guzzetta, dove si svolgono per tutta la giornata, dibattiti, spettacoli e concerti contro la Gelmini. Un grande corteo studentesco si è svolto a Catania, con partenza da piazza Roma.
A Napoli, secondo gli organizzatori, i manifestanti sono stati circa 5.000, lanci di palloncini carichi d'acqua contro il portone d'ingresso chiuso della sede della Provincia, in piazza Matteotti dove è stato esposto uno striscione con la scritta: "Questo palazzo fa acqua da tutte le parti", mentre a Bari oltre un migliaio di studenti universitari e medi hanno manifestato partendo da piazza Umberto davanti alla sede dell'Ateneo barese, hanno attraversato alcune strade del centro cittadino e raggiunto la sede del Consiglio regionale per ricordare al rinnegato governatore Nichi Vendola che deve sbloccare l'iter della legge regionale sul diritto allo studio che prevede 50 milioni di investimenti per borse di studio, servizi mensa e trasporto, carta degli studenti e misure per facilitare l'inserimento scolastico degli immigrati.
Bene anche le mobilitazioni nelle città più piccole, impossibile citarle tutte, nel massacrato Sud ricordiamo quelle in certi casi senza precedenti, di Caltanissetta, Enna, Trapani, Ragusa, Siracusa, Messina, Cagliari, Sassari, Reggio, Cosenza, Matera, Taranto, Nardò, Mussomelo, Barletta, San Severo, Foggia, Putignano, Monopoli, Altamura, Ostuni, Sala Consilina, Salerno, Avellino, Isernia.
Il ministro Gelmini ha preferito esorcizzare la grande giornata di lotta con un comunicato stampa: "i manifestanti, per lo più legati al mondo dei centri sociali, non rappresentano certo i milioni di ragazzi che studiano e si impegnano e che sperano di trovare nelle scuola non un luogo di indottrinamento ideologico ma un'istituzione che li prepari a un vero lavoro".
Il PMLI come sempre saluta ed appoggia con tutte le sue forze questa nuova grande mobilitazione studentesca d'autunno e si augura con tutto il cuore che sia portata fino in fondo la lotta per la difesa dell'istruzione pubblica, controbattendo colpo su colpo tutte le "riforme" antistudentesche e antistruzione pubblica, per difendere le conquiste ottenute in passato e far sì che l'istruzione possa diventare davvero un servizio pubblico e gratuito goduto dal popolo. Secondo noi bisogna battersi per cancellare tanto le "riforme" già varate quanto per affossare quelle attualmente in gestazione. A questa mobilitazione devono partecipare anche i docenti e il personale Ata. Bisogna quindi fare pressione sui sindacati perché proclamino lo sciopero generale della scuola con manifestazione nazionale a Roma sotto palazzo Chigi, per l'istruzione pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti! Per quanto riguarda la questione del governo delle scuole e delle università, la nostra piattaforma rivendicativa prevede che sia composto a maggioranza dalle studentesse e dagli studenti eletti dall'Assemblea generale tramite la democrazia diretta, una questione fondamentale, che il movimento studentesco dovrebbe mettere al centro delle proprie rivendicazioni.
Contro l'istruzione del regime neofascista e del governo del neoduce Berlusconi!
Contro la privatizzazione della scuola e dell'università!
Avanti nella lotta per l'istruzione pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti!

25 novembre 2009