Da Napoli a Firenze, dall'Abruzzo alla Calabria, da Genova a Pescara, Potenza, Trento, Crotone e Perugia
Tangentopoli travolge il PD
Cade il presunto "buon governo" del "centro-sinistra"
Dal palco del Circo Massimo (dove il 25 ottobre scorso il neonazionalista, presidenzialista e anticomunista Veltroni con lo slogan "un'altra Italia è possibile" alludeva a "un'Italia onesta e pulita" che il suo partito avrebbe rappresentato in contrapposizione al centro-destra) sul banco degli imputati delle aule di giustizia di mezza Italia: nel giro di pochi mesi il PD, già dilaniato dalla guerra fra le varie correnti per la disputa del potere al suo interno, ora rischia di essere letteralmente travolto e spazzato via dagli scandali giudiziari.
Da Napoli a Firenze, dall'Abruzzo alla Calabria, da Genova a Pescara, passando per Potenza, Trento, Crotone e Perugia, tanto per citare i casi più eclatanti (senza però dimenticare le altre centinaia di "piccoli scandali" consumati all'ombra dei comuni più piccoli spesso ignorati dalla cronaca giudiziaria nazionale), confermano che la presunta "superiorità morale" del PD in realtà non è mai esistita.
Le inchieste giudiziarie che vedono coinvolti decine fra presidenti di regione, sindaci, assessori e consiglieri si allargano a macchia d'olio, da Nord a Sud, e dimostrano che in tutte le amministrazioni dove il PD è al potere e ha in mano il governo del territorio, la mafia, la corruzione, le ruberie, le speculazioni e i delitti contro la pubblica amministrazione perpetrati alle spalle e in danno delle masse popolari la fanno da padrone: esattamente come accade in tutti gli altri centri di potere governati dal centro destra. Non solo. Le inchieste di queste settimane smentiscono anche chi tenta di giustificare la degenerazione morale del PD addossando la colpa agli ex democristiani mentre l'ala di "sinistra" rappresentata dagli ex Pci-Pds-Ds ne sarebbe immune. In realtà sta succedendo esattamente il contrario: ossia proprio nelle amministrazioni e nelle ex cosiddette "giunte rosse" come ad esempio in Toscana e in Abruzzo, in cui gli ex Pci-Pds-Ds governano da più lungo tempo, detengono la maggioranza relativa dei voti, hanno il controllo assoluto del sottogoverno e occupano da sempre le poltrone più importanti rispetto agli ex democristiani, si consumano gli scandali più gravi.
Le inchieste in atto confermano che molto spesso sono proprio i luogotenenti di Veltroni, D'Alema e Fassino a organizzare le pratiche corruttive e a decidere in combutta col vertice del Partito la spartizione della torta fra le varie fazioni; e quando succede che l'accordo spartitorio non soddisfa in pieno le pretese dei vari capibastone del partito, come sta succedendo ad esempio in Sardegna con la legge sull'urbanistica, col governatore Soru che pochi mesi fa ha comprato "l'Unità" e ambisce a diventare il Berlusconi del "centro-sinistra", si fa ricorso perfino alle "coltellate". Una faida interna che, nonostante la pelosa solidarietà di Veltroni e l'appoggio del PRC, il 25 novembre scorso ha portato alle dimissioni di Soru e alla decisione di "correre da solo" alle prossime elezioni.
Altro che "esempi di buon governo" delle Regioni e delle amministrazioni locali amministrate dal PD!

Potenza
Il 16 dicembre a Potenza per gli appalti inerenti le estrazioni di petrolio e la costruzione di metanodotti in Val d'Agri dieci persone sono finite in manette e cinque sono indagate per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa d'asta, corruzione e concussione. Su tutti spiccano il parlamentare PD Salvatore Margotta; Nicola Montesano, consigliere provinciale del PD a Matera; il sindaco del comune di Gorgoglione, Ignazio Torretta (Udeur); il presidente della Regione, Vito De Filippo, (PD) e il presidente della Provincia di Matera, Carmine Nigro, eletto con i Popolari Udeur.
Si tratta, scrive il pm nella sua richiesta, di un vero e proprio "comitato d'affari", che attraverso il controllo degli appalti e sulla base di un criminale intreccio di interessi tra politici, imprenditori, funzionari pubblici e faccendieri: "ha svenduto la Basilicata e le sue ricchezze a discapito del pubblico interesse".

