Rapporto Svimez e dati di Confartigianato
All'Italia il record di disoccupazione giovanile nella UE
Nel Sud 2 giovani su 3 non lavorano né studiano

Le recenti rilevazioni di Confartigianato e il Rapporto Svimez (Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno), che sarà presentato il 27 settembre, mettono in luce che sono circa 1,2 milioni (15,9%) i giovani al di sotto dei 35 anni senza lavoro, mentre fra i ragazzi fino a 24 anni il tasso di disoccupazione arriva al 29,6%; le cose peggiorano molto se si analizzano i dati relativi al Mezzogiorno, dove i disoccupati under 35 sono il 25,1%. Il picco lo tocca la Sicilia con il 28,1%, seguita da Campania (27,6%), Basilicata (26,7%), Sardegna (25,2%), Calabria (23,4%) e Puglia (23%). Sono dati che consegnano all'Italia il record di disoccupazione giovanile nell'Unione europea.
Si segnala infine che gli "inattivi" (cioè coloro che non cercano nemmeno lavoro) fra i 25 e i 54 anni sono il 23,2% contro il 15,2% della media europea.
Il Rapporto Svimez, concentrandosi sulla situazione critica del Mezzogiorno, segnala che ormai due giovani su tre sono senza lavoro. La disoccupazione nel Sud nel 2010 è salita al 13,4%, ma il dato reale (tenendo conto di chi non cerca attivamente lavoro o è in cassa integrazione) svetta al 25,3%. Al contempo, l'occupazione giovanile si arena al 31,7% e addirittura al 23,3% per le ragazze.
Il Rapporto segnala pure che ci sono 167 mila laureati "fuori dal sistema formativo e dal mercato del lavoro, con situazioni critiche in Basilicata e Calabria".
La situazione non accenna a migliorare ed è anzi in costante peggioramento come conseguenza della gravissima crisi del capitalismo e della macelleria sociale provocata dal governo Berlusconi. È proprio Confartigianato a confermarlo, rivelando come la crescita tanto della disoccupazione quanto della "inattività" giovanili sia andata crescendo fra il 2008 e il 2011, parallelamente alla crescita di domanda di manodopera da parte delle imprese italiane.
A fronte di questa piaga sociale Confartigianato propone un incremento e un'agevolazione dell'uso dell'apprendistato, indicando che "il 12,5% delle assunzioni nelle imprese artigiane avvengono attraverso l'apprendistato, a fronte del 7,2% nelle altre aziende". Non ci stancheremo mai di ripetere che l'apprendistato è una forma semigratuita di sfruttamento del lavoro giovanile senza alcuna garanzia di assunzione finale, pertanto va assolutamente abolito.

31 agosto 2011