Pescara
A cinque mesi esatti dal terremoto politico-giudiziario che il 14 luglio scorso portò all'arresto del governatore Del Turco e all'azzeramento della giunta regionale, la bufera giudiziaria ha investito il sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso nonché segretario regionale del PD, finito in manette il 15 dicembre scorso con l'accusa di concussione, truffa, peculato, falso ideologico e associazione per delinquere.
L'inchiesta si riferisce agli appalti per la gestione dei cimiteri, la riqualificazione dell'area di risulta dell'ex stazione ferroviaria e un giro di tangenti da oltre 200 mila euro.
In manette anche l'imprenditore Massimo De Cesaris e l'ex braccio destro del sindaco, Guido Dezio, dirigente dell'ufficio appalti e patrimonio del comune, già arrestato nel maggio scorso con l'accusa di concussione e tentata concussione in una analoga inchiesta giudiziaria in cui fra gli altri compariva come indagato anche D'Alfonso.

Napoli
L'inchiesta "Global Service" che ha disposto l'arresto in carcere per Alfredo Romeo, proprietario della "Romeo immobiliare spa" e gli arresti domiciliari per altre 12 persone tra cui 2 assessori in carica, 2 ex assessori e un colonnello della guardia di finanza. Inquisiti anche due parlamentari: Italo Bocchino (Pdl) e Lorenzo Lusetti (PD).
I reati contestati vanno dall'associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d'asta all'abuso d'ufficio, dai falsi in atto pubblico alla corruzione. Quattro gli appalti su cui si è concentrata l'indagine: il più lucroso era quello sul "Global Service per la manutenzione stradale di Napoli", valore 400 milioni di euro, poi il "Global Service della Provincia di Napoli", 145 milioni di euro, l'appalto per la manutenzione e la refezione scolastica nelle scuole cittadine, del valore di 20 milioni, e ancora la gara per il servizio di pulizia degli immobili dell'amministrazione provinciale.
Per Bocchino e Lusetti è stata formalizzata la richiesta di autorizzazione a procedere con l'accusa di "associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d'asta".
Nello scandalo sono coinvolti anche l'ex provveditore alle opere pubbliche della Campania e Molise, Mario Mautone e il figlio dell'ex ministro Antonio Di Pietro, Cristiano, consigliere provinciale a Campobasso per l'Italia dei Valori.
Imputato era anche l'ex assessore Giorgio Nugnes (Prc) trovato impiccato il 29 novembre scorso nella sua abitazione di Pianura e indicato dagli inquirenti come l'uomo che "forniva a Romeo informazioni riservate sugli appalti di servizi pubblici per la manutenzione delle strade comunali e provinciali". In cambio, Nugnes, come altri personaggi coinvolti nell'inchiesta, riuscivano a far assumere amici e parenti nel gruppo Romeo.

Firenze
Per lo scandalo della mega speculazione edilizia Fiat-Fondiaria sono finiti nel registro degli indagati gli assessori PD Graziano Cioni (sicurezza sociale) e Gianni Biagi (urbanistica). Secondo l'accusa i due assessori avrebbero instaurato un rapporto corruttivo a carattere continuativo per favorire Fondiaria oltre a quanto stipulato nella convenzione per la cementificazione di Castello.
Far stampare il regolamento con cui si perseguita ogni ambulante che stende un tappetino, chi butta una cicca in terra o stende i panni sulla strada, con i soldi frutto di "favori" ad amici come il plurinquisito in odore di mafia Salvatore Ligresti, dice tutto sulla spregiudicatezza dello "sceriffo" Cioni, che ha sempre amato atteggiarsi a moralizzatore incorruttibile.

Genova
Dopo "portopoli", il 21 maggio scorso è scoppiato lo scandalo degli appalti truccati agli ospedali e alle mense scolastiche con la benedizione della Curia e dell'Opus Dei e alimentato dai massimi vertici politici locali della "sinistra" del regime neofascista.Tre assessori dell'attuale giunta di "centro-sinistra" guidata dall'ex PCI-PDS-DS-PD Marta Vincenzi, Massimiliano Morettini, DS, Paolo Striano, Margherita-PD e Stefano Francesca, ex responsabile dell'università per la Federazione giovanile nazionale del Pci; due ex consiglieri comunali DS dell'ex giunta Pericu, Claudio Fedrazzoni e Massimo Casagrande, più un ex dirigente regionale ora presidente dell'ospedale cattolico Bambin Gesù di Roma sono finiti in galera e/o nel registro degli indagati. Per tutti le accuse sono, a vario titolo, di corruzione, concussione, turbativa d'asta e associazione per delinquere.

Perugia
L'Umbria, dove il "centro-sinistra" ha in mano Regione, Provincia e Comune, a partire dall'estate scorsa, per lo scandalo degli appalti truccati, si contano una trentina di arresti, circa quaranta indagati con 25 avvisi di garanzia già notificati. Alla testa c'è l'assessore alla viabilità della Provincia, Riccardo Fioriti, del PD. Le accuse sono, a vario titolo, di corruzione, concussione, associazione per delinquere. L'inchiesta riguarda la costruzione o il rifacimento di strade. In particolare tutte le strade riasfaltate l'anno scorso per offrire ai ciclisti del Giro d'Italia una superficie scorrevole.

Crotone
In Calabria la posizione giudiziaria del PD è a dir poco gravissima. Alle inchieste di De Magistris che hanno coinvolto il governatore della Regione Loiero, Prodi e Mastella, si sono aggiunte quelle della procura di Crotone inerenti la costruzione di scuole, parcheggi, strade case e opera pubbliche costruite con materiale di scarto industriale, rifiuti tossici altamente pericolosi e i permessi edilizi per la realizzazione del megavillaggio turistico "Europaradiso". Su quest'ultima inchiesta è coinvolto anche il consigliere comunale del PD Giuseppe Mercurio, accusato di associazione mafiosa nell'ambito del criminale intreccio tra la criminalità organizzata e la vita politica cittadina; il politico, secondo gli inquirenti, è stato eletto al consiglio comunale nella amministrative del 2006 grazie ai voti della cosca di Papanice retta da Leo Russelli e inoltre si sarebbe attivato per conto della stessa consorteria per l'approvazione del mitico progetto "Europaradiso".

Trento
Il terremoto giudiziario suscitato dagli appalti truccati, cene di partito pagate dalla società Autobrennero, finanziamenti per la campagna elettorale del candidato-governatore di centrosinistra alla Provincia Autonoma, Lorenzo Dellai hanno scaturito un avviso di garanzia per turbativa d'asta, corruzione, truffa, abuso d'ufficio e tentata concussione, per Silvano Grisenti, ex assessore provinciale ai lavori pubblici del "centro-sinistra", braccio destro del presidente della Provincia, candidato a sindaco di Trento, nonché responsabile della società autostradale Autobrennero. Grisenti, secondo gli inquirenti ha avuto un occhio di riguardo su tutta una serie di appalti relativi alla costruzione della sede dell'A22, del casello autostradale di San Michele all'Adige e del nuovo ospedale di Trento.
Altro che "nuova classe dirigente e nuovo modo di governare vicino ai cittadini" di cui ciancia il vertice del PD che addirittura: "esprime solidarietà agli indagati" e usa le stesse parole di Berlusconi per difendersi dalle accuse rilanciando la teoria del "complotto giudiziario" e "la presunzione d'innocenza che deve valere in ogni caso". E quindi anche per l'assessore-sceriffo di Firenze Graziano Cioni che, nonostante sia indagato per corruzione, parteciperà tranquillamente con una sua candidata alle primarie del PD per la scelta del nuovo candidato sindaco.
Emblematico in al senso è la solidarietà espressa dallo stesso Berlusconi al PD che conferma che PDL e PD non sono altro che l'una e l'altra faccia di questo marcio sistema capitalista e delle corrotte istituzioni borghesi a tutti i livelli.

14 gennaio 2009